Nel Trentino parte il progetto di un osservatorio sulle discriminazioni, l’intolleranza e l’odio.
Il 19 gennaio la Quinta Commissione si è riunita e sono emersi tutti voti favorevoli al disegno di legge 43 proposto da Giorgio Tonini per istituire un osservatorio sulle discriminazioni, l’intolleranza e l’odio. Da un’indagine del Forum per la pace e i diritti umani del Consiglio provinciale sono emersi dei dati preoccupanti. Il 25% della popolazione trentina under 28 intervistata ammette che assumerebbe un atteggiamento ostile se venisse a sapere che una persona conosciuta è omosessuale. Quindi una persona su quattro tende a discriminare gli orientamenti sessuali diversi dal proprio.
Osservatorio: Arcigay è a favore
La vicepresidente dell’associazione, Valeria Occelli, è favorevole all’istituzione di un osservatorio che andrebbe a tenere sotto controllo i fenomeni d’odio sul territorio. Secondo il presidente Lorenzo De Preto l’osservatorio permetterebbe di tenere traccia non solo dei singoli episodi di odio e discriminazione, ma renderebbe più agevole la denuncia degli abusi e delle violenze. Uno strumento per monitorare questi crimini, che troppo spesso vengono catalogati come “libertà d’opinione”.
Le funzioni dell’Osservatorio
“L’osservatorio, secondo i principi dell’articolo 3 della Costituzione, svolge attività di monitoraggio, controllo e rilevazione di ogni episodio di discriminazione, intolleranza e odio, sia di natura razziale e religiosa, come sessuale e culturale, segnalandolo all’autorità competente in materia di ordine pubblico.” Inoltre si impegna a monitorare ogni mezzo di informazione e di comunicazione. La rete è uno dei luoghi dove queste discriminazione avvengono più spesso e più spesso rimangono impunite. Mensilmente e annualmente verrà redatto un rapporto.
Il Web: territorio di discriminazioni
Siamo ancora lontani dal sapere la differenza tra quello che una persona ha la libertà di esprimere e quella che è la discriminazione verso gli altri. Se atteggiamenti discriminatori possono essere messi in atto fin dalla tenera età , con la crescita ciò non migliora. Uno dei luoghi prediletti per sfogare il proprio dissenso è proprio il Web, dove tutti possono esprimersi e dire la propria su questioni che pensano li riguardino, sbagliando. Persone che non hanno il coraggio di parlare del proprio dissenso offline e preferiscono essere coperti da uno schermo. Per questo è importante il monitoraggio di mezzi di informazione.
L’esigenza di un Osservatorio
Le associazioni LGBT+ da tempo lamentano la mancanza di strumenti di monitoraggio adeguati. In un paese ancora molto retrogrado per quanto riguarda l’inclusione, c’è il bisogno di istituzioni come questo. Negli anni gli atti discriminatori aumentano. L’osservatorio sulle discriminazioni di Roma ha dimostrato che nell’ultimo anno gli abusi e le violenze sono aumentate del 9%. L’Unione Europea pone l’Italia tra i Paesi più arretrati in fatto di politiche LGBT inclusive e per l’alto tasso di discriminazione.
Da non dimenticare le parole del giornalista Simone Alliva, che in uno dei suoi interventi ha espresso dissenso verso un Paese che vede le questioni LGBT come questioni di “costume”, più che come questione di diritti.
L’Italia brancola nell’omotransfobia come non aveva mai fatto prima. È una nebbia fitta quest’odio. Nasconde i volti e libera le mani.
Educare alle diversità
Per diverso, nella cultura dell’inclusione, non si intende coloro che hanno degli orientamenti sessuali differenti dai propri. Si intende tutti gli altri. Ogni persona, per le sue caratteristiche e specificità. Vi è l’esigenza di seguire politiche inclusive, senza lasciare nessuna categoria scoperta e creare strumenti che possano tutelare i diritti di tutti.
Ginevra Dinami