Osservata la nascita di un pianeta: è la prima volta

very large telescope

L’ESO ha dato notizia che osservazioni fatte con il Very Large Telescope (VLT) avrebbero colto i segni distintivi dell’imminente nascita di un pianeta. Come sappiamo ormai sono migliaia gli esopianeti scoperti, ma per comprendere davvero la formazione di un pianeta occorrerebbe ottenere immagini chiare di quel momento. I telescopi di tutto il mondo stanno osservando parecchi dischi protoplanetari (il disco di polvere e gas che si forma attorno a una stella o protostella) ma finora nessuno era stato in grado di prenderne immagini così nitide da scorgervi i segni della nascita di un sistema planetario.
La ricerca pubblicata su Astronomy & Astrophysics  è stata condotta da Anthony Boccaletti e dagli scienziati che l’hanno affiancato utilizzando lo strumento SPHERE, un vero e proprio cercatore di pianeti  (l’acronimo sta per Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet REsearch instrument) che è installato nell’unità 3 del VLT .  In realtà il VLT non è un telescopio ma un’intera collezione di avanzatissimi strumenti.



Grazie a SPHERE sono state ottenute immagini mai così chiare del disco attorno alla stella AB Aurigae, distante 520 anni luce da noi, in particolare è stata osservata una sbalorditiva spirale di gas e polvere. Sbalorditiva per gli scienziati perché è proprio quello che stavano cercando, quello è il segno che lì c’è un pianeta in formazione che crea un disturbo nel disco protoplanetario. Boccaletti paragona l’effetto a quello delle onde create da una barca sulla superficie di un lago.
I primi indizi che qualcosa di interessante stesse succedendo nel sistema AB Aurigae si ebbero anni fa nelle osservazioni condotte con ALMA, l’osservatorio posto in Cile frutto della collaborazione tra Europa, Nord America, Asia orientale e Repubblica del Cile. Quindi tra fine 2019 e inizio di quest’anno Boccaletti e gli altri numerosi scienziati che hanno partecipato alla ricerca sono riusciti ad ottenere di poter puntare SPHERE sulla regione in cui già nelle immagini di ALMA sembrava di scorgere delle braccia di spirale nel tentativo di immortalare per la prima volta la nascita di un pianeta. Le ben più nitide immagini ottenute con SPHERE, che è in grado di vedere particelle di polvere più fini e la debole emissione luminosa proveniente dall’interno del disco, non solo hanno confermato la presenza dei due bracci di spirali visti da ALMA ma hanno anche individuato il “twist”, previsto da alcune teorie di formazione planetaria, che sta alla giunzione di due spirali, una avvolta verso l’interno dell’orbita del pianeta, l’altra verso l’esterno. Alla giunzione delle due spirali dovrebbe trovarsi il pianeta in formazione.

Roberto Todini

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