Ossa artificiali che crescono davvero: qualcuno potrebbe pensare a un film di fantascienza.
E invece no, non si tratta di un film. Siamo all’University of Southern Denmark, dove due dottorandi in ingegneria hanno creato qualcosa di incredibile. Essi avevano il compito di creare un materiale osseo artificiale utilizzabile da una stampante 3D, forte e che scomparisse nel tempo. Dopo anni di tentativi è arrivata l’idea giusta. I ricercatori hanno aggiunto del grasso alla ceramica, dando una svolta decisiva al campo dei trapianti attraverso queste ossa artificiali. Nel caso in cui un paziente avesse bisogno di un trapianto, infatti, al medico basterà eseguire una scansione del soggetto interessato. Successivamente, utilizzando una stampante 3D, otterrà un impianto che sarà cucito su misura del paziente.
Per il momento il materiale è stato sperimentato solo sui ratti. Dopo aver sostituito una parte del cranio dei topi col materiale stampato in 3D, gli studiosi hanno verificato che quest’ultimo è cresciuto insieme alle ossa naturali, formando addirittura il midollo.
L’innesto di cellule staminali sull’osso facilita il processo.
Per quanto possa sembrare incredibile, la crescita progressiva fa sì che, col tempo, le ossa naturali sostituiscano quelle artificiali. La crescita non è l’unico vantaggio del nuovo materiale. Capita infatti a volte, con gli attuali innesti ossei realizzati in plastica o metallo, che l’organismo reagisca ad essi, provocando un’infezione. Questo tipo di rischio sarà totalmente eliminato attraverso l’utilizzo delle ossa stampate in 3D.
Come dicevamo, la sperimentazione è attualmente in atto solo sui ratti. Già per il prossimo autunno, però, è prevista la sperimentazione sui suini, per poi passare a quella sull’uomo entro un anno. Quest’ultima non dovrebbe presentare particolari problemi, poiché tutte le sostanze chimiche utilizzate per il nuovo materiale sono già approvate per l’utilizzo sull’uomo. Il primario della chirurgia orale e maxillo-facciale dell’ospedale di Odense, Torben H. Thygesen, ha già proposto ad alcuni pazienti di attendere il nuovo materiale per procedere alla ricostruzione della mascella: funzionerà?
Mariarosaria Clemente