Un dente di 7,2 milioni dimostrerebbe che l’uomo ha avuto origine in Europa.
Negli ultimi due secoli, l’uomo ha imparato molto sulla sua natura ed origini, più di quanto abbia fatto nei millenni di storia passata. Le tecnologie sempre più avanzate e una mente sempre più aperta hanno permesso di rispondere a tutte quelle domande riguardanti l’evoluzione dell’Homo sapiens sapiens e le sue origini.
Fin dai primi reperti analizzati, quelli più antichi, si è sempre pensato che la nascita dell’Homo sia avvenuta in Africa. Questo perché nel continente africano sono stati ritrovati svariati resti di Ominidi. In Tanzania, ad esempio, vicino ad un vulcano che alcuni milioni di anni fa era attivo, tre ominidi lasciarono le loro impronte. Queste sono state impresse da esseri bipedi, eretti su due gambe. Utilizzando il metodo del potassio-40, risultò che il terreno su cui si erano formate le impronte risaliva ad un’età di 3,7 milioni di anni.
In seguito, alcune scoperte effettuate in Asia riaprirono il quesito sul luogo in cui l’uomo ha avuto origine. L’Uomo di Pechino è uno degli ominidi ritrovati in Cina, e risale a 780.000 anni fa. A questo molti altri resti, appartenenti all’Homo erectus e all’Homo sapiens, si aggiungono alla collezione cinese.
Negli ultimi anni gli scienziati cinesi si sono impegnati molto per cercare la prova definitiva che dimostri che l’origine dell’Homo sapiens sapiens si sia verificata nel loro Paese.
Ma, a dispetto delle volontà dei singoli scienziati, le ricerche continuano senza sosta e oggi ci troviamo di fronte ad una scorta che potrebbe riscrivere la storia dell’uomo.
L’Università tedesca di Tubinga e dall’Accademia bulgara delle Scienze hanno pubblicato sulla rivista Plos One uno studio secondo il quale l’uomo ha avuto origine in Europa. La teoria si fonda sugli studi condotti su due fossili trovati Grecia e in Bulgaria, rispettivamente una mascella inferiore e un premolare superiore.
L’analisi di questi reperti mostra una particolare caratteristica, tipica degli ominidi, tra cui anche l’Australopithecus, e dell’uomo moderno: la fusione delle radici dei premolari. Un altro dato rilevante è la datazione di questi fossili. La loro età risulta essere attorno ai 7,2 milioni di anni.
La notizia è stata accolta con un certo scetticismo da parte della comunità scientifica. Per confermare una possibile origine europea dell’uomo saranno necessari altri studi e ricerche.
Radavoiu Stefania Ema