“La musica è una legge morale: essa dà un’anima all’universo, le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita a tutte le cose” affermava Platone. Proprio così, la musica è origine di tutte le cose. In principio il verbo – la parola – era un suono “pensato” da Dio ed ebbe il potere di dar vita all’Universo, attraverso il famoso rumore che fu proprio dell’esplosione del Big Bang. E’ la scienza moderna ad affermare che circa quindici miliardi di anni fa un possente concerto, definito un “flauto cosmico”, dava la nascita al nostro Universo, attraverso l’incontro di onde sonore e gas incandescenti. Da ciò, l’Universo come nascita a suon di musica.
Dunque, la musica – o meglio parlare di suono, al momento – è le fondamenta della realtà, e la materia stessa è un insieme di vibrazioni. L’uomo, facendone parte, non è escluso da questo processo ed è visto come tale, ovvero come un corpo vibrante, poiché l’etimologia stessa del lemma persona – vediamo per-sona – deriva dal latino “attraverso il suono”. Infatti, è l’Homo Sapiens Sapiens, nel periodo paleolitico della preistoria, a sperimentare i primi strumenti sonori, quali pietre, semi, legni, conchiglie, ossa e tanti altri oggetti naturali che permettevano la creazione di un suono. Non è un caso che la musica rappresentava una qualità essenziale della natura che stimola creatività nell’individuo e che ha potuto agire nei confronti di tutto ciò che esisteva, secondo il pensiero dall’antico sciamanesimo. Inoltre, fin dall’antichità la musica è considerata uno strumento di guarigione come è testimoniato tra i greci, nella Bibbia, nei Veda indiani e tale funzione continuerà nel tempo, arrivando a grandi scoperte anche scientifiche.
Continuando attraverso il cronologico ordo naturalis della nascita e dello sviluppo della musica nel nostro cosmo, molte testimonianze ci hanno tramandato come tale espressione, nel corso dei secoli, si sia insidiata nelle civiltà, tra le prime quella egizia, per continuare poi, nell’antica grecia, dove prende forma il primo sistema teorico di organizzazione dei suoni. Altrettante testimonianze ci rammentano la storia della musica, come Pitagora che accosta la musica al movimento degli astri, essendo anch’essa governata da leggi matematiche, o ancora come i miti del mondo greco, cantati da aedi e rapsodi, esprimano l’importanza della musica (ricordiamo il mito di Orfeo, inventore della cosidetta “arte delle muse”).
A seguire, la musica ha avuto un continuo progresso, passando dalla monodia alla polifonia, in diverse vesti funzionali: solenne, sacra, divertente, etica, popolare, tradizionale passando da grandi artisti quali Monteverdi, Bach, Beethoven, Mozart, Verdi, Debussy e tanti altri fino a sfociare nella musica pop, jazz, reggae, blues, rock, con altrettanti artisti come Frank Sinatra, Louis Armstrong, Bob Marley, i Rolling Stones, i Queen, e non solo. Dopo aver brutalmente riepilogato e ridimensionato sinteticamente, anche attraverso l’enumerazione di alcuni grandi artisti, le origini della musica e il suo sviluppo – per questo non me se ne voglia – intendo analizzare la forza e l’essenzialità che ha questa potenza sovramateriale, e, ridurre crudelmente a poche righe la sua storia serve proprio a far capire la sua importanza.
Abbiamo già accennato come la musica, oltre alle tante e diverse funzioni che trasmette, è anche essenziale nella sanità come una terapia e, infatti, in tutte le culture dell’antichità musica e medicina avevano un carattere univoco. Il sacerdote medico – lo sciamano – sapeva che il mondo è costituito secondo principi musicali, che la vita del cosmo, nonché quella dell’uomo, è dominata dal ritmo e dall’armonia (come sopracitato) ed era anche al corrente che la musica ha un potere incantatorio e creativo sulla parte irrazionale, che procura benessere e che nei casi di malattia può ricostituire l’armonia perduta. E oggi, è la musicoterapia ad avere tali funzioni, ossia dal punto di vista terapeutico, la musica diviene attiva stimolazione multi sensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva, impiegata in diverse problematiche come prevenzione, riabilitazione e sostegno al fine di ottenere una maggiore integrazione sul piano intrapersonale ed interpersonale, un migliore equilibrio e armonia psico-fisica.
La musica, quindi, ha enormi effetti sull’essere umano, accompagnandolo per tutta la vita, anche senza volerla o cercarla, perché la si trova nel ritmo ondulatorio del mare, nel vento tra le foglie, e tra gli infiniti e piccoli rumori percepiti: la musica è appresa con la semplicità con cui si apprende a respirare. Non è possibile allontanarsi dalla musica, è dappertutto e – non dimentichiamolo – è la creatrice del cosmo. La musica permette all’uomo di esprimere emozioni, sensazioni, piaceri nonché dolori, di ricordare momenti anche passati, esperienze vissute, in quanto ascoltandola attiva particolari aree cerebrali che azionano sensori che gestiscono le risposte fisiologiche agli stimoli emotivi e sensoriali. Per questo la musica è definita un qualcosa di indescrivibile al livello teorico e questo – per citare due esponenti storici della musica mondiale – Bach e Beethoven lo avevano intuito, affermando rispettivamente che “dove le parole non arrivano, la musica parla” e che “la musica ci aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori”.
Ilaria Graziosi