La nuova legge approvata dal parlamento ungherese istituisce fondazioni che prenderanno il controllo delle università pubbliche. Chi le gestirà sarà ovviamente nominato dal governo
Un altro passo indietro per una democrazia da anni messa a dura prova: stampa, diritti, democrazia. Ora Orbán vuole anche le università pubbliche ungheresi.
Il parlamento di Budapest ha approvato una legge che colpisce l’autonomia degli atenei statali. Le università, nel paese centroeuropeo, godevano fino ad oggi ancora di una vasta autonomia in ambito accademico. Il testo istituisce fondazioni alle quali di fatto è affidato il controllo degli atenei pubblici ma che, secondo il partito, avrebbero il solo compito di gestire in modo più efficiente le istituzioni accademiche.
Tali fondazioni, che godranno del beneficio dei fondi dell’Unione Europea, saranno gestite da figure nominate dall’esecutivo di Orbán. Cosa che secondo i critici si tradurrà in un forte controllo sulle università da parte del partito di estrema destra ungherese.
Con questa mossa Orbán assicura al suo partito e ai suoi fedelissimi il controllo di un’altra importante fetta della società ungherese, a scapito della democrazia.
Ma è ancora accettabile che questo avvenga all’interno dei confini dell’Unione Europea?
L’avvertimento dei parlamentari
Un documento reso pubblico da Politico e ripreso da Il Post, contiene la lettera indirizzata da alcuni parlamentari europei alla Commissione presieduta da Ursula von Der Leyen. I parlamentari sottolineano come all’interno del Recovery plan ungherese ben il 20% del totale andrà alla modernizzazione delle università. Nel documento, i parlamentari sono preoccupati che i fondi possano scomparire “in strutture di finanziamento opache” volte a “distruggere ulteriormente la libertà accademica e l’autonomia istituzionale in Ungheria”.
Passo dopo passo, mossa dopo mossa. Così il governo di Orbán sta accentrando il suo potere. L’Ungheria è sempre meno libera e l’Unione Europea ha il dovere di agire.
La democrazia messa al muro
La presa di controllo delle università arriva in anni difficili per la democrazia ungherese, recentemente messa a dura prova.
L’emergenza legata alla pandemia è stata lo strumento perfetto in mano al partito di maggioranza Fidesz per accelerare un processo autoritario di accentramento del potere.
Fin dal suo insediamento, il premier Orbán ha limitato notevolmente la libertà di stampa e manifestazione dei cittadini. Il Covid ha dato a Fidesz la scusa perfetta per limitare ulteriormente la libertà dei giornalisti, arrivando con la legge “anti fake-news” a prevedere addirittura pene detentive fino a 5 anni. L’ultimo episodio era stato la chiusura di una delle ultime radio indipendenti del paese: Klubrádió.
Tutto ciò è avvenuto in modo preoccupante sotto gli occhi dell’Unione Europea, che in questo momento difetta del pugno duro contro questo tipo di prospettive anti-democratiche. La vera speranza per i cittadini ungheresi è la coalizione che sta nascendo per contrastare Fidesz alle elezioni del 2022. Tuttavia non è detto che il partito di Orban non possa mantenere uomini chiave ai vertici anche in caso di sconfitta alle elezioni.
Emanuele Di Casola