Il parlamento ungherese, guidato dal premier nazionalista Viktor Orban, ha approvato a larga maggioranza la “Stop-Soros”. La legge pone una forte stretta repressiva nei confronti delle ONG che operano in favore dei migranti.
In un periodo storico di fortissima tensione, sia in ambito interno che in politica estera, sulla questione delle politiche migratorie, l’Ungheria crea un precedente che fa discutere e scatena le proteste di Bruxelles. Forte di una larghissima maggioranza, il leader ungherese Orban è riuscito a collocare un ulteriore tassello nel suo progetto di chiusura dei confini nazionali e di repressione del fenomeno migratorio. Si tratta della cosiddetta legge Stop-Soros.
Stop-Soros
La Stop-Soros era stata preceduta da una riforma costituzionale che, in un certo senso, protegge giuridicamente la stessa legge, poiché, in sostanza, afferma che nessuno possa minare la composizione della popolazione ungherese. Sotto quel termine, “composizione”, c’è tutta l’ideologia razziale di Orban.
Nel dettaglio, il pacchetto di leggi approvato riduce le possibilità di manovra per le associazioni umanitarie che hanno l’obiettivo di aiutare i migranti che si trovano sul territorio magiaro. Alle ONG sarà imposto un regime fiscale che prevede il pagamento di una tassa del 25% sui finanziamenti che provengono dall’estero e, inoltre, la possibilità di vedersi cacciate e bandite dal territorio ungherese se dovessero emergere nei loro confronti accuse di minaccia alla sicurezza nazionale. Ma la legge non preoccupa esclusivamente le organizzazioni umanitarie. Sancisce pene detentive per chiunque, individui o gruppi, agevoli i migranti anche soltanto nel chiedere diritto d’asilo o li aiuti a rimanere illegalmente nel paese.
Soros e Orban
Il provvedimento prende il nome, nel linguaggio mediatico, da George Soros, plurimiliardario creatore della Open Societies Foundation. La sua fondazione finanzia movimenti e organizzazioni umanitarie in tutto il mondo. Negli ultimi decenni, anche a causa di una storia personale molto particolare (ha guadagnato la maggior parte del suo capitale attraverso speculazioni finanziarie), è diventato lo spauracchio dei movimenti populisti e della destra in generale. Orban non fa eccezione, sembra avere una totale idiosincrasia nei suoi confronti. Ma qui la questione si fa interessante.
Negli anni del regime comunista in Ungheria, Soros ha fondato la Central European University, che si è presto imposta come centro di opposizione alla dittatura. Tra i migliaia di studenti che hanno avuto la possibilità di costruirsi un futuro grazie agli investimenti di Soros c’era anche l’attuale premier Viktor Orban. Quest’ultimo ora accusa Soros di voler minare la stabilità europea e minaccia di chiudere proprio quell’università che lo ha formato. Molto probabilmente, ora, si è trasformata in un centro di opposizione al suo di regime.
Giorgio Garzaniti
i migranti vanno rispettati
Certo