Winston Churchill è uno dei personaggi storici più amati dal cinema, soprattutto quello inglese che per patriottismo non è inferiore a quello americano. Ora è il turno di Gary Oldman, che è l’ultimo di una schiera di grandi interpreti inglesi cimentatisi nell’impresa.
Il sigaro, l’andamento, il corpo debordante degno di Hitchcock, il piglio sicuro, sornione, ironico: conosciamo bene questi tratti. Visti anche troppe volte. Ma vedremo il 18 gennaio che cosa Joe Wright, regista noto per i suoi adattamenti letterari, ci ha riservato.
Il regista di Espiazione, Pan, il frivolo adattamento di Anna Karenina e ancora prima Orgoglio e pregiudizio con Keira Knightley, è conosciuto per uno stile elegante seppur non penetrante, luminoso ed estetizzante, con svolazzi di fantasie cromatiche.
Dalle prime immagini si vede come la fotografia di Bruno Delbonnel sia in questo caso molto più controllata, concentrata su un tempo terribile che spinge il primo ministro inglese a reagire ad Hitler dopo le incertezze del precedente ministro e la disfatta di Dunkirk, già narrata da Nolan con immagini potenti e parole sguaiatissime.
Il cast del film presenta degli ottimi comprimari, tra cui Kristin Scott Thomas, Lily James, Stephen Dillane, Ben Mendelsohn e Ronald Pickup che sostituisce lo scomparso e compianto John Hurt.
Il film rientrerà nel filone patriottico con cui il cinema inglese ha riempito le sale e ricevuto premi su premi.
Celebre infatti è l’esempio de Il discorso del re di Tom Hooper o la miniserie su Elisabetta I dello stesso regista per tacere di The Queen di Stephen Frears, peraltro ora impegnato nelle riprese di A very english Scandal con Hugh Grant e Ben Whishaw come protagonisti della storia basata sullo scandalo di Jeremy Thorpe.
Vedremo quindi in che modo il film potrà rivelarsi a suo modo dentro questa tradizione così consolidata e potremo appurare quanto le scommesse sugli Oscar dell’anno prossimo possano andare a favore di Gary Oldman.
Antonio Canzoniere