Ora condire a piacere i social con nocciole turche e banane al muro

Ora condire a piacere i Social con nocciole turche e banane al muro

Duchamp Fountain, 1917

Ora condire a piacere i social con nocciole turche e banane al muro

Settimana direi frizzante, piena di “cose”. Appunto: “cose”, cose tutte scisse tra loro, ognuna diversa dall’altra tutte condivise da tutti sui social e, nel contempo, nessuna vissuta realmente.

Salvini, a quanto pare, ama il chilometro zero,  che manco a farlo apposta la cifra  coincide con la conta precisa dei suoi neuroni, e di botto se la prende con la Nutella. “Basta, io la boicotto perché usa nocciole turche.” Bravo, bravissimo: difendiamo le nostre eccellenze. Ovviamente tutti sanno che la Nutella si fa col famoso cacao della Brianza, ed è addolcita con lo zucchero raffinato dalla canna da zucchero della Valcamonica. Matteo la butta lì, il web lo massacra, però ottiene comunque un risultato, resta sulla bocca di tutti.

Maurizio Cattelan fa una cosa simile sul versante artistico; alla fiera Art Basel a Miami attacca una banana al muro con del nastro isolante, chiama il “gesto” Comedian, e come per magia il succitato gesto diventa opera e viene acquistata per 120.000 dollari.

Pensiamo alle similitudini, entrambi gli avvenimenti sono pubblici, cioè diretti verso l’esterno, affinché abbiano un impatto mediatico. Insomma se Salvini avesse dichiarato tra le quattro mura di casa sua che odia le nocciole turche nella Nutella era una minchiata come un’altra, tipo: “ non sprimacciare il dentifricio dal centro del tubetto, rifatti il letto e ciuccia una carruba che è tutta italiana e non ha nocciole turche”. Basta, la stronzata finiva lì.  Allo stesso modo se Cattelan avesse attaccato una banana col nastro adesivo sulla parete del salotto di casa sua, beh dopo una settimana gli sarebbe toccato rinfrescare il muro. In entrambi i casi il gesto moriva nell’istante esatto in cui si realizzava. Nessun testimone nessun peccato! Ma nel momento in cui queste “cose” sono avvenute in pubblico ed espresse da due soggetti seguitissimi, anche se in ambiti totalmente diversi, allora il putiferio!

Un’ altra similitudine consiste nella generazione di valore dell’ inutile: in entrambi i casi si arriva all’eccesso d’inutilità, ma un’utilità che fa mercato. Che valore politico può avere la dichiarazione  di Salvini? Aumenta lo spessore delle sue idee, ammettendo per assurdo che ve ne fosse in precedenza?    Assolutamente no, anzi se è possibile lo rende ancora più ridicolo, schizofrenico nelle sue dichiarazioni, ancora più assettato in modo compulsivo di ribalta mediatica. Salvini sa benissimo che l’oblio mediatico è suo il primo nemico ed è disposto a dire qualsiasi cretinata per evitarlo.

Cattelan invece non ha bisogno di presentazioni, è un artista affermato: in piena maturità artistica si può anche permettere di far marcire una banana attaccata ad un muro, ma la sua azione è inutile allo stesso modo. L’opera di Duchamp è ripetibile, ma purtroppo Duchamp artista no, ed ogni sua “nuova” riproposizione o declinazione – anche in campo ortofrutticolo – può avere al massimo il valore di provocazione, ma anche qui Cattelan è stato anticipato da Manzoni, e da un bel pezzo di … tempo.

In entrambi i casi infine è il mercato a definire i personaggi, a garantire loro un valore. Diventano paradossalmente ciò che dicono di contrastare, cioè “merce.” E tale conclusione li inserisce come oggetti nel mercato stesso.

Nel caso di Salvini parliamo del mercato mediatico, la diffusione social. Per quanto stupida la sua affermazione ha dilagato, resta  quindi un soggetto più che spendibile sulla piazza mediatica, è ancora un protagonista, anzi, la sua ridicola notorietà (ma pur sempre notorietà) ne è uscita rafforzata.

Cattelan allo stesso modo è stato premiato dal mercato dell’arte. Ora immaginate la scena: “Sono alla galleria Perrotin di Miami, non ho preparato nulla. Porca miseria che figura ci faccio? Ma sì, ora attacco una banana al muro! Passami lo scotch!” Nulla ci dice che non sia andata così. Ma quell’opera non solo è stata comprata a pagata  un bel po’, ma ha fatto conoscere Cattelan anche al di fuori del circuito del mercato dell’arte. Due piccioni con una fava! Perfetto.

Insomma, che ci piaccia o no, che consideriamo arte o meno la banana attaccata al muro, una forma di successo l’ha ottenuta.  

Quello che però perplime in entrambi i casi è in fondo proprio ciò che ne ha permesso la riuscita: l’assoluta lontananza da qualsiasi reale contenuto o significato, il loro valore è prettamente “social” neanche più sociale, e qui si potrebbe aprire un campo di studio nuovo e sterminato ancora da esplorare. Certo, l’arte può anche prendersi il lusso di congedarsi dal significato, ma la politica?

Quindi Cattelan resta più fortunato di Salvini: da buon creativo ha risolto chiamando quella banana al muro “Comedian” dando così una parvenza di provocazione al tutto – poi faceva tanto Velvet Underground –  anche se l’occhio al mercato lo strizza sempre di sottecchi, ma per le idiozie di Salvini non c’è pezza che possa tappare il buco. Eh no!

Exit mobile version