Nel Regno Unito le persone, raggiunta la maggior età, saranno considerate donatori di organi alla loro morte salvo esplicito dissenso.
Questa è la decisione che il governo inglese ha intrapreso negli ultimi mesi modificando così la legge precedentemente in vigore. Una decisione che permetterà senz’altro di salvare molte vite che altrimenti resterebbero in balìa del tempo e dell’attesa.
Opt-out in UK si rifà alla legge Max e Keira
La legge che permetterà il consenso implicito all’espianto di organi, si chiama Max e Keira. I nomi appartengono a due bambini le cui vite, nel 2017, si sono intrecciate in maniera indissolubile.
Keira morì in un incidente d’auto a soli nove anni e i genitori acconsentirono a donarne gli organi, salvando così la vita di Max ricoverato a causa di un’insufficienza cardiaca.
La legge prevede che, dopo il decesso, siano consultati i familiari per recuperare gli organi e i tessuti. Inoltre il consulto prevede anche che vengano raccolte informazioni pertinenti alla donazione.
Questo tipo di legge è definita anche opt out in UK . Così il silenzio di un adulto sulla sua volontà di cedere o meno gli organi, in questo caso, si trasforma in un tacito consenso che dà la possibilità di salvare molte vite umane.
Cosa ne pensano nel Regno Unito?
I sondaggi, fatti su questo cambio legislativo, dichiarano che l’80% degli adulti in Inghilterra ha preso in considerazione l’idea di diventare donatore, ma non più del 40% si è iscritto effettivamente al registro annuale.
Andy Coghlan è un uomo di 35 anni nato con un difetto cardiaco per cui ha ricevuto una nuova valvola al cuore quando aveva 15 anni.
Lui, come altri, rivedono in questa legge un principio di cambiamento che in futuro potrà davvero fare la differenza.
Così si è espresso in un’intervista al Guardian:
Firmare il registro è il tipo di cose che pensi ‘oh sì dovrei davvero farlo’ e poi non lo fai. […]. (Il consenso implicito) personalmente penso che sia fantastico salverà più vite, questa è la linea di fondo per me.
Il Galles ha aderito alla legge opt-out
Un’adesione che nel Galles arriva nel 2015 e che ha aumentato il tasso di consenso dal 58% al 75%.
Insieme agli organi, si fa presente che vi è un bisogno sistematico, giornaliero, di tessuti come le cornee, per cui, in media, servirebbero 10 donatori ogni giorno.
Opt-out in Uk è mero pragmatismo?
La decisione del Regno Unito è intrisa di un pragmatismo anglo-americano.
A prima vista ci può sembrare cruento, forse anche invasivo nei confronti di chi non ha espresso in maniera chiara quale fosse la sua posizione sulla legge opt-out.
Vi è da dire però che è in virtù di questa praticità che è possibile fuoriuscire da un alone di incertezze.
È possibile infatti che una persona non esprima il proprio parere sulle donazioni di organi non per mancanza di altruismo (se così vogliamo definirlo) ma bloccato dalla propria mente sulla finitudine che ogni vita porta con sé.
L’azione dello Stato
Su questa base di equilibri precari, dove la morte non è di certo un pensiero piacevole, si è cercato di andare oltre. Di sbloccare ciò che è racchiuso dentro ad una coltre di convenzionalità. Si è cercato dunque di smuovere a favore dell’umanità, forse, la precarietà del giorno che può colpire chiunque.
Ma se colpisce, lo Stato tutela e attua uno sguardo verso l’orizzonte. Verso così quelle persone che soffrono, attendono, sperano, si rassegnano per un donatore che forse avrebbe compiuto il gesto, ma a cui non sono stati dati gli strumenti giusti per esplicitare il consenso.
Maria Pia Sgariglia