Coprifuoco nazionale in Sierra Leone per il rischio di un possibile colpo di stato

Coprifuoco nazionale in Sierra Leone

Troops from Sierra Leone prepare to leave to Mogadishu in order to join the African Union Mission in Somalia on March 31. AU UN IST PHOTO / IDRISS KPANGE.

Il presidente Julius Maada Bio ha istituito il coprifuoco nazionale in Sierra Leone, dove nelle ultime ore è stato sventato quello che poteva essere l’inizio di un colpo di stato.

Nella giornata di ieri è stato imposto il coprifuoco nazionale in Sierra Leone. Il presidente Julius Maada Bio ha preso questa decisione in seguito all’attacco armato avvenuto a Freetown, capitale del paese. Gli aggressori hanno preso di mira una base militare e un carcere all’interno della città. Gli abitanti, testimoni dell’attacco, sono molto preoccupati dalle esplosioni, dagli spari e dall’ingresso di gruppi di uomini in possesso di armi all’interno della città.

Il tutto ha avuto inizio quando il ministro dell’Informazione Chernor Bah ha comunicato al governo che un gruppo di uomini non identificati hanno cercato di fare irruzione all’interno di un’armeria dell’esercito nel quartiere di Wilberforce. Le forze dell’ordine hanno immediatamente sedato l’intrusione, evitando agli infiltrati di raggiungere anche alcune ambasciate che si trovano nei pressi dell’armeria.

Nella stessa giornata si è svolto un attacco armato presso il carcere più grande di Freetown nel tentativo di provocare un’evasione di massa. Secondo alcune testimonianze dei presenti alcuni prigionieri sarebbero, infatti, riusciti a scappare nonostante l’immediato intervento delle forze dell’ordine. A causa del sovraffollamento presente nel carcere non è attualmente possibile conoscere l’effettivo numero di evasi.

Il governo invita a mantenere la calma assicurando di avere il controllo sulla situazione. Bio ha dichiarato, infatti, che la maggior parte degli ideatori dell’attacco alla base militare si trovano in prigione. Nonostante quando affermato dal presidente, però, la situazione non è particolarmente chiara. Sono molte le domande che i cittadini si fanno. Bio non ha chiarito con che intenzioni sia avvenuto l’attacco alla base militare e non ha stabilito se si trattasse di un evento a sé stante o se, al contrario, si prevedono ulteriori offensive.

Nonostante le rassicurazioni del governo, cittadini e giornalisti in Sierra Leone hanno manifestato la propria preoccupazione. Alcuni testimoniano di aver udito degli spari anche dopo l’intervento delle forze dell’ordine e la comunicazione del presidente Bio che aveva annunciato la fine dell’attacco. È possibile che si sia trattato di ulteriori arresti ma rimane il dubbio a causa della poca trasparenza.

Alcuni ipotizzano che si tratti di un colpo di stato in quanto Julius Maada Bio si trova al suo secondo mandato. Durante le ultime elezioni, inoltre, pare che non si sia seguita correttamente la procedura prevista per lo svolgimento delle stesse. Lo stesso Bio è un ex militare e partecipò a due golpe durante la guerra civile iniziata negli anni Novanta e terminata nel 2002.

Con la stessa paura di 30 anni fa, la popolazione resta ora a guardare il possibile ripetersi della storia, sperando di aver fatto un errore di valutazione. La certezza sugli sviluppi e sulla sorte della Sierra Leone arriverà nei prossimi giorni, sperando che si tratti di notizie positive e maggiormente chiare.

Margherita De Cataldo

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