Michele Marsonet
Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Genova, docente di Filosofia della scienza e Metodologia delle scienze umane
Dopo le recenti elezioni regionali, l’opposizione indiana cerca di unirsi per contrastare il partito al potere di Narendra Modi, ma la frammentazione tra 28 partiti rende il tentativo difficile.
Dopo le recenti elezioni regionali in cui il partito di Narendra Modi, il Baharatiya Janata Party (Bjp) ha vinto in tre Stati su quattro, l’opposizione indiana sta ora cercando di unificarsi (o, almeno, di coordinarsi) per togliere il potere all’attuale premier populista e ultranazionalista.
E’ una strada ben difficile da percorrere, giacché l’opposizione è formata da ben 28 partiti finora in competizione tra loro. Il tentativo, comunque è in atto. Per arginare lo strapotere del Bjp, i partiti di cui sopra hanno tenuto alcune riunioni, decidendo di presentarsi alle prossime elezioni politiche nazionali con un unico raggruppamento politico, denominato “India” (Indian National Developmental Inclusive Alliance). Già l’acronimo è molto macchinoso, e tutti comprendono che sconfiggere Modi nelle elezioni generali del 2024 è impresa assai ardua.
Nonostante il declino subito dopo l’avvento di Modi, il partito d’opposizione più forte resta quello del Congresso, formazione laica che fu già del Pandit Nehru e di sua figlia Indira Gandhi, e che ha dominato per decenni la scena politica indiana. Il suo leader, il 53enne Rahul Gandhi, tuttavia, è stato sconfitto da Modi parecchie volte ed è inviso a buona parte degli altri partiti d’opposizione, ragion per cui si sta cercando una figura nuova che possa mettere d’accordo tutti.
Si parla, per ricoprire quel ruolo, del presidente del Congresso, Mallikarjun Kharge. Uomo sicuramente di prestigio ma svantaggiato dall’età. Ha infatti 81 anni, come il presidente Usa Joe Biden. Non si vedono, per ora, nomi alternativi all’orizzonte. Occorre inoltre rammentare che Modi gode di un consenso popolare molto forte nella maggioranza della popolazione indù, da lui favorita in ogni modo.
L’opposizione promette di lottare contro l’odio e la violenza perpetrati nei confronti delle minoranze religiose (i cristiani e, soprattutto, i musulmani). Come sempre fa, Narendra Modi ha reagito in modo sarcastico dicendosi sicuro di conservare la maggioranza in Parlamento e il potere.
In attesa di conoscere chi sarà il candidato premier dell’opposizione, Modi cita la grande crescita economica del Paese sotto il suo governo e il prestigio che l’India ha acquistato sul piano internazionale. Nonché i successi tecnologici come l’atterraggio di un veicolo senza equipaggio nella regione del Polo sud della Luna. Scalzare l’attuale leader, insomma, sarà molto difficile, e la grande frammentazione dell’opposizione non induce all’ottimismo.