Un’opposizione arcobaleno al presidente Duda: è certamente un segno di speranza, dopo il diluvio.
È strano assistere al giuramento alla Costituzione da parte di un presidente che negli ultimi cinque anni l’ha più volte violata. È accaduto in Polonia. Durante il giuramento del presidente omofobo ed ultraconservatore Andrzej Duda, rieletto alle elezioni, dieci deputate dell’opposizione si sono presentate vestite con i colori della bandiera arcobaleno, simbolo d’orgoglio e d’identità della comunità LGBTQI.
La campagna elettorale di Andrzej Duda
In campagna elettorale Duda ha attaccato più volte le persone LGBTQI, come portatrici di una forma di neo-bolscevismo arcobaleno più pericolosa del comunismo, esplicitando cosi la sua totale contrarietà a ogni loro diritto.
Stiamo parlando di persone, persone identificate e ridotte a una ideologia «più distruttiva per l’essere umano» del comunismo.
Il cattolicissimo presidente polacco porta avanti da anni politiche che vanno in senso opposto rispetto al riconoscimento e alla tutela dei diritti delle minoranze sessuali. Negli ultimi anni, il clima nei confronti delle persone queer è peggiorato, con numerosi comuni che si sono dichiarati “zone LGBT-free”, violenti attacchi ai manifestanti dei Pride ed episodi di abuso di potere da parte delle forze dell’ordine nei confronti di attivisti LGBT+.
Un clima destinato a peggiorare secondo le promesse fatte da Duda, tra cui risuonano le riforme sulla famiglia ispirate a quelle della Russia di Putin.
Primi segnali: uscire dalla Convenzione di Istanbul
Il 25 luglio scorso, il ministro della Giustizia Ziobro ha annunciato in conferenza stampa la dissociazione dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Una convenzione definita, già all’epoca della firma, una creazione femminista che mira a giustificare l’ideologia gay.
Questo argomento è stato nuovamente sottolineato dall’uomo di punta del partito di maggioranza Prawo i Sprawiedliwość (PiS), guidato dall‘ex primo ministro J. Kaczyński, che ha parlato di concetti ideologici contenuti nella Convenzione d’Istanbul e non condivisi dall’attuale esecutivo polacco. Primo fra tutti quello sul sesso socio-culturale in opposizione al sesso biologico.
Nel mirino è il concetto di genere, definito nella Convenzione in termini di riferimento «a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini».
La sfida al Presidente Duda
Quello dell’opposizione è un segnale molto importante: una vera e propria sfida al Presidente Duda. Deputate e deputati di Lewica (Sinistra, ndr) hanno infatti indossato mascherine arcobaleno e abiti dalle diverse tonalità per formare insieme i colori della bandiera LGBTQI.
Dieci parlamentari della sinistra polacca hanno deciso di dimostrare cosi la propria solidarietà ai cittadini e alle cittadine omosessuali, bisessuali e transgender, vestendosi con i colori dell’arcobaleno – simbolo dell’orgoglio LGBT+ – e indossando una mascherina a tema Pride nel corso del giuramento del presidente Andrzej Duda che si è tenuto il 6 agosto.
La parlamentare Magda Biejat ha twittato:
“Prenderò parte all’Assemblea Nazionale per rispetto degli elettori, dello Stato, della Costituzione. Perché non voglio prendere parte alla costruzione di divisioni insormontabili tra di noi. Ma ciò non significa che starò zitta. È nostro dovere stare dalla parte degli esclusi. Sempre”.
La deputata Anna-Maria Żukowska, invece, ha aggiunto:
“Volevamo ricordare al presidente Andrzej Duda che nella Costituzione c’è una garanzia di uguaglianza per tutti. Non vogliamo una situazione simile durante il suo prossimo mandato come quella che si è verificata durante la sua campagna, quando il presidente ha disumanizzato le persone LGBTQI negando loro il diritto di essere persone”.
La potenza dell’arcobaleno: non ci resta che lottare
Alla luce di queste dichiarazioni, l’Europa dovrà valutare un esame politico e di valori, per decidere se la Polonia abbia ancora rispondenza con la carta fondante europea.
Risulta evidente che la rielezione del Presidente Duda costerà molto in termini di libertà e diritti al futuro del Paese. È una condizione di equilibrio precario.
Come scrive Margaret Atwood, a tutti coloro che lottano: nolite te bastardes carborundorum, non consentite che i bastardi vi annientino.
Giulia Chiapperini