Operazione Nebrodi 2: arrestate 23 persone in Sicilia

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Su richiesta della DDA di Messina, il Gip, Eugenio Fiorentino, ha disposto 23 arresti per diversi reati riguardanti l’indagine sui Fondi Europei dell’Agricoltura in mano alle famiglie mafiose. In tutto sono 37 gli indagati

Nelle prime ore della mattinata di martedì 6 febbraio 2024, la Guardia di Finanza, i Carabinieri e la Polizia di Stato hanno iniziato la cosiddetta Operazione Nebrodi 2, eseguendo le richieste fatte dal Gip nel territorio dei Nebrodi, nel messinese. Oltre agli arresti, sono stati sequestrati anche beni e titoli Agea.

In tutto sono 37 gli indagati e le accuse riguardano diversi tipi di reato, tra cui anche l’associazione a delinquere di stampo mafioso.

Tali accuse di reato ruotano intorno a un buisness sui Fondi Europei per l’Agricoltura, ad opera di clan mafiosi e già riconosciuto e contrastato dal “Protocollo Antoci”, voluto dall’ ex Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antroci.

Tale Protocollo fu fondamentale per interrompere il meccanismo mafioso in questione, permettendo, così, di porre le basi per una normativa che ad oggi autorizza la Magistrature e le Forse dell’Ordine a limitare e combattere questo lucroso affare che già da diversi anni, caratterizzava il territorio siciliano.

L’origine dell’Operazione Nebrodi 2

Risale a gennaio 2020 la prima parte dell’Operazione Nebrodi. In tale occasione furono 101 gli arresti e 151 le aziende agricole sequestrate per reati di stampo mafioso.

In seguito a tale evento, i giudici del Tribunale di Patti, ad esito del Processo di primo grado, hanno emesso una sentenza che oggi è conosciuta con il nome di “maxi processo Nebrodi”, durante il quale furono riconosciute condanne che se sommate raggiungono più di sei secoli di carcere.

Le indagini

La fitta interconnessione di interessi criminali sui fondi europei divenne il punto centrale di un’inchiesta nata dalle rivelazioni di due pentiti dei batanesi. Le dichiarazioni dei due soggetti confermano che i principali affari illegali della zona in questione, spaccio di droga e truffe Agea, erano sotto il controllo delle due famiglie mafiose di Tortorci.

Da queste rivelazioni, la scoperta anche di reati legati all’estorsione ai danni di imprese e privati con lo scopo di ottenere i terreni agricoli destinati ai pascoli.

L’operazione Nebrodi 2 conferma e dimostra l’attuale presenza di attività criminali in tale contesto, esattamente come denunciato da Antoci, il quale, in seguito al suo impegno in tale ambito, fu vittima di un attentato mafioso durante la notte tra il 17 e il 18 maggio 2016.




“Grazie di cuore alla DDA di Messina, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza e alla Polizia di Stato. L’operazione di oggi evidenzia, ancora una volta, in modo chiaro il contesto in cui ci siamo mossi in questi anni mettendo in luce le motivazioni per le quali la mafia, attraverso quel terribile attentato, voleva fermarmi. Nonostante la consapevolezza che, con questa ulteriore ed imponente operazione, l’odio e il rancore contro di me cresceranno ancora di più, è comunque tanta la felicità che provo oggi nel vedere che il nostro lavoro serva al Paese e alla lotta alla mafia”. Afferma Antoci.

Le misure cautelari dell’ operazione Nebrodi 2

Son state disposte 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 14 ordinanze interdittive della sospensione dall’esercizio di attività imprenditoriali.

Inoltre, i Finanzieri del Comando Provinciale e i Carabinieri del Comando Tutela Agroalimentare hanno eseguito il sequestro preventivo di nr. 349 titoli AGEA, acquisiti illegalmente, e di somme superiori a 750.000 Euro da prelevare sui conti di 8 società, derivanti dalle truffe aggravate riguardanti il periodo che va dal 2015 al 2020.

L’inizio degli interrogatori

Gli interrogatori delle persone coinvolte nel bliz dell’antimafia dell’operazione Nebrodi 2 sono iniziati ieri in mattinata. I confronti col giudice Eugenio Fiorentino, invece, erano stabiliti per la giornata di oggi e prevedevano gli interrogatori  degli indagati detenuti al carcere Pagliarelli di Palermo e proseguono domani, per completare questa prima tornata di confronto tra chi è rimasto coinvolto nella seconda fase dell’operazione Nebrodi.

Andrea Montini

 

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