Operazione Codice Interno: legami tra mafia e politica a Bari

Operazione Codice Interno

Bari, alle prime luci dell’alba la Polizia di Stato ha eseguito due ordinanze di misura cautelare nei confronti di oltre 130 persone appartenti o vicini al clan mafioso dei Parisi-Palermiti. I soggetti arrestati nel blitz, denominato operazione Codice Interno, sono ritenuti responsabili dei reati di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, frode, nonché di ingerenza elettorale politico-mafiosa. Risulterebbe infatti dalle indagini un intervento delle organizzazioni mafiose durante le elezioni comunali di Bari del 2019.

L’operazione Codice Interno

La mattina del 26 febbraio la Polizia di Stato ha eseguito l’operazione Codice Interno contro la criminalità organizzata di Bari e provincia. Le forze dell’ordine hanno eseguito, come riportato dalla questura di Bari, “due distinte ordinanze applicative di 137 misure cautelari, riguardanti appartenenti o contigui all’organizzazione mafiosa Parisi – Palermiti“. Gli individui coinvolti sono ritenuti responsabili di vari crimini, tra cui associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, ma soprattutto di ingerenza elettorale politico-mafiosa, nell’ambito delle elezioni comunali del 26 maggio 2019 a Bari.

L’operazione Codice Interno è stata messa in atto impiegando più di mille agenti di polizia coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, a dimostrazione di quanto il blitz fosse importante per la lotta alla criminalità organizzata. L’operazione, spiega la polizia, “è la conclusione di indagine meticolose condotte a partire dal 2016, attraverso intercettazioni, pedinamenti, perquisizioni e sequestri”, il tutto unito alle informazioni fornite da alcuni collaboratori di giustizia. Oltre ai 137 arresti anche sequestri di beni per circa 20 milioni di euro (appartamenti, capannoni industriali, quote di società ecc.) e la scoperta importantissima di un ruolo operativo del clan Parisi-Palermiti nelle elezioni comunali del 2019.

Proprio per questo tra gli arrestati figurano anche l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e sua moglie Maria Carmen Lorusso, attuale consigliere comunale a Bari, la quale sarebbe stata eletta grazie a voti ottenuti dal marito rivolgendosi a persone legate alla cosca mafiosa. In cambio del sostegno elettorale sarebbero stati offerti soldi, assunzioni e altri incentivi, insomma una vera e propria compravendita di voti. Ai domiciliari anche il padre della donna, l’oncologo Vito Lorusso, accusato di concussione ai danni dei pazienti.

La preoccupazione per quello che potrebbe diventare un sistema

L’operazione Codice Interno ha svelato lo scambio di voti tra il clan e i politici, tuttavia secondo la polizia non esiste, almeno nel barese, un sistema strutturato, bensì solamente casi isolati. Rimane comunque forte la preoccupazione che questi episodi possano ripetersi, considerato che non è la prima volta che si verificano ingerenze del genere e che la politica non è mai stata estranea ai legami con la criminalità organizzata.



È in questo senso che vanno le parole di Michele Abbaticchio, vicepresidente di Avviso Pubblico (associazione di enti contro la corruzione e la mafia). In seguito alla maxi operazione di polizia Abbaticchio ha espresso la sua preoccupazione:  “Come abbiamo più volte denunciato si sta affacciando il pericoloso pensiero che vale tutto: l’importante è rastrellare voti per sé stessi e per la cerchia di amici e parenti. Fino a quando accetteremo che sia ingenuo ricevere consenso in forza delle idee espresse, e che sia più efficace l’accaparramento di pacchetti di voti ad ogni costo, la mafia troverà terreno fertile”.

Se questa rete di rapporti politico-mafiosi non venisse interrotta ma lasciata proliferare, creerebbe un sistema criminale che metterebbe in serio pericolo il tessuto democratico ed economico del territorio barese, consegnando sempre più potere in mano alla criminalità organizzata. Bisogna quindi avere fede nelle persone e nelle forze dell’ordine che stanno continuando a combattere questi fenomeni. A pochi giorni dalla fine dell’operazione Vento, che ha fatto arrestare diversi membri della mafia palermitana, l’operazione Codice interno contribuisce ad assestare un nuovo colpo alla mafia, consegnando alla giustizia le teste del clan Parisi-Palermiti.

Marco Andreoli

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