Un’operazione antimafia denominata “Oleandro” è scattata nei giorni scorsi in Sicilia, Campania, Toscana e Friuli Venezia Giulia.
L’operazione antimafia Oleandro e le indagini della Guardia di Finanza
Oltre 120 finanzieri della Guardia di Finanza, con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazioni sulla Criminalità Organizzata (SCICO) nonché il supporto di unità Cinofile e Antiterrorismo Pronto Impiego (AT-PI) etnee, di militari delle Compagnie di Acireale, Risposto, Paternò e del Reparto Operativo Aeronavale di Vibo Valentia, hanno eseguito un maxi blitz per l’operazione antimafia Oleandro.
L’ordinanza emessa dal Gip, presso il Tribunale di Catania su richiesta della Procura della Repubblica di Catania Direzione Distrettuale Antimafia, ha riguardato 26 indagati nelle province di Catania, Caltanissetta, Arezzo, Napoli e Udine, ritenute affiliate al “gruppo di Picanello” del clan Santapaola-Ercolano. A tal proposito, sono state disposte misure cautelari, personali e reali, nei confronti di 15 persone indagate, a vario titolo:
«Per associazione a delinquere di stampo mafioso nonché per le condotte, aggravate dal metodo mafioso, di usura, estorsione, traffico organizzato e spaccio di sostanze stupefacenti e riciclaggio di denaro nella forma del reimpiego dei proventi illeciti in attività economiche».
Gli indagati avrebbero utilizzato metodi mafiosi per minacciare le vittime e garantirsi il pagamento delle rate di capitale e interessi: sequestrate società, beni mobili e immobili, disponibilità finanziarie per oltre 12 milioni di euro.
Dalle indagini, dell’operazione antimafia Oleandro, sarebbe emerso un meccanismo collaudato con finanziamenti di piccoli tagli, di norma da 500 a 2.500 euro, da rimborsare in rate settimanali o mensili con un tasso di interesse oscillante tra il 140% e il 350% su base annua. Inoltre, sarebbe emersa l’esistenza di una cassa comune in cui far confluire i proventi delle attività illecite e da cui attingere per supportare economicamente gli affiliati detenuti o ex detenuti da poco usciti dal carcere e le relative famiglie.
Come emerge dalle carte d’ordinanza, in merito all’operazione antimafia Oleandro, tanti sono i nomi importanti nel mirino delle indagini, tra cui alcuni appartenenti alla famiglia mafiosa Santapaola Ercolano di Catania.
Tra gli arrestati figurano i due reggenti della cosca nel quartiere, Carmelo ‘Melo’ Salemi, di 65 anni e Giuseppe Russo, di 48, detto ‘il giornalista’. L’arresto è scattato anche per: Antonino Alecci, Andrea Caruso, Giuseppe Conti, Michele Agatino Cuffari, Alessandro De Luca, Giuseppe Gambadoro, Fabrizio Giovanni Papa, Biagio e Corrado Santonocito, Alfio Sgroi, Salvatore Alberto Tropea, Lorenzo Antonio Panebianco e Nunzio Comis, 40 anni, figlio del boss Giovanni Comis, arrestato in flagranza di reato nel 2020 mentre riscuoteva il pagamento di una rata di un prestito a usura da un imprenditore.
L’operazione antimafia Oleandro e la scarcerazione di Michele Agatino Cuffari
Michele Agatino Cuffari, 33enne, è uno degli arrestati dell’operazione antimafia Oleandro. Tuttavia, nella giornata di oggi, i giudici hanno annullato l’ordinanza emessa in precedenza e il Tribunale del Riesame ha disposto la scarcerazione di Michele Agatino Cuffari.
L’uomo oltre ad essere ritenuto uno spacciatore di marijuana, a confermarlo nel corso delle indagini un presunto cliente che ha dichiarato di aver comprato l’erba da lui una volta a settimana al costo di venti euro, era accusato di traffico di droga aggravato per aver agevolato uno dei gruppi più attivi del clan Santapaola Ercolano sui traffici della cosca di Picanello di Cosa Nostra.
L’avvocato difensore Fabio Presenti ha provveduto al ricorso per la condanna del suo assistito, al Tribunale della Libertà. A tal proposito, dalla quinta sezione penale del Riesame, presieduta da Gabriella Larato, giudice relatore Laura Benanti, giudice Chiara Raffiotta, è stata esclusa “l’aggravante mafiosa”, ritenendo assente la finalità di favorire gli affari di Cosa Nostra da parte dell’uomo nell’operazione antimafia Oleandro. Per tali motivi, Michele Agatino Cuffari ha lasciato il carcere di Siracusa ed è attualmente a piede libero.
Le ipotesi di reato, che riguardano Cuffari, restano in piedi nonostante la scarcerazione, a decidere se perseguire o meno l’uomo per l’aggravante mafiosa sarà la Procura distrettuale antimafia, che ha portato avanti l’inchiesta dell’operazione antimafia Oleandro.
Lucrezia Ciotti