Operazione antimafia nel Lametino: 59 arresti

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Una vasta operazione antimafia nel Lametino ha visto protagonisti i Carabinieri della città di Catanzaro, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, colpendo duramente una delle più radicate strutture criminali italiane, la ‘ndrangheta. L’operazione, frutto di un’intensa attività investigativa, è stata condotta sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro e ha portato all’arresto di 59 persone, di cui 50 trasferite in carcere e 9 poste agli arresti domiciliari.

Gli obiettivi e la struttura dell’operazione

L’operazione, attuata dopo una complessa pianificazione, mira a colpire il cuore di un’organizzazione dedita a una serie di attività illecite, tra cui il traffico di sostanze stupefacenti, che rappresenta una delle fonti principali di finanziamento della ‘ndrangheta. Il Gip di Catanzaro ha autorizzato l’esecuzione delle misure cautelari, accogliendo le richieste della DDA che ha delineato in dettaglio il modus operandi del gruppo criminale e la struttura gerarchica su cui si fonda l’organizzazione.

L’inchiesta ha evidenziato una rete criminale ben radicata e organizzata, che agiva secondo rigide regole di affiliazione e con una distribuzione precisa dei ruoli. Ogni membro svolgeva funzioni specifiche, contribuendo all’attività complessiva dell’organizzazione, con una catena di comando che assicurava l’efficienza delle operazioni illecite e garantiva la fedeltà degli affiliati.

La ‘ndrangheta: un’organizzazione complessa e articolata

La ‘ndrangheta si distingue tra le organizzazioni criminali per la sua struttura unica, spesso composta da legami di sangue, che rafforzano il senso di appartenenza e fedeltà all’interno del gruppo. Tale caratteristica la rende particolarmente difficile da contrastare rispetto ad altre organizzazioni mafiose. Non è una struttura monolitica, ma piuttosto una confederazione di clan, noti come “cosche”, ognuno con il proprio territorio e ambito di influenza. Questa rete capillare consente all’organizzazione di operare non solo in Calabria, sua terra d’origine, ma anche su scala internazionale.

La ‘ndrangheta ha ampliato le proprie attività criminali oltre il territorio italiano, creando filiali in diversi Paesi europei e oltreoceano. Questa espansione globale è stata favorita dalla sua struttura flessibile e dalla capacità di adattarsi ai contesti locali, pur mantenendo una salda fedeltà alle proprie origini e tradizioni. Tale fenomeno la rende una delle organizzazioni criminali più pericolose e radicate al mondo, e le operazioni come quella di Lamezia Terme rappresentano solo un tassello nella complessa lotta contro la criminalità organizzata.

Il traffico di stupefacenti: una fonte di guadagno primaria

Uno degli elementi chiave emersi dalle indagini è il ruolo centrale del traffico di stupefacenti all’interno delle attività della ‘ndrangheta. Il gruppo è da tempo noto per essere uno dei principali attori nel traffico di droga in Europa, grazie a contatti internazionali consolidati e a una vasta rete di distribuzione. La Calabria rappresenta spesso un punto di ingresso per i carichi di droga provenienti dall’America Latina, che poi vengono smistati verso altri mercati europei attraverso un’efficiente rete logistica.

Il traffico di stupefacenti non solo fornisce alla ‘ndrangheta risorse economiche immense, ma rafforza anche il suo potere sul territorio, attraverso un controllo capillare delle piazze di spaccio e un’intensa attività di intimidazione e reclutamento. Gli ingenti profitti derivanti dal traffico di droga permettono all’organizzazione di investire in altre attività illegali, tra cui l’estorsione e il riciclaggio di denaro, consolidando ulteriormente la propria influenza economica e sociale.

Gli arresti e le accuse: un duro colpo alla criminalità organizzata

I 59 arresti eseguiti nell’ambito dell’operazione rappresentano un importante colpo per la struttura criminale. Le accuse mosse contro gli indagati comprendono l’associazione di tipo mafioso, la partecipazione a un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e vari altri reati connessi. Le misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari testimoniano la gravità delle accuse e l’elevato rischio di reiterazione del reato da parte degli arrestati.



Tra gli arrestati, figurano non solo esponenti di alto livello dell’organizzazione, ma anche soggetti di grado inferiore, a riprova della capillarità con cui l’organizzazione criminale opera sul territorio. Questo intervento non solo priva l’organizzazione di figure chiave, ma rappresenta anche un messaggio chiaro per chiunque intenda unirsi alla ‘ndrangheta o appoggiarne le attività.

La risposta dello Stato: un segnale di fermezza

Le istituzioni italiane e, in particolare, la magistratura e le forze dell’ordine calabresi dimostrano con questa operazione una ferma determinazione nel contrastare la criminalità organizzata. Non è la prima volta che la DDA di Catanzaro, sotto la guida del procuratore capo, si impegna in operazioni di grande portata contro la ‘ndrangheta. La lotta contro le mafie in Calabria richiede risorse, costanza e una profonda conoscenza del territorio, ed è solo grazie a un coordinamento efficace tra le forze dell’ordine e la magistratura che si possono ottenere tali risultati.

Operazioni di questo tipo richiedono un impegno straordinario da parte degli investigatori, che devono muoversi in un ambiente spesso ostile, caratterizzato dalla diffidenza della popolazione e da una cultura del silenzio che rende difficile la raccolta di testimonianze. Tuttavia, la crescente sensibilizzazione dell’opinione pubblica e l’impegno costante delle istituzioni stanno progressivamente scardinando queste barriere, aprendo la strada a un maggior numero di denunce e a una cooperazione più attiva da parte dei cittadini.

Le prospettive future: un cammino complesso ma necessario

Nonostante il successo dell’operazione, la lotta alla ‘ndrangheta e alla criminalità organizzata rimane complessa e richiede un costante adattamento delle strategie di contrasto. La ‘ndrangheta è infatti in grado di reinventarsi e di modificare le proprie strategie per eludere i controlli delle forze dell’ordine. Pertanto, oltre alle misure repressive, è fondamentale un intervento che coinvolga anche la società civile, le scuole e le istituzioni locali, in un’ottica di prevenzione e sensibilizzazione.

Le operazioni di polizia devono essere accompagnate da programmi di reinserimento per coloro che scelgono di dissociarsi dalla criminalità, offrendo alternative valide e prospettive di vita diverse. La creazione di opportunità lavorative, l’investimento in infrastrutture e l’educazione alla legalità sono strumenti essenziali per sottrarre consenso e potere alle organizzazioni mafiose e per favorire una crescita economica e sociale che liberi il territorio dall’influenza della criminalità.

Una sfida collettiva per la legalità

L’operazione nella zona di Lamezia Terme è un passo significativo nella lotta contro la ‘ndrangheta, ma rappresenta anche una sfida aperta a livello nazionale. La criminalità organizzata, con la sua capacità di infiltrarsi nell’economia e nella società, rappresenta una minaccia non solo per la Calabria, ma per l’intero Paese. La cooperazione tra le forze dell’ordine, la magistratura e i cittadini è cruciale per contrastare un fenomeno che, nonostante gli sforzi, continua a mostrare una forte capacità di resilienza.

 

 

 

Patricia Iori

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