Online Safety Bill: a rischio la privacy sul web?

Online Safety Bill

Pubblicare foto che mostrino l’immigrazione sotto una “luce positiva” potrebbe diventare un reato in UK.
Ma la nuova proposta di legge mette a rischio la privacy e la sicurezza del web

L’Online Safety Bill è un disegno di legge inglese pensato per incrementare la sicurezza online.
In particolare, la proposta vuole proteggere gli utenti di Internet da contenuti fraudolenti e potenzialmente dannosi, e impedire ai bambini di accedere a materiale a rischio.
Secondo il governo, l’Online Safety Bill potrà “rendere il Regno Unito il posto più sicuro al mondo per essere online, proteggendo la libertà di espressione”.

L’obiettivo principale del disegno di legge è la regolazione dei contenuti fruibili online.
Riguarda le piattaforme che ospitano contenuti generati dagli utenti, come Instagram, Twitter, TikTok, Facebook e motori di ricerca come Google.

Attualmente, una piattaforma intermediaria diviene responsabile di un contenuto dannoso solo a seguito di segnalazioni da parte degli utenti.
Secondo la proposta di legge, invece, i gestori dell’azienda hanno il dovere di cercare attivamente contenuti illegali e rimuoverli (pedopornografia, revenge porn, vendita di droghe o armi illegali, istigazione o favoreggiamento al suicidio, terrorismo).
Alle piattaforme viene quindi richiesto di assumersi la responsabilità dei contenuti generati dagli utenti, e “garantire un’adeguata protezione dei cittadini dai danni presentati dai contenuti, attraverso l’uso appropriato di tali servizi di sistemi e processi progettati per ridurre il rischio di tali danni“.

In caso di mancata gestione dei contenuti, le multe potrebbero essere molto pesanti.

Stop alle foto “positive” degli immigrati

Stando a una recente dichiarazione di Michelle Donelan, direttrice del dipartimento Digital, Culture, Media and Sport del Regno Unito, pubblicare contenuti che raffigurino “positivamente” l’immigrazione potrebbe configurarsi come reato.

Il favoreggiamento, la complicità, l’assistenza, la cospirazione, ecc. di tali reati [immigrazione clandestina] attraverso la pubblicazione di video di persone che attraversano il canale e che mostrano tale attività in una luce positiva potrebbe essere un reato commesso online e quindi rientrare tra i contenuti illegali prioritari. Il risultato di questo emendamento sarebbe che le piattaforme dovrebbero rimuovere proattivamente tali contenuti

Questo preoccupa soprattutto i giornalisti e i gruppi per i diritti umani.
Le legge, infatti, si impegna a proteggere il “giornalismo partecipativo” e gli “editori di notizie riconosciuti” dalla censura. Tuttavia, un’eccessiva regolamentazione dei contenuti potrebbe essere dannosa.

Come spiega la giornalista Diane Taylor, il divieto di pubblicare contenuti relativi all’immigrazione potrebbe minare le indagini e le inchieste.

E se le società di social media, timorose di azioni legali, reagissero bloccando una vasta gamma di filmati relativi al canale? Questa nuova regola potrebbe portare a una soppressione delle prove vitali di qualsiasi incidente riguardante la Manica?

La raccolta di prove nelle indagini sulle tragedie di piccole imbarcazioni nella Manica è complessa e le riprese video potrebbero essere vitali.

Inoltre, le aziende potrebbero decidere di utilizzare l’intelligenza artificiale per moderare i contenuti. Questa, però, potrebbe commettere errori nel giudicare un’immagine “positiva” o “negativa“, favorendo così la disinformazione.

Online Safety Bill: la privacy degli utenti a rischio?

Un altro tema che preoccupa gli esperti riguarda la crittografia end-to-end, requisito fondamentale di privacy per gli utenti, ma anche per la comunicazione tra giornalisti e fonti.
Una nuova clausola impone alle società tecnologiche di scansionare la crittografia per intercettare eventuale materiale pedopornografico, in modo che possa essere segnalato alle autorità.
Ciò implica che l’azienda abbia accesso al contenuto del messaggio prima che questo venga crittografato, per esempio mediante il sistema “scansione lato client“.

Se va tutto bene, viene semplicemente crittografato e va per la sua strada. Se non lo è, va alla National Crime Agency

Un altro metodo, più rischioso, è quello di creare “backdoor“.

Si rompe la crittografia da qualche parte nel mezzo. In questo modo si creano delle porte secondarie, e le porte secondarie creano vulnerabilità che altri malintenzionati possono sfruttare, come hacker o Stati ostili.
Invece di avere un sistema di messaggistica totalmente sicuro, in cui si sa che nessun altro può entrare, si ha improvvisamente un sistema in cui qualcun altro può entrare se lo desidera





Secondo l’analisi legale dell’organizzazione Index on Censorship, per la difesa della libertà di espressione, l’Online Safety Bill potrebbe dar forma a una sorveglianza di Stato.

Parti del disegno di legge equivalgono a una sorveglianza imposta dallo Stato, perché installano il diritto di imporre tecnologie che intercetterebbero e scansionerebbero le comunicazioni private su larga scala

In una lettera indirizzata al Primo Ministro Rishi Sunak, 70 organizzazioni, esperti di informatica e funzionari eletti hanno espresso la loro preoccupazione.

Con gli attacchi informatici sempre più frequenti e sofisticati, la dipendenza dei cittadini e delle imprese del Regno Unito dalla crittografia end-to-end per mantenersi al sicuro non è mai stata così grande.

[…]
Per la sicurezza economica, una società libera e l’Internet più sicuro possibile per i cittadini del Regno Unito, chiediamo a voi e al governo del Regno Unito di garantire che la legge sulla sicurezza online non comprometta la crittografia end-to-end

L’Online Safety Bill si trova ora nella Camera dei Lord per ulteriori revisioni, e potrebbe essere approvata entro fine anno.

Giulia Calvani

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