Le organizzazioni umanitarie Human Rights Watch (HRW) e Medici Senza Frontiere (MSF) hanno puntato i riflettori sulla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, sollevando accuse gravi contro Israele. Il 19 dicembre, HRW ha parlato di “atti di genocidio”, mentre MSF ha denunciato segnali di pulizia etnica a Gaza, delineando un quadro drammatico delle condizioni dei civili palestinesi. Le accuse delle ONG arrivano poco più di due settimane dopo la denuncia di genocidio da parte di Amnesty International che, in un rapporto, aveva accusato lo Stato di Israele di agire “sfacciatamente, continuamente e con totale impunità”.
Il rapporto di Human Rights Watch
Secondo un comunicato di HRW, Israele è accusata di genocidio e pulizia etnica a Gaza e sono dunque responsabili di gravi crimini contro l’umanità. In particolare, il rapporto evidenzia dapprima come Israele avrebbe deliberatamente privato la popolazione di Gaza di un adeguato accesso all’acqua, contribuendo alla morte di migliaia di persone. “Le autorità israeliane si sono rese responsabili di sterminio e atti di genocidio”.
La crisi idrica è stata aggravata dalla distruzione di infrastrutture essenziali e dalla mancanza di carburante per le pompe idriche. Secondo l’organizzazione, l’assedio imposto a Gaza a partire dall’ottobre 2023 ha ridotto drasticamente l’accesso a beni essenziali come elettricità e acqua potabile.
Il rapporto di 179 pagine include testimonianze di 66 palestinesi, operatori sanitari e personale di organizzazioni umanitarie, oltre ad analisi di immagini satellitari e dati epidemiologici. HRW accusa Israele di aver limitato intenzionalmente l’accesso all’acqua per una presunta volontà di sterminio, sottolineando che tali azioni configurano un crimine contro l’umanità.
“Non si tratta solo di negligenza: è una strategia di privazione che ha portato alla morte di migliaia di persone per disidratazione e malattie”, ha affermato Tirana Hassan, la direttrice esecutiva di Human Rights Watch.
Le accuse di Medici Senza Frontiere
Anche MSF ha riportato una serie di attacchi contro il proprio personale e le strutture sanitarie a Gaza. Quarantuno episodi documentati includono bombardamenti su ospedali e convogli umanitari. L’organizzazione ha denunciato un assedio che ha intrappolato i civili palestinesi, costringendoli a lasciare le loro case e privandoli di assistenza medica adeguata. Il rapporto di MSF, che porta il titolo di “Gaza: vita in una trappola mortale”, descrive la situazione come “pulizia etnica” e invita la comunità internazionale a intervenire per proteggere la popolazione civile.
Ancora una volta, la ONG chiede all’intera comunità internazionale di intervenire per un cessate il fuoco immediato, che salvi le vite umane e fermi gli attacchi indiscriminati di Israele contro innocenti civili palestinesi. “Le persone a Gaza lottano per la sopravvivenza in condizioni apocalittiche, ma nessun luogo è sicuro, nessuno è risparmiato e non c’è via d’uscita da questa enclave distrutta”, così descrive Gaza Christopher Lockyear, Segretario generare di MSF.
Anche MSF denuncia le scarse risorse e disponibilità sanitarie: il personale medico e i pazienti sono sempre costretti a scappare dagli ospedali, in quanto strutture a rischio di bombardamento. HRW riporta che la carenza d’acqua potabile ha favorito la diffusione di malattie, causando un aumento significativo delle morti, soprattutto tra i neonati. Le condizioni igieniche non esistono più ed è quasi impossibile accedere a servizi sanitari e procurarsi delle medicine.
La risposta di Israele
Il ministero degli Esteri israeliano ha respinto con forza le accuse di HRW di pulizia etnica a Gaza, definendo il rapporto “pieno di bugie” e “propaganda antisraeliana”. Un portavoce militare ha negato che l’esercito abbia preso di mira deliberatamente le infrastrutture idriche della Striscia di Gaza.
Anche gli Stati Uniti hanno espresso scetticismo riguardo alle conclusioni di HRW. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Vedant Patel, ha dichiarato di non essere d’accordo con la sintesi di genocidio e pulizia etnica a Gaza, anche se riconosce la gravità degli atti lungo la Striscia di Gaza.
Reazioni internazionali
La comunità internazionale resta divisa. Amnesty International, in un rapporto recente, ha accusato Israele di aver “scatenato l’inferno” a Gaza dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Nel frattempo, il governo sudafricano ha presentato un ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia, sostenendo che Israele stia commettendo un genocidio. HRW ha esortato i governi e le organizzazioni internazionali a intervenire, suggerendo misure come la sospensione dell’assistenza militare e il sostegno alla Corte Penale Internazionale.
Le accuse di HRW e MSF di genocidio e pulizia etnica a Gaza dipingono un quadro allarmante della situazione in Medio Oriente, evidenziando una crisi umanitaria che richiede una risposta urgente. Mentre Israele respinge le accuse e gli Stati Uniti rimangono cauti, le organizzazioni umanitarie continuano a chiedere un intervento internazionale per prevenire ulteriori tragedie.