OMS: donne con disabilità a rischio violenza 4 volte in più

Donne con disabilità OMS 25 novembre

Le donne con disabilità sono esposte a un rischio significativamente maggiore di subire violenza rispetto alle donne senza disabilità, con probabilità che possono essere anche quattro volte superiori. Questo fenomeno, nonostante la sua gravità, è spesso invisibile o minimizzato, anche nei dati ufficiali, e necessita di politiche e leggi specifiche per contrastarlo in modo efficace.

Un fenomeno poco visibile e mal compreso

Le statistiche ufficiali, purtroppo, non restituiscono un quadro completo della situazione. Ad esempio, i dati dell’Osservatorio Nazionale di Non Una di Meno evidenziano che nel 2024 sono stati registrati 108 femminicidi, di cui 14 hanno riguardato donne con disabilità o malattie gravi. Questo dato, purtroppo, non coglie l’intera portata del fenomeno, che resta sottostimato sia nelle statistiche che nelle politiche di intervento.

Secondo stime di organizzazioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le donne con disabilità hanno un rischio di subire violenza che è fino a quattro volte maggiore rispetto alle loro coetanee non disabili. Tale rischio aumenta ulteriormente per le donne con disabilità intellettive e psichiche, che sono più facilmente esposte ad abusi. La mancanza di credibilità delle vittime, insieme alla scarsa accessibilità delle risorse di supporto, rende ancora più difficile per queste donne denunciare e ottenere giustizia.

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La violenza nascosta tra le mura di casa e nei luoghi di lavoro

Molti dei casi di violenza ai danni delle donne con disabilità avvengono in contesti che dovrebbero essere protettivi, come la famiglia, le strutture sanitarie o i luoghi di lavoro. Le dinamiche familiari possono essere particolarmente problematiche, in quanto molti aggressori sono persone di fiducia, come parenti o assistenti personali. In questi ambienti, la violenza fisica, psicologica e sessuale si intreccia spesso con dinamiche di dipendenza economica, isolamento sociale e mancanza di supporto adeguato.

Anche nel contesto lavorativo, le donne con disabilità sono vulnerabili a forme di violenza e discriminazione, che vanno dal mobbing alle molestie verbali, fino a casi più gravi di abuso. Le normative esistenti in Italia, sebbene abbiano fatto dei passi in avanti, non sono sufficientemente applicate nei casi che coinvolgono le disabilità. In particolare, le donne con disabilità intellettive o psichiche sono spesso considerate meno credibili e più vulnerabili, il che aumenta il rischio di subire violenza senza che vengano ascoltate o protette.

Il ruolo della sensibilizzazione e delle politiche inclusive

Affinché la violenza contro le donne con disabilità possa essere prevenuta e contrastata in modo efficace, è fondamentale promuovere politiche inclusive che rispondano alle esigenze specifiche di questa categoria. I centri antiviolenza devono essere accessibili e formati per gestire casi complessi che coinvolgono donne con disabilità. Inoltre, è necessario potenziare le normative esistenti e introdurre nuove leggi che affrontino in modo mirato le discriminazioni multiple che le donne con disabilità devono affrontare. Queste normative dovrebbero includere misure di supporto psicologico, legale e sanitario, nonché l’accesso facilitato ai servizi.



L’intersezionalità, ovvero la sovrapposizione di discriminazioni legate al sesso e alla disabilità, è un aspetto cruciale da considerare. Le donne con disabilità subiscono infatti violenze che nascono da una combinazione di pregiudizi basati sul sessismo e sull’abilismo. La violenza, quindi, non è solo il risultato di un’unica forma di discriminazione, ma di un intreccio di fattori che rende la loro condizione ancora più fragile.

Inoltre, è essenziale che venga sviluppato un sistema di monitoraggio continuo, in grado di raccogliere dati più precisi e completi su questi fenomeni. Campagne di sensibilizzazione mirate, insieme all’educazione al rispetto e alla parità di genere fin dall’infanzia, sono strumenti fondamentali per prevenire la violenza e combattere gli stereotipi che la alimentano.

La necessità di una legislazione ad hoc

Una delle principali richieste avanzate dalle associazioni che si occupano di disabilità e violenza di genere è l’introduzione di leggi specifiche che uniscano i temi della disabilità e della violenza contro le donne. È necessario che il legislatore crei strumenti ad hoc per proteggere in modo efficace le donne con disabilità, garantendo loro l’accesso a servizi adeguati e un sistema di giustizia che prenda in considerazione le difficoltà particolari di queste vittime. Solo attraverso leggi mirate si potrà garantire una protezione effettiva a questa categoria vulnerabile, che oggi resta troppo spesso invisibile e non ascoltata.

Prevenzione, cultura inclusiva e sostegno psicologico

Affinché il fenomeno della violenza venga contrastato in maniera efficace, è fondamentale sviluppare una cultura inclusiva che parta dall’educazione al rispetto della diversità. L’approccio preventivo è decisivo per abbattere stereotipi e pregiudizi che alimentano la discriminazione nei confronti delle donne con disabilità. L’integrazione di percorsi educativi e di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere e delle disabilità è il primo passo per una società che rispetti i diritti e la dignità di tutte le persone.

Infine, è importante sottolineare che le risorse digitali possono essere utilizzate per offrire supporto immediato e sicuro alle donne con disabilità, anche a distanza. Strumenti tecnologici e servizi online accessibili sono essenziali per garantire che le donne in difficoltà possano ottenere aiuto in tempi rapidi, senza dover affrontare ulteriori barriere fisiche o sociali.

La violenza contro le donne con disabilità è una piaga che va combattuta su più fronti, dalla legislazione alla sensibilizzazione sociale. È fondamentale che le istituzioni, la società civile e le organizzazioni del terzo settore collaborino per creare un sistema di protezione integrato, che non solo risponda alle necessità immediate delle vittime, ma che prevenga la violenza attraverso una cultura inclusiva e l’eliminazione delle disuguaglianze strutturali che perpetuano la discriminazione.

Vincenzo Ciervo

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