Joshua Cavallo, 21 anni, calciatore centrocampista dell’Adelaide United, ha fatto coming out pochi giorni fa. Una dichiarazione piena di coraggio che infrange quello che è un tabù ricorrente nel mondo calcistico. Il giovane calciatore, con un video postato su Internet, ha dichiarato al mondo la propria omosessualità.
Il suo gesto è stato appoggiato da tutti i compagni di squadra, che lo hanno sostenuto nella sua decisione. Non solo i suoi compagni di squadra, ma anche tutto il mondo sportivo ha manifestato il proprio supporto al calciatore.
Il giovane calciatore 21enne spera che la sua confessione possa aiutare a sconfiggere i pregiudizi e la paura. Tutti devono sentirsi liberi di poter manifestare la propria sessualità, anche nel mondo sportivo, senza che questo possa precluderne la carriera.
Justin Fashanu e il desiderio di essere libero
Il primo calciatore a dichiarare apertamente la propria omosessualità sarà Justin Fashanu nel 1990. Nato a Londra nel 1961, passerà la sua infanzia in orfanotrofio in seguito alla separazione dei genitori. Tra i 5 e i 6 anni vivrà con una famiglia inglese e inizierà a giocare a calcio. Da ragazzo muoverà i primi passi nel mondo del calcio ed entrerà a far parte del settore giovanile del Norwich City.
Fashanu è un vero talento. Firma molti contratti e, allo stesso tempo, continua la sua scalata verso la popolarità. Tuttavia il talento non basta in un mondo disumano che ci vuole tutti uguali. Già da adolescente verrà emarginato e discriminato.
Nel 1981, a soli 20 anni, approda al Notthingam. Iniziano a circolare voci sulla sua sessualità. Le voci arriveranno all’orecchio del suo allenatore Brian Clough, causando una definitiva rottura tra i due. Clough è un uomo d’altri tempi, un uomo duro con rigide idee moraliste. È un conservatore che non può accettare un tale comportamento all’interno della sua squadra. Per questo motivo umilierà ripetutamente Justin, allontanandolo e facendogli credere di essere “sbagliato”.
Justin, si rifugia nella Chiesa evangelica, che, come aveva fatto prima lo stesso allenatore, gli farà credere di essere in errore e cercherà di portarlo sulla “retta via”.
Dopo molti anni, un infortunio e tre anni di stop, Justin deciderà di rivelare al mondo la propria omosessualità. Consapevole del suo gesto, Justin ne parla apertamente per cercare di distruggere i tabù e infondere coraggio a quanti, come lui, sono timorosi del giudizio degli altri.
In realtà la sua rivelazione otterrà l’effetto contrario. Tutti si allontaneranno da lui e la sua carriera calcistica segnerà una brusca frenata. Messo ai margini sia dai compagni che dal fratello, accusato di aver stuprato un ragazzo, Justin si ritrova da solo a dover sopportare delle accuse e dei giudizi che lo colpiscono come delle lame. Il peso delle accuse, delle parole, del disprezzo, della solitudine lo porteranno al suicidio.
La libertà di essere sé stessi non deve trasformarsi in discriminazione
Quello di Justin Fashanu, di Joshua Cavallo e di tutti coloro che fanno coming out non dovrebbe essere più visto come un gesto coraggioso, ma piuttosto come una dichiarazione normale, all’ordine del giorno.
Sicuramente, a piccoli passi, le cose stanno cambiando. Lo stesso Joshua Cavallo, dopo aver dichiarato la propria omosessualità, ha spiegato quanto sia stato difficile per lui non potersi sentire libero di esprimere se stesso.
Nel mondo sportivo e, soprattutto, nel mondo del calcio, essere gay è ancora un tabù. La dichiarazione di Joshua è un gesto che ci fa sperare nel cambiamento e che ci deve fare riflettere su quanto sia importante parlarne per creare una società inclusiva.