In India l’omosessualità non è più un reato. È la storica decisione della Corte suprema che ha depenalizzato l’omosessualità, ponendo così fine ad un divieto di una legge risalente all’epoca coloniale.
Il governo nazionalista indù di Narendra Modi, nonostante sia conservatore su temi sociali come questo, aveva preferito non prendere posizione su questo argomento.
Cosa prevedeva la legge
La legge risaliva al 1860 e fu mutuata dai colonizzatori britannici. Essa prevedeva una multa e la reclusione da un minimo di 10 anni fino all’ergastolo, per chiunque avesse avuto volontariamente “rapporti carnali contro l’ordine della natura”. Dunque, nella carta i comportamenti omosessuali era punibili con il carcere a vita. Tuttavia, nei fatti, raramente ci sono state persecuzioni giudiziarie per le relazioni tra persone dello stesso sesso.
La decisione della Corte suprema
La sentenza arriva dopo decenni di battaglie legali: già nel 2009 era stata presa una decisione simile dall’Alta corte di Delhi, poi cancellata dalla stessa Corte suprema nel 2013. A luglio di quest’anno, cinque giudici della Corte suprema avevano ascoltato varie persone omosessuali – comprese alcune celebrità – che denunciavano l’articolo come contrario alla Costituzione. Dopo settimane di discussione, la decisione della massima istanza giudiziaria del Paese: la cancellazione della sezione 377 della legge che parlava di “rapporti carnali contro l’ordine naturale”, ritenendola illegale.
La legge era diventata un’arma per la persecuzione della comunità LGBT.
Questo il commento del giudice Dipak Misra, che ha aggiunto: “Criminalizzare l’omosessualità è irrazionale, indifendibile e manifestamente arbitrario“.
La reazione della comunità LGBT
Attualmente non esistono dati ufficiali, ma in base ad una stima del governo indiano, risalente al 2012, nel secondo Paese più popoloso al mondo, gli omosessuali sono più di due milioni e mezzo – su una popolazione di 1,25 miliardi di abitanti. La sentenza è stata accolta con gioia dalla comunità LGBT indiana: immagini diffuse dalla televisione locale mostravano gli attivisti, che si erano battuti per questa causa, piangere lacrime di gioia dopo la lettura della sentenza.
Secondo l’ILGA, ovvero, l’associazione internazionale delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali, l’India diviene così il 124esimo Paese del mondo in cui l’omosessualità non è o non è più considerata reato penale.
Domenico Di Maura