Omofobia e transfobia, numeri di violenza e odio quotidiano

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Il report redatto da Arcigay sull’omofobia e la transfobia: “Ogni tre giorni un’aggressione sulla cronaca”. I numeri di una storia di odio e violenza quotidiana in Italia.

Sono circa 50 le richieste di aiuto al giorno nel 2021 secondo quanto raccolto dal contact center nazionale Gay Help Line. Più di 20.000 all’anno. I dati raccolti parlano di una continua e crescente escalation di violenze e aggressioni. In Italia, secondo il censimento di Arcigay, sono 120 gli episodi di omofobia e transfobia nelle pagine di cronaca. Al momento l’Italia si colloca al 35esimo posto della classifica dei Paesi Europei per politiche a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone LGBT+ (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans).

Questi numeri purtroppo non ci danno un dettaglio preciso del fenomeno. Vi è una crescente difficoltà nel denunciare casi di omofobia e transfobia: nel periodo pandemico infatti la percentuale di ricatti e minacce subiti da persone LGBT+ è cresciuto passando dall’11% al 28%, mentre i casi di mobbing e discriminazioni sul posto di lavoro sono addirittura passate dal 3% al 15%.

L’ambiente familiare

Non si trova rifugio neanche nel proprio ambiente familiare, dove secondo Gay Help Line, il 17% dei ragazzi maggiorenni ha perso il sostegno economico da parte della famiglia a seguito del coming out. Parte di questa fetta di ragazzi è stata costretta ad abbandonare casa e lasciata per strada a causa del proprio orientamento sessuale.

I casi di violenza familiare a stampo omotransfobico non riguarda esclusivamente i ragazzi maggiorenni. Il 36% dei minori omosessuali e transessuali ha visto innanzitutto il totale rifiuto da parte del proprio nucleo familiare, a cui seguono episodi di isolamento e tentativi di conversione attraverso pressioni sull’espressione del proprio genere e della propria sessualità, oltre ad abusi verbali e violenza fisica.

L’aspetto normativo

I numeri ci indicano come sia fondamentale colmare un vuoto normativo inerente l’omofobia e la transfobia. Può essere utile una legge che fornisca uno strumento di denuncia, ma è necessaria anche una norma a tutela della vittima. Il problema sussiste non solo giuridicamente, ma anche culturalmente. In uno stato di diritto, per poter combattere concretamente il fenomeno non serve esclusivamente introdurre la sanzione. Va abbattuto il muro di paura che ostacola le persone vittime di aggressioni omotransfobiche. Diventa fondamentale un processo di prevenzione, o meglio ancora di istruzione, che in Italia manca in maniera concreta e significativa.

La necessità di educare

Cosa fare per poter invertire rotta? Insegnare nelle scuole, nelle età ritenute opportune, che esistono non solo famiglie con una mamma e un papà, ma anche coppie con due padri o due madri. Veicolare il messaggio che ognuno può vivere la propria sessualità come meglio ritiene e come meglio crede, senza paura di essere aggredito per un bacio dato al proprio partner. Sensibilizzare le famiglie alle tematiche inerenti l’omofobia e la transfobia, senza far diventare questo processo una lotta politica o socio-culturale. Passando dalle scuole e dalle famiglie si può sperare in un mondo dove una coppia di semplici amanti possa tenersi per mano senza paura, ma orgogliosamente liberi di esprimersi per quel che sono.

Matteo Abbà

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