Svelati i mandanti dell’omicidio Geraci dopo 25 anni

indagini sull'omicidio Geraci

Nel buio annuncio del marzo 1998, l’omicidio di Domenico “Mico” Geraci, sindacalista della Uil, gettò un’ombra indelebile sulla Sicilia. Colpito a morte da una raffica di colpi di fucile a pompa, il sindacalista Geraci fu ucciso davanti alla sua abitazione a Caccamo, in provincia di Palermo. L’omicidio Geraci, inizialmente avvolto nel mistero, ha ora conosciuto nuovi sviluppi, rivelando i fili intricati di una trama criminale orchestrata da Bernardo Provenzano, boss della mafia siciliana. A distanza di 25 anni dall’omicidio Geraci, sono stati scoperti altri dettagli sulla sua morte, in particolare i mandanti fisici di Provenzano.

Cronaca dell’omicidio Geraci

Il 4 marzo 1998, la vita di Domenico “Mico” Geraci, sindacalista della Uil, fu tragicamente interrotta. Di fronte al suo domicilio a Caccamo, provincia di Palermo, un fucile a pompa sparò una raffica di colpi che portarono alla sua morte. Il boss mafioso Bernardo Provenzano orchestrò questo efferato assassinio, gettando nel lutto la famiglia Geraci.

L’omicidio Geraci è passato nella storia delle stragi di mafia anche perché una vicenda cruenta: le circostanze dell’assassinio di Geraci furono con due testimoni, la moglie e il figlio della vittima. Ad approvare l’uccisione sono stati Pietro e Salvatore Rinella, i quali oggi hanno ricevuto una notifica dopo alcune nuove dichiarazioni da parte dei pentiti di mafia.

Nuove rivelazioni a distanza di 25 anni

Solo recentemente, dopo un quarto di secolo di indagini e mistero, emergono nuovi dettagli che rivelano gli intricati fili di questa vicenda. Filippo Lo Coco e Antonino Canu, esecutori materiali dell’omicidio, sono entrambi deceduti. I veri mandanti – come già detto infatti – furono i fratelli Pietro e Salvatore Rinella, sono stati individuati e ora si trovano dietro le sbarre, grazie a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dai carabinieri.

Il caso è stato in osservazione e in studio per moltissimo tempo e le indagini sono state svolte dalla Procura di Termina Imerese e poi da quella di Palermo; ultimamente, il caso è stato posto sotto indagine anche dalla commissione parlamentare dell’Antimafia che ha lasciato una serie di approfondimenti sull’omicidio Geraci.

Un delitto dal movente coraggioso

Il movente dell’omicidio Geraci risiedeva nelle azioni coraggiose di Geraci. Si schierò contro i mafiosi locali, denunciò il tentativo di influenzare il piano regolatore di Caccamo e la gestione dell’acqua. Rifiutò anche di gestire contributi agricoli per conto di esponenti di Cosa Nostra. Questi gesti coraggiosi gli costarono la vita, diventando un ostacolo per Provenzano, che aveva una forte influenza nella roccaforte di Caccamo.

Omicidio Geraci: un uomo della politica

Il sindacalista aveva anche intrapreso la strada della politica, candidandosi come sindaco di Caccamo con una lista civica. Questo ulteriore affronto scatenò l’ira di Provenzano, che decise di eliminare definitivamente il sindacalista scomodo. Il sindacalista Geraci è morto all’età di 44 anni e fu ucciso per una punizione politica e civica: l’attivista si era schierato per i diritti dei lavoratori e contro la mafia siciliana del boss di Caccamo.



La trama dell’omicidio Geraci è piuttosto complicata, dato che ci sono molti mandanti ed esecuturi: il tutto partì dal boss Bernardo Provenzano che ordinò l’omicidio. In seguito, Pietro e Salvatore Rinella pianificarono l’intero omicidio; infine, i mandanti materiali sono stati due giovani che poi furono uccisi dagli stessi boss mafiosi.

La risoluzione di un caso complesso

Il mistero attorno all’omicidio di Geraci ha attraversato anni di archiviazioni e riaperture dell’inchiesta. Solo di recente, grazie alle testimonianze di collaboratori di giustizia come Emanuele Cecala, Massimiliano Restivo e Andrea Lombardo, è stata fatta luce su uno degli omicidi più efferati di quegli anni. Questi uomini coraggiosi hanno contribuito a far emergere la verità nascosta per troppo tempo.

Per 25 anni infatti ci sono stati dei misteri troppo grandi sul caso dell’omicidio Geraci grazie alle indagini della Procura di Palermo e le indagini dell’antimafia. “Sono sicuro che Mico oggi sta sorridendo” è stata infatti una delle frasi conclusive per sottolineare la soddisfazione nella risoluzione delle indagini.

La risoluzione dell’omicidio Geraci è stata sicuramente una delle vittorie più importanti contro le stragi e gli omicidi di mafia: lunga è infatti la lista di sindacalisti, magistrati, politici e attivisti che hanno perso la vita uccisi dalle cosche mafiose, e sulle cui scomparse non è mai stata fatta giustizia. Molte delle soddisfazioni sono arrivate sopratutto dal Segretario Generale della CGIL di Palermo, Mario Ridulfo.

Un simbolo del coraggio contro la criminalità

Il sindacalista Mico Geraci è emerso come un simbolo del coraggio contro la criminalità organizzata, una voce che si è levata contro l’ingiustizia fino al suo ultimo respiro. Mentre i fratelli Rinella affrontano ora la giustizia, il caso dell’omicidio Geraci rimane una testimonianza di come la determinazione e la collaborazione possano portare alla luce verità sepolte per anni.

Lucrezia Agliani

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