Omicidi-suicidi: l’ultimo caso a Mantova, salva la bimba di 6 anni

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Non basta più affliggere uno strazio e un dolore indicibili ai propri familiari e amici. L’egoismo dei suicidi (almeno in molti casi) si è trasformato in una visione egocentrica ed egoriferita senza pietà: non vivo io ma non vivrai nemmeno tu.

Una tendenza, quella dei suicidi-omicidi, in sempre maggiore crescita. Le cronache sono da anni piene di episodi dove chi è di fatto un assassino, poiché ha tolto la vita a qualcuno, poi finisce per uccidere anche se stesso. Accade statisticamente per lo più quando a infliggere la morte è un ex compagno o marito, che non riesce ad accettare la separazione. L’ultimo caso, invece, ha visto protagonista una coppia e la loro figlia di soli 6 anni.




Il caso di Mantova

Il caso di Mantova è solo l’ultimo di una lunga serie, anche se molti aspetti sono ancora da chiarire. Premeditazione e probabilmente disperazione dietro a questa storia di suicidi. Due genitori (Gurpreet Singh, 36 anni e Kaur Sandeep, 27 anni entrambi di origine indiana) si sono tolti la vita a Pegognaga, in provincia di Mantova, nell’ appartamento in cui vivevano.

Nel loro piano, probabilmente, la stessa sorte doveva toccare la loro figliola, di appena sei anni. La bimba è stata trovata in stato di choc e con lividi sul collo dal nonno che, non avendo risposta dal figlio, si è recato a fargli visita in casa. Ha quindi trovato la piccola, con segni sul collo, probabilmente dovuti al tentativo di togliere la vita. Tentativo non si sa ancora come ne perché, fallito. La piccola è ora all’ospedale Carlo Poma di Mantova, dove sono state trasportate anche le salme dei genitori. La bambina sarà sentita dagli inquirenti, superata la fase traumatica.

Nessun atteggiamento faceva pensare ai suicidi

Il datore di lavoro di Gurpreet, titolare di un’azienda agricola proprio a Pegognana, dice che non aveva avuto alcun presagio della tragedia. Sembravano una famiglia felice. Eppure, col senno del poi, forse un piccolo segnale vi era stato, ovvero una chiamata al lavoro, l’altro ieri, per avvisare che non sarebbe andato poiché doveva accompagnare la moglie dal medico. L’ipotesi più accreditata dagli inquirenti è quindi che i due coniugi avessero premeditato il tutto e che, nel loro piano, fosse inclusa anche la morte della figlia. Le forze dell’ordine stanno comunque indagando in tutte le direzioni.

Il fenomeno degli omicidi-suicidi

Il fenomeno dell’omicidio-suicidio è stato sottoposto a diversi tentativi di classificazione. Il più accreditato ed utilizzato è quello di Marzuk (1992). La tesi si basa sul fatto che il forte attaccamento tra l’assassino e la vittima aumenta la possibilità del suicidio. Tra le forme più diffuse vi è l’omicidio-suicidio “per gelosia”, che è stato il movente del 24% di tutti i casi di omicidio-suicidio avvenuti in Italia. Tuttavia questo fenomeno non può essere ristretto a mera statistica. Depressione, senso di impotenza, disperazione (di fronte a perdita di lavoro o grave malattia) sono spesso le cause di questi gesti estremi. Nel caso del figlicidio- suicidio spesso il bambino, in maniera patologica, viene considerato un prolungamento del sé. Le famiglie dove comunque si coltivano rapporti violenti sono le più a rischio.

Omicidi-suicidi: quanta colpa ha la società?

Circa il tema di omicidi-suicidi Durkheim ha, invece, una visione meno individualistica che vedrebbe come responsabile la società, frustrazioni generate dai rapporti sociali e da una società che nega all’individuo riferimenti, norme e valori condivisi, che viene meno al suo ruolo disciplinante. Un grave disagio che conduce a depressioni forti, dove col cambiare delle regole del gioco, l’individuo si trova spiazzato e sceglie di abbandonare ogni cosa.

Marta Migliardi




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