La rielezione di Ngozi Okonjo-Iweala come direttrice generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) non è solo un evento istituzionale: è un momento che risuona con forza simbolica in un mondo in cerca di equilibrio tra progresso e divisioni. Il 29 novembre, i 164 membri dell’OMC hanno deciso all’unanimità di affidarle un secondo mandato, che inizierà ufficialmente nel settembre 2025. Una scelta che conferma la fiducia nella sua leadership e nella sua visione: un commercio globale che non si limiti al profitto, ma che diventi una leva per l’inclusività e la sostenibilità. Ma come si arriva a questo momento? E cosa significa davvero avere una donna africana al comando di una delle istituzioni più complesse del mondo?
Un messaggio di fiducia
Dopo la sua rielezione, Ngozi Okonjo-Iweala ha ribadito il suo impegno a rafforzare il ruolo dell’organizzazione in un contesto globale sempre più complesso. La direttrice generale ha sottolineato l’importanza dell’OMC nell’affrontare sfide epocali, come la pandemia, i conflitti e le crescenti tensioni geopolitiche, evidenziando la necessità di un sistema commerciale multilaterale più inclusivo ed equo. Guardando al futuro, ha posto l’accento sull’obiettivo di promuovere il commercio come motore di crescita economica e resilienza, con benefici che raggiungano ogni angolo del mondo.
La storia di Ngozi: barriere rotte e opportunità create
Ngozi Okonjo-Iweala è abituata a sfidare aspettative. Prima donna e prima persona africana a dirigere l’OMC, il suo curriculum è straordinario: ruoli chiave alla Banca Mondiale, due mandati come ministra delle finanze della Nigeria e una reputazione di risolutezza. Ma ciò che la rende unica non è solo la sua esperienza. È la capacità di tradurre dati in storie, visione in risultati, e complessità in soluzioni concrete.
Non è sempre stato facile. Quando, nel 2020, l’amministrazione Trump bloccò la sua candidatura, il messaggio era chiaro: il cambiamento spaventa. Ma Ngozi Okonjo-Iweala è andata avanti, costruendo alleanze e dimostrando che la diversità non è un ostacolo, ma una risorsa. Oggi, quella resistenza iniziale rende la sua rielezione ancora più significativa. Questa volta, non ci sono state opposizioni. La strada, però, resta irta di sfide.
Un primo mandato tra crisi e soluzioni
Quando ha preso il timone nel marzo 2021, il commercio globale era in una crisi senza precedenti. Pandemia, tensioni tra Stati Uniti e Cina, protezionismo dilagante: un cocktail micidiale. Eppure, sotto la sua guida, l’istituzione ha segnato alcune vittorie cruciali.
Una delle più memorabili? La mediazione per un accordo sul commercio dei vaccini, che ha incluso negoziati complessi sulla proprietà intellettuale, portando a progressi nella produzione globale. Secondo i dati di fonti ufficiali, iniziative come COVAX, sostenute dall’OMC e da altre organizzazioni, hanno distribuito milioni di dosi nei paesi a basso reddito, anche se il numero è stato limitato rispetto alle necessità.
Non solo: ha iniziato a spingere per una modernizzazione delle politiche commerciali, introducendo digitalizzazione e misure più inclusive. Iniziative come la piattaforma di commercio digitale dell’OMC hanno migliorato la trasparenza e ridotto i costi per le imprese emergenti, favorendo una maggiore partecipazione delle piccole imprese e delle donne nel commercio globale.
Eppure, i nodi restano. Il sistema di risoluzione delle dispute, bloccato dal 2019 a causa della mancanza di giudici nell’Appellate Body, continua a rappresentare una sfida significativa. Le divisioni tra Nord e Sud del mondo rendono quasi impossibile trovare un consenso su temi come il cambiamento climatico e le regole per il commercio digitale. Tuttavia, la leadership di Ngozi ha già dimostrato che progressi sono possibili, e il secondo mandato rappresenta un’occasione per costruire un sistema più resiliente e inclusivo.
Il futuro del commercio globale: quattro sfide cruciali
Con il secondo mandato, le aspettative sono alte. Ngozi Okonjo-Iweala dovrà affrontare un panorama economico e politico polarizzato, ma con una leadership che unisce pragmatismo e visione strategica, può trasformare i problemi in opportunità.
Evitare una nuova era di protezionismo: Il protezionismo è in crescita, con restrizioni crescenti sul commercio globale e l’adozione di politiche orientate all’autosufficienza da parte di molte economie. Ngozi dovrà dimostrare che un sistema commerciale aperto, bilanciato e inclusivo può garantire sicurezza economica per tutti, promuovendo la cooperazione internazionale.
Commercio e sostenibilità: La COP29, tenutasi a Baku nel novembre 2024, ha discusso impegni finanziari per sostenere i paesi in via di sviluppo nell’azione climatica. Un accordo chiave ha previsto lo stanziamento di 300 miliardi di dollari all’anno, una cifra superiore ai precedenti 100 miliardi, ma ancora ritenuta insufficiente da molte nazioni vulnerabili.
Digitalizzazione e nuove regole: L’accelerazione del commercio elettronico e delle tecnologie digitali evidenzia la necessità di regolamentazioni globali per garantire un accesso equo e inclusivo. Ngozi si impegnerà per assicurarsi che i paesi meno sviluppati non siano esclusi da questa rivoluzione digitale, affrontando sfide come la protezione dei dati e l’accesso equo alle tecnologie.
Rimettere in funzione il sistema di risoluzione delle dispute: Il sistema di risoluzione delle dispute dell’OMC è paralizzato dal 2019, creando sfide significative per la credibilità dell’organizzazione. La riforma di questo meccanismo è una priorità per Ngozi, che lavorerà con gli Stati membri per superare l’impasse e ristabilire un processo funzionale ed equo.
La leadership di Ngozi Okonjo-Iweala: visionaria, inclusiva, necessaria
Ngozi Okonjo-Iweala non è solo una leader: è una pioniera. Per i paesi africani, è il simbolo di un futuro in cui anche le voci marginalizzate possono influenzare le decisioni globali. Per le donne, è la prova che il soffitto di cristallo può essere infranto, persino nelle stanze più esclusive del potere. La sua capacità di bilanciare diplomazia e pragmatismo la rende unica. Non è una politica che si perde nei dettagli, ma una visionaria che sa trasformare idee in azioni. Non è solo al timone dell’organizzazione, è al centro di una conversazione globale su cosa significhi cooperazione internazionale in un mondo frammentato.
Un bivio per l’OMC e il commercio globale
Il secondo mandato di Ngozi Okonjo-Iweala arriva in un momento decisivo. Il commercio globale è a un bivio: continuare sulla strada delle divisioni o reinventarsi per affrontare le sfide del XXI secolo. Se c’è qualcuno in grado di guidare questa trasformazione, è lei. La sua rielezione non è solo una vittoria personale, ma una chance per l’OMC di dimostrare che il multilateralismo, nonostante i suoi difetti, è ancora rilevante. Sotto la sua guida, l’OMC può non solo sopravvivere, ma prosperare, diventando un’istituzione moderna, inclusiva e capace di rispondere alle sfide di un mondo che cambia. La vera domanda è: il mondo è pronto a seguire la sua visione?