Immaginate di essere svegliati nel cuore della notte da colpi di fucile che squarciano il silenzio e da giovani grida di terrore. Immaginate di spiare da dietro le finestre della vostra casa, mentre la paura vi tieni incollati a terra e vi secca la gola. Immaginate uomini armati che trascinano bambine e ragazze in preda al panico fuori dai dormitori della scuola e le caricano su veicoli scuri. E poi, come sono iniziati, finiscono gli spari, cessano le urla di aiuto, e resta il silenzio. Sembra un brutto film, invece è la tragica realtà del nord della Nigeria.
317 studentesse rapite da una scuola in Nigeria
I sequestri di massa, soprattutto nelle scuole, stanno diventando uno scenario tristemente comune in Nigeria. L’ultimo attacco in ordine di tempo si è verificato lo scorso venerdì 19 febbraio. Era da poco passata la mezzanotte quando un centinaio di uomini armati hanno fatto irruzione nella Government Girls Secondary School di Jangebe, nello stato di Zamfara, nel nord-ovest della Nigeria. Secondo i testimoni, gli assaltanti sono arrivati a bordo di moto e pick up, sparando in aria colpi di fucile. Dopo aver assaltato la scuola, si sono diretti ai dormitori. Urlando hanno svegliato le bambine e le ragazze, per poi caricarle sui veicoli. Altre invece sono state costrette a marciare verso la foresta: gli ordini urlati dai rapitori che riecheggiano nella notte, gli spari che rimbombano nelle orecchie. Dopo l’attacco, insegnanti e genitori hanno dovuto fare i conti con una tragica realtà: 317 studentesse rapite.
Appena due giorni prima dell’attacco alla scuola di Jangebe, il 17 febbraio scorso, almeno 42 persone, di cui 27 studenti, sono state rapite da un collegio per ragazzi nella città di Kangara, nello stato del Niger. Gli ostaggi non sono ancora stati liberati.
“Siamo adirati e rattristati da questo nuovo brutale attacco contro gli studenti delle scuole nigeriane” ha commentato Peter Hawkins, rappresentante UNICEF in Nigeria, sottolineando come azioni di questo tipo costituiscano una flagrante “violazione dei diritti dei bambini”.
Sempre la scorsa settimana 53 persone che viaggiavano a bordo di un autobus nel villaggio di Kundu, nello stato del Niger, sono state sequestrate e poi rilasciate lunedì 22 febbraio.
Il nord della Nigeria tra la violenza delle bande armate, i jihadisti e la mancanza di sicurezza
Negli ultimi anni saccheggi, stupri e rapimenti di massa si sono convertiti in un problema endemico nel Nord della Nigeria. Le regioni a nord-ovest del Paese sono razziate dai “banditi” dei gruppi armati che si muovono essenzialmente per soldi: rapiscono bambini per chiedere il riscatto. Ma il loro progetto, se ce n’è uno, non è chiaro. Il nord-est nigeriano invece è devastato dalle falangi jihadiste di Boko Haram, l’organizzazione terroristica che da anni opera in questa regione, macchiandosi di crimini atroci. Gli osservatori non escludono che ci possano essere contatti tra i gruppi armati e i militanti jihadisti. Non a caso i rapimenti di massa degli ultimi giorni seguono il modello di Boko Haram.
Proprio Boko Haram tre mesi fa aveva rivendicato il rapimento di oltre 300 studenti da una scuola nello stato di Katsina. I ragazzi erano stati poi liberati, inseguito a intense trattative. Tristemente famose sono le ragazze di Chibok, 276 studentesse rapite da Boko Haram nell’aprile del 2014. A oggi, 100 risultano ancora disperse.
L’amministrazione del Paese sembra non essere in grado di far fronte a queste repentine ondate di violenza. Le forze dell’ordine sembrano incapaci di proteggere i cittadini. E crescono la rabbia, la frustrazione e l’angoscia di tutti quei genitori i cui figli sono stati rapiti, e che si sentono abbandonati dal Governo.
Camilla Aldini