Pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto del Ministero della Salute che inserisce il CBD nella tabella dei medicinali e lo classifica come stupefacente. Il decreto è un aggiornamento delle tabelle che contengono le indicazioni delle sostanze stupefacenti e psicotrope.
Nella tabella dei medicinali, sezione B, del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, e’ inserita, secondo l’ordine alfabetico, la seguente categoria di sostanze:
composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis.
La decisione riguarda quindi tutti i prodotti a base di CBD come l’olio di CBD o cannabidiolo, creme e quant’altro rivenduti nei negozi di cannabis light. Una decisione controcorrente rispetto la lotta mondiale al proibizionismo di un principio attivo che a differenza di altri estratti dalla pianta, come il THC non ha effetti psicoattivi e tossici. I suoi benefici antinfiammatori, rilassanti e antidolorifici sono stati oggetto di studi da parte della medicina che ne riconosce i molteplici effetti terapeutici. L’OMS stessa, riconoscendone le proprietà mediche, lo definisce non psicotropo, proponendo una storica riclassificazione della cannabis nei trattati internazionali.
A dicembre gli stati membri dell’ONU saranno chiamati ratificare le decisioni dell’OMS per la terza volta, l’ente ha infatti messo nero su bianco che i prodotti contenenti CBD e con livelli di THC sotto lo 0,2% (il caso sia dell’ olio di CBD e della cannabis light) non dovrebbero essere inseriti in nessuna tabella.
Quanto stabilito dal ministro Speranza entrerà in vigore dal 30 ottobre. Salvo l’aggiunta di ulteriori specifiche, probabilmente gli oli attualmente in commercio sono da considerarsi illegali. Sorge il dubbio su cosa accadrà alla cannabis light che è invece un’infiorescenza e se troveremo gli stessi prodotti derivati in farmacia o cosa ne sarà dell’intero settore della coltivazione della canapa.
Cannabis light, olio di CBD &Co. in farmacia?
La decisione grava quindi su tutto il settore e sembra favorire un altro. All’interno del decreto vi è infatti la premessa dell’arrivo in commercio dell’Epidiolex, farmaco a base di CBD per il trattamento di forme rare di epilessia.
A meno di eventuali specifiche dal Ministero, qualsiasi prodotto contenente CBD sarà infatti da considerarsi un farmaco e per questo soggetto all’approvazione dell’AIFA. Per ora la prospettiva futura è che potremo acquistare prodotti a base di CBD o derivati soltanto in farmacia e dietro prescrizione medica. Allungando quindi i tempi per i malati in cura con prodotti a base di olio di CBD, incerti e confusi sul da farsi.
Procede quindi la crociata nei confronti di questa pianta e del suo libero commercio: un’ulteriore confusione che rischia di far sparire un intero settore che al momento rischia di chiudere. Forse una svista, un errore di distrazione al quale però si può ancora rimediare.
Valeria Zoppo