Olimpiadi 2022: tra sport e giochi di potere

Sono iniziate da pochi giorni le Olimpiadi 2022 a Pechino, capitale cinese che ha avuto l’onore di ospitare la competizione internazionale per ben due volte nel giro degli ultimi quattordici anni. Infatti, nel 2008 nella Repubblica Popolare Cinese si tennero le gare olimpiche estive, mentre quest’anno si stanno disputando le invernali.

Tutto ciò sembra accadere al momento perfetto, in un periodo di grande instabilità internazionale, soprattutto guardando ai rapporti tra oriente e occidente.  

Da queste circostanze non possono che nascere nuove speranze in un punto di incontro pacifico tra questi due poli opposti, soprattutto ripensando a ciò che le Olimpiadi del 2008 hanno significato. Ottanta delegazioni estere accolte a braccia aperte da una Cina che non vedeva l’ora di affermare la sua presenza nel contesto internazionale e di mostrare la sua forza nel resistere alla crisi finanziaria iniziata l’anno precedente. 

In cosa consiste la differenza tra le Olimpiadi del 2008 e del 2022?

Dopo due anni di pesante pandemia e deterioramento delle relazioni tra ponente e levante, l’augurio che ci facciamo è quello di assistere a delle gare in cui la politica sia lasciata da parte, in cui al centro dell’attenzione ci siano gli atleti che, provenienti da ogni angolo del mondo, si sono radunati per sfidare non solo campioni di calibro mondiale, ma anche se stessi e i propri limiti. 

Questo sogno è stato presto infranto già alla cerimonia d’apertura. La Cina, infatti, non ha perso tempo e ha subito iniziato a trasmetterci gli strumenti necessari per capire quale chiave di lettura avremmo dovuto utilizzare per interpretare questa nuova edizione olimpica.

Al contrario del 2008, quest’anno il presidente Xi Jinping non ha colto l’occasione dei giochi solo per mettere sotto i riflettori la propria patria, ma soprattutto per illuminare i colloqui e gli accordi internazionali bilaterali che si stanno sottoscrivendo tra la rossa Cina e alcuni dei più grandi stati non-democratici e autarchie conosciute.

Atleti o politici? Chi sono i veri partecipanti delle Olimpiadi?

Gli ospiti principali di queste Olimpiadi 2022 non sono quindi gli atleti, bensì i rappresentanti dei più grandi stati monopartitici affermatisi in questi anni.

Figure come il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, della Repubblica Egiziana Abdel Fattah El Sisi e della Repubblica del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev sono solo alcuni dei veri protagonisti di questi giochi. Insieme al Pakistan, storico partner economico, e alla Serbia, “new entry” nelle amicizie europee di uno degli unici stati comunisti rimasti al mondo, riusciamo a completare il quadro geopolitico delle partnership cinesi attuali.

Qual è la vera gara che si sta disputando alle Olimpiadi 2022?

Il capo di stato cinese non ha esitato a organizzare ed realizzare diversi incontri con i rappresentanti delle varie potenze già dai primi giorni di gara.

I più interessanti sono sicuramente stati quelli con il russo Vladimir Putin e l’egiziano Abdel Fattah El Sisi, i quali sostengono pubblicamente punti di vista condivisi su vari argomenti di portata economica e politica estera. In modo particolare sarebbe interessante porre particolare attenzione sugli oltre venti accordi sino-russi firmati, che spaziano  dal commercio all’economia e alla geopolitica. Non a caso, durante la giornate di colloquio, Xi Jinping ha sostenuto apertamente la Federazione nell’opposizione all’espansione della NATO.

Insomma, i punti all’ordine del giorno in Cina non sono attualmente né l’andamento del team olimpionico, né i risultati nel medagliere, bensì il completamento degli ultimi tasselli di un puzzle da tempo mancanti per il completamento di un fronte comune orientale, in cui più grandi stati non-democratici si battono per essere rispettati e valorizzati come tali anche nella comunità internazionale.

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