Un rapporto dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite che oggi, 8 novembre, è stato pubblicato, evidenzia e studia la quantità delle persone uccise a Gaza e come queste si siano distribuite nei primi sei mesi – dal primo novembre 2023 al 30 aprile 2024 – del genocidio in corso. In questi stessi sei mesi, si evince che circa il 70% di morti nella Striscia di Gaza sono donne e bambini: “una violazione sistematica dei principi fondamentali del diritto umanitario internazionale, tra cui distinzione e proporzionalità”, come ha affermato il rapporto stesso, pubblicato oggi a Ginevra.
Un bilancio tragico delle persone uccise a Gaza: migliaia di vittime civili
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha pubblicato un rapporto dettagliato sulla situazione nella Striscia di Gaza, coprendo i primi sei mesi dell’invasione israeliana, tra novembre 2023 e aprile 2024. In questo studio sulle persone uccise a Gaza, le Nazioni Unite hanno verificato l’uccisione di 8.119 palestinesi, di cui quasi il 44% erano minorenni e un ulteriore 26% donne, cifre che testimoniano il drammatico impatto sui civili.
Questa stima, sebbene già considerevole, è inferiore rispetto ai dati forniti dal Ministero della Salute di Gaza, che parlano di oltre 34.000 vittime fino ad aprile 2024. L’OHCHR ha spiegato che questa discrepanza è dovuta a rigidi protocolli di verifica, che richiedono conferme da tre fonti distinte per ogni singolo decesso.
Intanto, la Knesset continua a promulgare leggi e nuove norme nella sua follia genocidiaria. In questa settimana infatti sono state emanate tre leggi che violano il diritto internazionale e che mirano a completare, anche a livello giudiziario, il genocidio del popolo palestinese, attraverso la tortura, le repressioni delle libertà, rivendicando la superiorità giuridica degli ebrei israeliani e normalizzando sempre di più la condizione di apartheid.
Danni alle strutture civili e attacchi su larga scala
Il rapporto sulle persone morte a Gaza illustra come la maggior parte delle vittime si trovasse in edifici residenziali al momento degli attacchi, con il 93% delle persone uccise colpite proprio nelle loro abitazioni. Gli attacchi, secondo il documento, hanno coinvolto spesso intere famiglie, con l’88% delle uccisioni avvenute in bombardamenti che hanno causato più di cinque vittime alla volta.
Il rapporto denuncia inoltre l’uso da parte dell’esercito israeliano di munizioni a largo raggio in aree densamente popolate, causando una portata di danni che supera di gran lunga il bersaglio militare previsto.
Munizioni al fosforo bianco e impatti sulla popolazione
Oltre ai bombardamenti, il rapporto ONU conferma l’uso di munizioni al fosforo bianco, una sostanza che ha effetti tossici e incendiari, e che può causare gravi ustioni. Secondo il diritto internazionale, l’uso di tali munizioni è consentito solo in contesti specifici, ma è vietato in prossimità dei civili. L’impiego di questo tipo di armi in aree civili densamente popolate, come la Striscia di Gaza, rappresenta una grave violazione del diritto umanitario e contribuisce ad aumentare il numero di feriti e vittime.
Sfollamenti di massa e blocco degli aiuti umanitari
Il documento delle Nazioni Unite analizza anche l’impatto delle operazioni militari sull’assetto della popolazione e sulle condizioni umanitarie. Israele ha imposto un blocco agli aiuti e continui spostamenti forzati della popolazione, aggravando ulteriormente la condizione già precaria degli abitanti della Striscia di Gaza.
Migliaia di civili sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e a vivere in condizioni estreme, senza accesso adeguato a cibo, acqua o cure mediche, provocando, secondo l’OHCHR, “livelli senza precedenti di sofferenza e morte.”
Potenziali crimini di guerra e accuse di genocidio
Nel rapporto sulle persone morte a Gaza, le Nazioni Unite sollevano la possibilità che le azioni israeliane costituiscano crimini di guerra, dati i numerosi attacchi indiscriminati su aree residenziali e l’alto numero di vittime civili. Inoltre, viene ribadita la possibilità che tali azioni possano rientrare nel crimine di genocidio. Questa accusa è supportata da alcune dichiarazioni di funzionari israeliani, che hanno legato la fine del conflitto alla distruzione totale della Striscia di Gaza e all’esodo del popolo palestinese.
Israele è attualmente sotto indagine per genocidio presso la Corte internazionale di giustizia, e diversi suoi ministri sono già stati inseriti nelle indagini per crimini di guerra e contro l’umanità da parte della Corte Penale Internazionale.
Le leggi varate dalla Knesset si riferiscono proprio alle logiche di deportazione dei palestinesi, accusati di terrorismo o già condannati in detenzione amministrativa. Questa legge mira quindi a punire e limitare tutti i familiari di qualsiasi persona che abbia, a suo carico, una denuncia amministrativa o penale. Non ci sono altri dettagli sulla presunta deportazione, che potrebbe avvenire tanto a Gaza quanto “altrove”.
I bambini sono altre vittime dirette del genocidio in corso: una seconda legge infatti evidenzia la volontà di emanare condanne e imputare crimini anche ai bambini che superano la soglia dei 12 anni. Infine, il governo israeliano ha anche autorizzato ulteriori tagli ai finanziamenti delle scuole palestinesi o licenziamenti nei confronti di qualsiasi docente che esponga la minima solidarietà alla Palestina.
Violazioni dei diritti umani e responsabilità internazionale
L’Alto Commissario per i diritti umani dell’ONU, Volker Türk, ha sottolineato l’importanza che Israele rispetti pienamente i suoi obblighi in base al diritto umanitario internazionale e garantisca il rispetto dei diritti civili dei palestinesi. Türk ha ricordato che ogni violazione del diritto internazionale dev’essere perseguita e ha fatto appello alla comunità internazionale affinché intervenga per prevenire ulteriori atrocità.
Condanna delle azioni palestinesi e bilancio devastante dei sei mesi
Il rapporto sulle persone morte a Gaza condanna anche le azioni di gruppi armati palestinesi, accusandoli di aver contribuito alla sofferenza dei civili, con atti che potrebbero anch’essi configurarsi come crimini di guerra. Nel complesso, il rapporto di 32 pagine dell’OHCHR rappresenta un’analisi accurata e profonda delle gravi violazioni subite dai civili, con una situazione che la comunità internazionale è chiamata a considerare attentamente per assicurare giustizia e prevenire ulteriori sofferenze.
Oltre a violare un quanto mai inesistente diritto internazionale, il genocidio in corso a Gaza è la conseguenza di un continuo stato di impunità, in cui le istituzioni europee e mondiali hanno lasciato l’entità di Israele agire in maniera libera e indisturbata.