Parlando di ritualità pensiamo agli umani. Ma è un’associazione superficiale. I riti del mondo animale, infatti, coinvolgono tutte le specie. Dai mammiferi ai pesci, dai rettili agli uccelli.
Il concetto di rito richiama la celebrazione di un culto, ma anche di momenti particolari della vita. Una vita che si sviluppa soprattutto intorno a due attimi determinanti per l’esistenza: la nascita di una nuova vita, e la morte. I riti fanno parte di un bagaglio culturale dal valore antropologico ed etnografico inestimabile. Se li leviamo dalla collettività, ci accorgiamo come questa ne esca impoverita e disunita. Rappresentano infatti il suggello tra presente e passato, per quanto – fortunatamente e necessariamente – siano soggetti a modifiche nel tempo, per quanto siano messi in discussione con il cambiare del tempo, del mondo, della società – soprattutto per quanto riguarda noi esseri umani – .
Alla luce di questo, appare normale che ogni specie abbia un suo codice comunicativo verbale o non verbale per esprimere il dolore della perdita di un proprio simile oppure per conquistare una femmina con la quale accoppiarsi.
Nelle fasi di corteggiamento, il maschio si trova a dover sedurre la femmina. I maschi di alcune specie si affrontano e combattono. Altri animali, per chiamarsi l’un l’altro, si affidano all’olfatto, come il cane o il gatto. Altri ancora puntano sulla vista, sul suono e sul movimento. Pensiamo al richiamo della cicala, che accompagna i caldi pomeriggi d’estate. Alle balene, a quel canto che risuona nelle profondità del mare. Pensiamo alla coda del pavone, un trionfo di colori che viene sfoggiato con movimenti aggraziati e mai casuali. Le libellule, da parte loro, si muovono con estrema eleganza fino ad unirsi l’una con l’altra formando un cuore. Il cavalluccio marino maschio cambia il proprio colore, passando dall’arancione scuro a quello chiaro. Quando si accoppia, danza, per poi ricevere nel proprio marsupio le uova fecondate che porterà in grembo fino alla schiusa.
Sono tutte immagini che ci fanno associare l’arrivo di una nuova vita a qualcosa di bello, poetico. Per quanto sappiamo bene che il mondo animale non è idilliaco, e che i riti del mondo animale possono essere estremamente macabri. Pensiamo, per esempio, alla decapitazione del maschio ad opera della femmina di mantide religiosa.
Così come è importante celebrare l’inizio della vita, per gli animali è importante anche la sua fine.Noi esseri umani abbiamo molti modi per farlo, a seconda delle varie culture. Così gli animali.
Gli elefanti sono animali molto empatici, e organizzano una vera e propria veglia funebre radunandosi intorno al morto, che accarezzano con la proboscide, ovvero la parte più sensibile del loro corpo. Rimangono lì, ed emettono un suono che possiamo associare al nostro pianto. Similmente si comportano i corvi, che si dispongono in cerchio e iniziano a gracchiare. Anche i babbuini vivono in maniera drammatica la scomparsa di un proprio simile, e riescono a stare meglio solo riunendosi in gruppo. Il contatto con altri esemplari della loro specie, infatti, gli permetterebbe di abbassare i livelli di glucocorticoidi, ormoni che a livelli alti aumentano stress e malessere. Gli scimpanzé, inoltre, seppelliscono i propri simili, e se una madre perde il proprio cucciolo non è raro che continui a cullarlo per giorni dopo il decesso.
Questa non è che una breve rassegna di comportamenti animali che hanno a che vedere con la ritualità. D’altronde, chissà quanti ce ne sono che ancora non conosciamo. Indagare il mondo animale e i suoi misteri ci fa riflette su quanto anche noi, profondamente, siamo legati ad un universo che troppo spesso osserviamo passivamente e con superficialità, e dal quale stiamo tristemente prendendo sempre più le distanze.
Sofia Dora Chilleri