Ancora morti nel Mediterraneo: oggi si registra una doppia tragedia. Un’imbarcazione proveniente dalla Turchia si è rovesciata questa mattina a 120 miglia dalle coste calabresi: si contano 50 dispersi e un corpo rinvenuto privo di vita. I 12 migranti sopravvissuti, tra cui una donna incinta, sono stati messi in salvo dalla Guardia Costiera. Sempre nella giornata di oggi, 10 morti sono stati rinvenuti all’interno di una barca proveniente dalla Libia, che stava trasportando 60 persone verso Lampedusa. Anche in questo caso, i superstiti sono stati messi in sicurezza.
Naufragio al largo della Calabria: 50 dispersi
50 dispersi, 12 sopravvissuti e un corpo senza vita. Questo il tragico bilancio del naufragio avvenuto stamattina a largo delle coste calabresi, nel mar Ionio, non lontano dal luogo dove, nel febbraio 2023, erano morte 94 persone, in quella che oggi viene ricordata come la strage di Cutro.
Le coste crotonesi si tingono ancora di rosso. Questa volta, una barca a vela con 60 migranti era partita dalla Turchia con lo scopo di raggiungere le coste italiane nel giro di pochi giorni. Mancavano solo 120 miglia all’attracco, quando si è ribaltata, disperdendo i migranti in mare.
Un mercantile si è avvicinato all’imbarcazione e ha subito provveduto a mettere in salvo 12 superstiti consegnandoli alla Guardia Costiera e ai volontari di Medici Senza Frontiere. Tra loro, anche una donna incinta.
Il corpo senza vita di una delle donne che si erano imbarcate è stato rinvenuto al porto di Roccella Ionica, dove la Guardia Costiera ha attraccato. Per altre 50 persone disperse, nonostante rimanga accesa una flebile speranza, tenuta viva dal mancato ritrovamento dei corpi, probabilmente non c’è stato nulla da fare.
Imbarcazione soccorsa a largo di Lampedusa: rinvenuti 10 morti
La giornata di oggi, però, aveva in serbo altro dolore.
Nella notte, la nave Nadir della ong tedesca Resqship ha effettuato la messa in sicurezza di un’imbarcazione di legno che si trovava a largo della Libia e a sud di Lampedusa. La nave era sovraffollata e con il motore in avaria, e stava velocemente imbarcando acqua. L’operazione ha permesso il salvataggio di 51 migranti, due dei quali privi di conoscenza.
Dopo la gioia della salvezza, però, l’amara scoperta: sottocoperta, 10 corpi giacevano senza vita ammucchiati sul fondo della nave, ormai completamente allagato, probabilmente soffocati dalle esalazioni dei motori. I volontari di Resqship hanno dichiarato di essere “tristi e arrabbiati”, e hanno dedicato un pensiero alle famiglie delle vittime.
Sulla pagina Instagram di Resqship è stato pubblicato un post molto duro nei confronti dell’Europa e del mancato adempimento delle proprie responsabilità nel salvataggio delle persone in mare. Nel post si legge:
Europa, le vostre frontiere costano vite umane ogni giorno! Perché, ci chiediamo? Per chi?
Siamo arrabbiati. Siamo tristi.
Oggi, i nostri pensieri sono con le persone in lutto.
Ancora troppi morti nel Mediterraneo
Dopo i tragici eventi di oggi, il numero di morti e dispersi nel mar Mediterraneo nel 2024 sale a oltre 800 vittime, secondo l’agenzia ONU per i Rifugiati e UNICEF; mentre secondo Frontex il numero dei morti sarebbe superiore a 900. E siamo ancora a metà anno. Il numero totale di morti del 2023 era stato di 2571, e quest’anno le statistiche non paiono più rassicuranti. L’ONU dichiara che ogni giorno, in media, nel mare nostrum muoiono 5 persone.
Una vera e propria strage, quotidiana e silenziosa, che si consuma sotto i nostri occhi e nell’indifferenza generale dei media, a solo qualche chilometro da noi.
Non solo brutte notizie, però. Sempre di oggi la notizia che la Ocean Viking, la nave della ong SOS Mediterranee, ha salvato 54 migranti di cui 28 minori non accompagnati da un gommone sovraffollato e a rischio naufragio a largo della Libia. Per fortuna, in questo caso non si è registrato nessun decesso.
Sono i volti che escono affranti e scioccati, ma vivi, dalle navi che affondano, che dovrebbero spingere l’Unione Europea e il governo italiano a predisporre un piano di accoglienza serio e funzionale nei confronti dei migranti, perché si tratta di un fenomeno inarrestabile, che necessita comprensione, non chiusura.
La vita trova sempre un modo.
Michela Di Pasquale