Meta, la società a capo di Facebook e Instagram, consente ora l’aggressione social verso le forze armate russe. Si tratta di un pericoloso via libera all’hate speech
Meta: “è permesso esprimere odio verso i militari russi”
Con la guerra tra Russia e Ucraina, l’odio e la rabbia hanno iniziato velocemente a circolare.
Solo pochi giorni fa, a Brescia, un liceale è stato picchiato perché la madre è originaria della Russia.
Ma sono state registrate anche aggressioni verso camionisti russi e bielorussi, e atti vandalici verso auto con targhe russe.
Ora, a far discutere, è la decisione di Meta di consentire la diffusioni di messaggi aggressivi e di odio verso i militari russi.
Andy Stone, capo delle comunicazioni di Meta, ha spiegato con queste parole l’iniziativa.
A causa dell’invasione russa dell’Ucraina, siamo tolleranti verso forme di espressione che normalmente violerebbero le regole come ‘morte agli invasori russi’. Ma continuiamo a non consentire appelli credibili alla violenza contro i civili russi
Sempre secondo le dichiarazioni di Meta, l’odio sarà consentito solo verso gli invasori, mentre sarà vietato per i prigionieri di guerra.
Stiamo facendo questo perché abbiamo osservato che, in questo contesto specifico, ‘soldato russo’ viene utilizzato come riferimento all’esercito russo. La politica sui messaggi di odio continua a vietare gli attacchi ai russi civili
Sarà inoltre consentito invocare la morte del Presidente russo Putin e del bielorusso Lukashenko. Purché queste minacce non risultino credibili, specificando quindi sede e metodologia.
Odio verso i militari russi: la reazione di Mosca
A seguito di questa comunicazione di Meta, la Russia ha duramente replicato esortando la società a non permettere questi comportamenti.
Chiediamo alle autorità di fermare le attività estremiste di Meta e prendere misure di fronte alla giustizia
Queste la parole twittate dall’ambasciata russa di Washington.
Gli utenti non hanno dato ai proprietari di queste piattaforme il diritto di determinare i criteri della verità e di mettere le nazioni l’una contro l’altra
Putin stesso ha dichiarato Facebook “un’organizzazione estremista“, e ha chiesto al governo americano di prendere provvedimenti.
Questo perché, secondo la legislazione russa, l’azione di Meta è considerata “incitamento all’odio razziale“. Si qualifica, quindi, come atto estremista.
In un’altra nota, l’ambasciata russa ha accusato le società mediatiche occidentali come strumenti di propaganda.
Le società dei media sono diventate soldati della macchina di propaganda del potere in Occidente
I social network come luogo di odio
Solo pochi giorni fa, Facebook aveva scatenato la polemica togliendo il divieto di elogiare il battaglione Azov, gruppo neonazista ucraino.
Oggi, permettendo l’odio verso i soldati russi e le minacce verso i Presidenti, i social network rischiano di diventare un luogo in cui sfogare la propria rabbia.
Inoltre, bisogna riconoscere che l’odio verso i militari russi non può essere in alcun modo giustificato.
In diversi video, infatti, questi appaiono come stanchi, spaventati, demoralizzati.
Ci sono militari in carriera che hanno combattuto in Siria e nel Donbass. Ma ci sono anche giovani spaventati a morte
Questa la dichiarazione di Alex Kovzhun, consigliere dell’ex primo ministro ucraino Yulia Tymoshenko.
Molti soldati non sostengono nemmeno la guerra chiamata da Putin, ma accusano il Cremlino di averli ingannati.
Ci hanno ingannato. Tutto ciò che ci hanno detto è falso. Penso che il 90% di noi accetterebbe di tornare a casa
Il discorso d’odio dovrebbe essere vietato in qualsiasi circostanza. Soprattutto in una situazione come la guerra, dove il confine tra buoni e cattivi è sottile e sfumato.