Tempo fa abbiamo pubblicato un articolo sulla probabile presenza di un oceano extraterrestre sotto la superficie di Europa, uno dei satelliti principali di Giove, ieri su Nature sono stati pubblicati due studi scientifici indipendenti tra loro che indicano la probabile presenza di un oceano su Plutone, il pianeta nano posto ai limiti del Sistema Solare.
Se nel caso di Europa la presenza di un oceano formato da acqua allo stato liquido stuzzica soprattutto la fantasia di chi cerca vita extraterrestre, la scoperta su Plut0ne di un oceano che probabilmente è completamente ghiacciato e non è composto da acqua ma da azoto ha significati completamente diversi, ma non molto meno importanti dal punto di vista scientifico, riguardano la geologia dei pianeti esterni del sistema solare e addirittura questioni di natura cosmica come l’orbita dei pianeti.
Entrambi gli studi partono dallo stesso punto, su Plutone, che ha una superficie piuttosto irregolare e piena di crateri, c’è una zona molto estesa che gli astronomi suppongono essere un cratere da impatto, ora pieno di ghiaccio, questa zona è informalmente denominata Sputnik Planitia, è là sotto che si suppone ci sia un oceano, forse completamente ghiacciato, i due studi sono “Reorientation and faulting of Pluto due to volatile loading within Sputnik Planitia” prodotto da un team dell’università dell’Arizona a Tucson e “Reorientation of Sputnik Planitia implies a subsurface ocean on Pluto” prodotto invece da studiosi dell’Università della California in Santa Cruz.
Il titolo del primo studio dà conto di uno degli aspetti che attirò l’attenzione degli scienziati, il curioso allineamento di Plutone con il suo satellite principale Caronte, nelle parole di James Tuttle Keane uno degli autori dello studio se tracciamo una linea che congiunga il centro di Caronte e quello di Plutone e poi la facciamo uscire dall’altro lato di Plutone emergerà proprio nei pressi di Sputnik Planitia, questa osservazione è presente in entrambi gli studi ed entrambi sono giunti alla conclusione che questo riorientamento di Plutone è dovuto al fatto che l’area di Sputnik Planitia è più densa di quelle circostanti e ipotesi più probabile per spiegarlo è un oceano sotterraneo. Ma come direte voi un oceano più denso della roccia? Beh su larga scala se le regioni circostanti sono piene di fenditure e irregolarità certo che sì.
Che cosa significa la (probabile) scoperta di un altro oceano extraterrestre
Innanzitutto che la presenza di questi oceani sotterranei, che siano di acqua come su Europa o di gas ghiacciati sembra essere una caratteristica comune dei pianeti esterni del sistema solare e che lo spostamento e il ghiacciarsi dei gas provoca migrazioni di grandi ghiacciai che nel caso di Plutone per esempio possono arrivare a cambiare così tanto la distribuzione delle masse sul pianeta da modificarne l’evoluzione dell’orbita. Fra i possibili modelli di quanto successo su Plutone si ipotizza che durante le stagioni relativamente più calde (si ricorda che Plutone ha un’orbita allungata ed è lontanissimo dal sole il che vuol dire che le stagioni durano secoli) ci siano emissioni di gas dalle fenditure che costellano la crosta del pianeta nano che poi si solidificano quando la temperatura scende e ricadono sotto forma di neve, così si è riempito l’enorme cratere da impatto che è Sputnik Planitia e questo ha cambiato l’intero equilibrio gravitazionale di Plutone. Un modello che potrebbe essere comune ad altri dei mondi ghiacciati ai confini del nostro Sistema Solare. Dunque sintetizzando il clima di Plutone e l’evoluzione della sua orbita sarebbero legati, scusate se è poco come scoperta!
Roberto Todini