Ha avvio oggi l’Ocean Week 2023. Dall’8 al 12 giugno eventi, laboratori, progetti dedicati alla salvaguardia degli ecosistemi marini
L’obiettivo è quello di far conoscere il valore del mondo sottomarino, l’importanza dell’acqua in quanto bene essenziale e la necessità di costruire un’economia blu sostenibile e che protegga gli oceani.
Milano accoglie la seconda edizione dell’Ocean Week con il motto “Tu sei Oceano” dimostrando quanto ciò che accade ai nostri mari, coinvolge direttamente tutti noi e dobbiamo agire per tutelarli.
Sapete che circa il 97% dell’acqua del Pianeta è costituita da mari e oceani? L’acqua dolce è soltanto il 3% e compone fiumi, laghi, ma soprattutto i ghiacciai. Essendo così estesi, milioni di persone dipendono dagli ecosistemi marini e certamente essi influenzano l’Italia, una striscia di terra circondata dal mare.
Ecco alcuni degli argomenti principali su cui si discuterà durante l’Ocean Week:
Pesca non sostenibile
Si tratta della principale minaccia per gli ecosistemi marini e la salvaguardia delle specie. Il Mediterraneo è il mare più sfruttato, ma se non si riduce la pesca non sostenibile, sarà presto svuotato. Il problema principale è la pesca a strascico, che con le sue reti raschia i fondali marini distruggendoli e raccoglie tonnellate di pesci, crostacei, molluschi, in gran parte poi scartati. Secondo la FAO ogni anno vengono rigettate in mare 230mila tonnellate di pesci ormai morti.
La soluzione è condannare la pesca illegale, non superare la quantità limite di pescato, proteggere le specie ittiche a rischio, vietare l’uso di attrezzi pericolosi e incentivare la piccola pesca costiera che non danneggia gli ecosistemi.
Ciò che dobbiamo perseguire è la cosiddetta Blue Economy: creare un sistema economico che sfrutta le innovazioni tecnologiche per produrre in modo sostenibile e tenendo conto in primo luogo dell’impatto ambientale. L’obiettivo dell’economia blu è ambizioso, ma riguarda tutti settori dell’economia, tra cui anche la pesca. Ad esempio, in Sicilia è stato fondato nel 2016 il Distretto della pesca e Crescita blu che ha adottato i principi della Blue Economy. Esso si impegna a salvaguardare le risorse marine e a coordinare interventi e strategie insieme a tutti i rappresentati del settore nei diversi Paesi del Mediterraneo.
Aumento delle temperature
Lo scioglimento dei ghiacciai, provocato dall’aumento delle temperature, causa un innalzamento del livello del mare. Ma le acque del mare svolgono anche la funzione di assorbire il calore prodotto dall’uomo per regolare il clima. Man mano aumentano i gas serra e la CO2, sempre più il mare assorbirà calore riscaldandosi. Il National Geographic ha calcolato che dal 1880 il livello medio del mare è aumentato di ben 20cm e continuerà a salire.
Le conseguenze immediate sono: l’erosione dell’entroterra, l’allagamento delle zone vicine a coste basse, portando allo sfollamento delle popolazioni che vi abitano. Inoltre, la salsedine invaderà i terreni agricoli, pesci, uccelli e piante perderanno i loro habitat, ma si sta verificando anche un aumento di uragani, che, oltre ad essere più frequenti, negli ultimi anni sono stati più potenti.
Non solo Milano, ma anche Venezia con l’Ocean Space
Nella chiesa di San Lorenzo a Venezia, la TBA21- Academy ha inaugurato l’Ocean Space. La chiesa è stata ristrutturata e restituita ai visitatori nel 2019 diventando però un centro che accoglie mostre e progetti allo scopo di far conoscere l’Oceano e promuovere iniziative per proteggerlo. La scelta del luogo non è casuale, ma si tratta della città che combatte continuamente contro l’innalzamento del mare.
Attraverso l’unione di arte e scienza, performance e dibattiti, è così possibile comunicare e sensibilizzare su temi ecologici. La mostra di quest’anno (22 aprile – 5 novembre 2023), a cura di Barbara Casavecchia, s’intitola “Thus waves come in pairs”. Verte sull’ambiente del Mediterraneo, considerato, non solo come luogo geografico, ma anche come luogo ricco di storia, che divide ma unisce popolazioni e culture.
L’installazione di Simone Fattal composta da sfere in vetro rosa di Murano, presenta iscrizioni in lingua franca, una lingua meticcia che univa termini in italiano, arabo, francese e spagnolo, parlata in passato da mercanti e pirati che viaggiavano per il Mediterraneo e potevano così comunicare tra loro.
Ma il mare non è attraversato solo dall’uomo. Nell’installazione di Petrit Halilaj e Álvaro Urbano un ecosistema di 40 sculture raffigurano creature marine, terrestri e volatili per testimoniare la coesistenza di specie differenti, chiamate a resistere e sopravvivere alle distruzioni causate dall’essere umano e ai cambiamenti climatici.