La realtà aumentata è da tempo entrata nell’immaginario collettivo. Quante volte, infatti, i film ci hanno mostrato supereroi o grandi cattivi intenti a studiare la prossima mossa studiando mappe 3D proiettate direttamente sul muro? Oggi ci si avvicina sempre di più a questo traguardo.
Non siamo ancora al livello di Iron Man, ma possiamo portare sul naso i nostri smartphone.Vi state chiedendo come? Attraverso nuovi modelli di smart glasses, sempre più perfezionati, pensati per essere usati nella vita quotidiana, sempre meno simili a gadget divertenti.
Gli Smart glasses
Gli ultimi modelli di “occhiali magici” saranno lanciati sul mercato nel corso di questo di questo 2018, rispettivamente da Intel e da Vuzix. Gli smart glasses prodotte da queste grandi aziende si chiamano Vaunt e Blade ed hanno in comune l’aspetto: quello di una normale montatura da vista. Entrambi i prodotti si sono dati un obbiettivo di base: liberare l’utente dall’incombenza di dover continuamente estrarre e ripetutamente il proprio smartphone dalla borsa o dalla tasca per controllare messaggi e notifiche.
Questi occhiali infatti si connettono al nostro dispositivo mobile tramite Bluetooth e proiettano le notifiche direttamente davanti ai nostri occhi.
Dal punto di vista del funzionamento, risultano particolarmente interessanti i Vaunt di Intel, in grado di proiettare direttamente sulla retina, tramite un laser a bassissima potenza integrato nella montatura e invisibile all’esterno come spiega la scheda tecnica del sito Wired. Le notifiche appaiono in basso a destra, senza disturbare il campo visivo globale.
Tra entusiasmi ed incertezze del mercato
Insomma, questi progetti sembrano promettere bene in un mondo sempre più connesso e virtuale ma il loro successo non è scontato. Infatti, non si tratta di un debutto assoluto per gli occhiali a realtà aumentata. Un celebre precedente è costituito dai Google Glass, rivelatisi tuttavia un flop commerciale. Certo, i nuovi modelli hanno risolto notevoli problemi di ingombro e vestibilità ma restano alcuni problemi di fondo.
- Gli smart glasses dipendono completamente dagli smartphone non essendo dotati di funzioni ed app proprie;
- Questo dispositivo può essere percepito come accessorio non indispensabile con prerogative simili ad uno smart watch;
- Le interazioni faccia a faccia torneranno ad essere più fluide con gli smart glasses?
Per quanto riguarda le app e funzioni specifiche, sembra che Intel sia già lavoro. Maggiori dubbi rimangono sulla percezione di questi dispositivi: Infatti, secondo Forbes, era stato proprio questo elemento a far affondare il progetto di Google Glass.
Infine, riusciranno gli “occhiali magici” a cancellare l’imbarazzo di una serata in pizzeria passata davanti allo smartphone? Staremo a vedere…
Gessica Liberti