Lukashenko chiede una tregua e teme per la terza guerra mondiale, Putin lo zittisce, l’Occidente continua a finanziare l’Ucraina e, nel frattempo, nessuno parla di pace.
Il discorso di Lukashenko
Dobbiamo fermarci ora, prima che inizi l’escalation. Mi prendo il rischio di suggerire una cessazione delle ostilità. È possibile risolvere tutte le questioni al tavolo dei negoziati senza precondizioni. Una terza guerra mondiale con risvolti nucleari si profila all’orizzonte.
Lukashenko rompe gli indugi e si esprime apertamente. Il ragionamento non fa una piega ed è perfettamente condivisibile. Ormai la tensione internazionale è palpabile. È necessario intraprendere azioni concrete in favore, se non della pace, quantomeno di una tregua. È necessario per la popolazione Ucraina. È necessario per gli equilibri mondiali.
O una tregua o la terza guerra mondiale
Se lo stesso presidente Bielorusso, apertamente alleato di Putin, teme una reazione violenta da parte della Russia, allora forse dobbiamo iniziare a preoccuparci seriamente. Lukashenko afferma che Putin è pronto a reagire anche utilizzando il nucleare se le cose dovessero mettersi male. E le cose, probabilmente, si metteranno male: l’Ucraina, infatti, ha annunciato una controffensiva di primavera che punta a riprendersi con la forza tutti i territori attualmente occupati dai russi. Con i nuovi armamenti arrivati da Stati uniti ed Europa, l’esercito di Zelensky è pronto per affrontare di petto la Russia, probabilmente a maggio. È come se, tra le righe, l’alleato del Cremlino stesse avvisando il mondo del concreto pericolo che stiamo correndo: o una tregua o la terza guerra mondiale.
Nonostante la sua condivisibile paura, però, il bielorusso si è dichiarato paradossalmente favorevole a ospitare ulteriori armi nucleari tattiche russe. E, peraltro, afferma che la guerra a tutto campo in Ucraina è stata causata da Stati Uniti e alleati.
Ed ecco che qui, il ragionevolissimo appello di Lukashenko, inizia a inerpicarsi su un terreno scivoloso: perfettamente in linea con la Russia ma apertamente ostile all’Occidente.
La posizione di Minsk
Secondo l’Istituto per lo studio sulla guerra (ISW), Lukashenko vuole presentare la Bielorussia come uno Stato completamente sovrano per poter richiedere che l’esercito russo lasci il Paese al termine della guerra. Tutto sommato, infatti, anche la Bielorussia è stata invasa. La differenza è che Lukashenko, al contrario di Zelensky, ha lasciato campo libero a Putin sottomettendosi come un agnellino e ha fatto intendere alla comunità internazionale di aver autorizzato Mosca a occupare con soldati e armi il suo territorio. Con questo discorso, Lukashenko sembra volersi smarcare dall’abietta sottomissione alla Russia e ribadire la sua improbabile sovranità.
Le ragioni di questa mossa non sono note. Forse per quieto vivere, forse per reale adesione a una visione politica, forse per “ringraziare” Putin di averlo messo al potere. Non si sa. Il risultato, però, è che in Ucraina c’è la guerra mentre in Bielorussia, apparentemente, no.
La risposta del Cremlino
La risposta del Cremlino, però, è stata netta. Nessun ripensamento:
Questa guerra ibrida che hanno scatenato contro il nostro Paese durerà per lungo tempo. Tutti gli obiettivi dichiarati saranno raggiunti nonostante l’aumento dell’assistenza militare all’Ucraina da parte dell’Occidente
Ma quali sono questi obiettivi?
- Smilitarizzazione dell’Ucraina
- Denazificazione dell’Ucraina
- Integrità territoriale della Russia
Nonostante lo stesso Putin, forse in un raro momento di lucidità, abbia dichiarato che le sanzioni dell’Occidente possono avere un effetto negativo sull’economia russa.
Nel frattempo, come si diceva, l’Ucraina si prepara a una controffensiva per recuperare i territori perduti durante questo anno di guerra e, pare, utilizzerà i Leopard tedeschi direttamente al fronte.
Questa notizia viene data come se dovesse suscitare in qualche modo indignazione, ma perché? I tedeschi hanno fornito i loro tank agli ucraini per essere utilizzati a fini bellici, non per lasciarli nelle retrovie a prendere polvere. Lo scopo primario di un carro armato è distruggere, non partecipare a concorsi di bellezza.
Nessuno parla di pace
Mandiamo armi e armamenti e addestriamo i soldati ucraini per poterli utilizzare, sosteniamo a distanza questa guerra e poi ci scandalizziamo se veniamo a sapere che un carro armato causa distruzione e morte. Cosa ci aspettiamo? Che i Leopard vengano utilizzati per distribuire derrate alimentari alla la popolazione civile?
Nessuno parla di pace. Nessuno. Siamo tutti qui a invocarla ma la verità è che le uniche azioni concrete che si compiono sono mandare armi e denaro. Niente di tutto ciò serve ad allentare le tensioni. Anzi, non fa altro che peggiorarle. Nessuno vuole retrocedere di un millimetro. Non lo si chiede certo all’Ucraina che ha tutti i diritti di volersi difendere e, perché no, contrattaccare. Ma lo si chiede alle forze diplomatiche internazionali. E ci vuole Lukashenko, l’unico presidente al mondo apertamente schierato con Putin, per chiedere negoziati senza precondizioni e una tregua alla guerra perché, altrimenti, il rischio è la terza guerra mondiale.
Aggiornamenti dal fronte
Zelensky ha invitato il presidente cinese Xi Jinping a Kiev. Pechino potrebbe diventare il principale mediatore per la pace?
Sempre Zelensky, poi, si mostra riconoscente verso Stati Uniti ed Europa per gli aiuti ricevuti durante questo anno di guerra ma si dichiara preoccupato per un eventuale cambio di vertice negli Stati Uniti, dove in molti stanno iniziando a chiedersi fino a che punto si debba continuare a fornire miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina. Le Presidenziali americane saranno il prossimo anno e a quel punto, la nuova amministrazione USA potrebbe avere altre priorità. Certo, la speranza è che entro novembre 2024 la guerra sia finita ma, a giudicare da come si stanno mettendo le cose, sembra che ci vorrà molto più tempo prima che si depongano le armi.
Il Fondo Monetario Internazionale, infatti, stima che la guerra potrebbe continuare fino alla fine del 2025 bruciando più di 140 miliardi di dollari. Tutto ciò potrebbe mettere a dura prova non solo l’economia Ucraina ma anche quella mondiale. L’FMI ha comunque approvato un programma di prestiti quadriennali da 15,6 miliardi di dollari, che andranno a costituire un pacchetto complessivo di 115 miliardi per sostenere l’Ucraina nel difendersi dall’invasore russo. Questo finanziamento dovrebbe garantire la stabilità economico finanziaria del Paese e mettere le basi per la ricostruzione.
Ancora una volta, quindi, armi e denaro. Ancora una volta, quindi, nessuno che parla di pace.
Intanto:
- I bombardamenti russi su territorio ucraino continuano.
- La gente continua a vivere nella paura e nell’incertezza.
- A Bakmut la situazione è in stallo: il gruppo Wagner ha conquistato più della metà della città ma la resistenza ucraina è ancora attiva.
- I bambini continuano a scomparire: sono 19.541 quelli deportati illegalmente in Russia, e solo 327 sono stati rimpatriati. Inoltre, altri 4.000 sono rimasti orfani e si trovano in territori occupati dai russi.
- Infine, proprio in questi giorni, un’esercitazione di forze missilistiche strategiche su larga scala è iniziata in Russia e coinvolge oltre 3.000 militari.
Insomma… Sembra che ne avremo ancora per molto e se non facciamo qualcosa in fretta potrebbe essere la terza guerra mondiale.