È stato trovato l’accordo politico tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo sui cinque pilastri del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo in Europa. Per molti è da considerarsi un accordo “storico”, dopo anni di tentativi di riforma della politica migratoria, ma non sono mancate le critiche, dall’Ungheria e dalle ONG.
Che cosa prevede il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo
Dopo dieci anni di tentativi è arrivata la fumata bianca. Il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo hanno trovato l’accordo politico sui cinque pilastri legislativi del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. È stata definita la “riforma impossibile”. È considerata da tutti i vertici europei come una “giornata storica”. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, commenta:
Il 20 dicembre 2023 passerà alla storia. Il giorno in cui l’UE ha raggiungo un accordo storico su una nuova serie di regole per gestire la migrazione e l’asilo
Il Patto sulla migrazione e l’asilo era stato presentato dalla Commissione europea nel settembre 2020, dopo il fallimento di una precedente proposta nel 2016. L’obbiettivo è quello di riformare complessivamente la politica migratoria europea, sia nella dimensione interna, cioè nella gestione delle richieste d’asilo, sia nella dimensione esterna, ovvero le strategie e gli accordi per ridurre gli arrivi nell’Unione.
I cinque pilastri del Patto sulla migrazione e l’asilo su cui si è trovato l’accordo riguardano:
- Il Regolamento screening
- Il Regolamento sulle procedure di asilo
- Il Regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione
- Il Regolamento sulla crisi
- Il Regolamento Eurodac
Il Patto è stato celebrato e applaudito dalla Commissione europea per l’utilizzo di un approccio olistico, che guarda al fenomeno migratorio nel suo insieme, istituendo “importanti garanzie per il rispetto di diritti umani”. In particolare, il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo in Europa prevede controlli più severi sui migranti che arrivano nell’Unione Europea, centri vicino alle frontiere per rimandare indietro più rapidamente chi non ha diritto all’asilo e un meccanismo di solidarietà obbligatoria verso i Paesi, come l’Italia, di primo arrivo, che sono sottoposti a una maggiore pressione migratoria.
Il nostro ministro dell’Interno Matteo Piantedosi commenta così il Patto:
L’approvazione del Patto è un grande successo per l’Europa e per l’Italia, che ora potrà contare su nuove regole per gestire i flussi migratori e contrastare i trafficanti di esseri umani.
Le critiche
Subito dopo l’accordo del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo in Europa non sono mancate le critiche. Il presidente ungherese Viktor Orban “respinge con forza” l’accordo, assicurando che non farà entrare nessun migrante contro la sua volontà. Nel nuovo Patto, per chi non accetta di aiutare gli altri Paesi ospitando fisicamente i migranti non sono previsti ricollocamenti forzati ma contributi finanziari o “altre forme”.
Per motivi opposti rispetto all’Ungheria le critiche sono arrivate anche dalle ONG. In un comunicato congiunto le Ong Sea Watch, Sea Eye, Maldusa, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, Resq People Saving People, AlarmPhone, Salvamento Maritimo Humanitario e Sos Humanity, affermano:
Il nuoto patto Ue sulla migrazione legalizza gli abusi alla frontiera e causerà più morti in mare. L’esito dei negoziati legittima lo status quo alle frontiere esterne dell’Unione Europea, in cui violenza e respingimenti sono pratiche quotidiane
Secondo Amnesty International la riforma farà “arretrare la legislazione europea in materia di asilo di decenni” e porterà a “una maggiore sofferenza umana”. Amnesty accusa che il Patto sulla migrazione e l’asilo:
Non sostiene concretamente Paesi come l’Italia, la Spagna o la Grecia, e invece di dare priorità alla solidarietà attraverso i ricollocamenti gli Stati potranno semplicemente pagare per rafforzare le frontiere esterne o finanziare Paesi al di fuori dell’UE.
Inoltre, le ONG accusano un passo del nuovo Patto che prevede che i migranti, in attesa che si stabilisca chi ha diritto all’asilo e chi no, vengano ospitati in Centri di Permanenza senza avere accesso al territorio UE per essere trasferiti più rapidamente nei paesi d’origine o di transito. Procedura valida anche per le famiglie con bambini di età inferiore ai dodici anni. Le ONG accusano questo passaggio di “detenzione” e di un abbassamento degli standard umanitari.
I negoziati per il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo proseguiranno per tradurre in testi giuridici l’accordo politico, con nuovi dettagli destinati ad emergere in futuro. Successivamente, l’accordo provvisorio sarà sottoposto ai rappresentanti degli Stati membri per la conferma.