Nuovo comitato antirazzismo della Fifa: Infantino e Vinícius Jr uniti nella lotta

comitato antirazzismo della Fifa

Non c’è posto per il razzismo né nel calcio né nella società”. Con queste parole Gianni Infantino ha commentato gli ignobili episodi di razzismo che hanno coinvolto Vinícius Junior, attaccante del Real Madrid. Il presidente della Fifa ha dunque deciso di istituire una task-force per lottare contro la discriminazione negli stadi e non solo. All’interno del nuovo comitato antirazzismo della Fifa, il calciatore brasiliano assumerà un ruolo di primo piano.

“Tolleranza zero”: le parole d’ordine del nuovo comitato antirazzismo della Fifa

È il momento di passare dalle parole ai fatti, dalle denunce alle sanzioni: questo l’obiettivo della nuova task-force Fifa. Il più grande organo calcistico mondiale si impegna così a contrastare attivamente il razzismo nel calcio, una piaga che attanaglia tale sport in tutte le parti del globo.

Per esprimere piena solidarietà e sostegno nei confronti dei giocatori bersagli di cori razzisti e crimini d’odio, Gianni Infantino, presidente della Federazione calcistica dal 2016, ha deciso di istituire un comitato speciale per lottare contro il fenomeno. Data l’importanza attribuita all’ascolto dei diretti interessati e dei loro sentimenti, il corpo antirazzismo sarà formato da importanti calciatori, guidati dal brasiliano Vinícius Jr. Questi, infatti, è stato ripetutamente vittima di episodi di razzismo, diventando icona della lotta. I giocatori forniranno specifici suggerimenti che successivamente la Fifa trasformerà in concrete misure al fine di eliminare la discriminazione dal calcio una volta per tutte.

Infantino ha sottolineato la responsabilità della sua Federazione nel garantire le migliori condizioni di gioco a tutti i calciatori, “perché il calcio deve rappresentare gioia”:

È molto importante non solo parlare di razzismo e discriminazione, ma agire in modo deciso e convincente. Tolleranza zero”.

È la seconda volta nella storia della Fifa che viene creata una squadra ad hoc contro il razzismo. Sono passati esattamente dieci anni dalla prima volta: era il 2013, Joseph Blatter era il Presidente della Federazione mentre Kevin-Prince Boateng, centrocampista del Milan, il volto della battaglia. La task-force è stata sciolta nel 2016, ma insulti e violenze razziste hanno continuato a inquinare gli stadi.

Vinícius Junior: l’ambasciatore della Fifa contro il razzismo nel calcio

Star calcistica verdeoro, Vinícius Junior è stato, nell’ultima stagione, al centro di episodi di razzismo che hanno sollevato un’ondata internazionale di indignazione. L’apice è stato raggiunto a fine maggio durante i tornei della Liga spagnola. Negli stadi risuonavano i cori razzisti degli ultras che chiamavano l’attaccante una “scimmia”, con tanto di grottesche e volgari imitazioni. Nel corso del match contro la squadra di Valencia, Vinicíus Jr non è potuto rimanere in silenzio e ha indicato la curva avversaria, da dove proveniva la colonna sonora razzista che stava animando la partita.

Il calciatore ha in seguito usato i propri account social per denunciare i crimini di odio subiti dentro e fuori dal campo. Ha raccontato il susseguirsi di “auguri di morte, fantocci impiccati, gridi criminosi” per cui ogni giornata fuoricasa ha significato per lui una “sorpresa sgradevole”.  Si è in seguito schierato contro coloro che, ritenendoli casi isolati e trascurabili, sono rimasti in silenzio senza prendere provvedimenti.

L’ampiezza e la frequenza di tali episodi hanno portato alcuni leader politici a prendere le sue difese. È il caso di Lula da Silva, presidente del paese natale del giocatore, che, in segno di solidarietà, ha spento il Cristo Redentore per un’ora. Vinícius Jr si è detto estremamente commosso nel vedere il celebre monumento “nero e impotente” così come lui si sentiva. Tuttavia, ha ribadito come la forte vicinanza dimostrata a livello globale gli dia la forza per portare avanti la lotta.

I provvedimenti del comitato antirazzismo della Fifa contro odio e discriminazione

Nell’articolo 4 del suo statuto, la Fifa individua nella non discriminazione, nell’uguaglianza e nella neutralità i principi cardine da rispettare. Al tempo stesso, si impegna nel sanzionare ogni genere di discriminazione con la sospensione o l’espulsione. Se è vero che tutte le Federazioni calcistiche proibiscono, con i loro statuti, il razzismo, tuttavia non adottano concrete misure disciplinari per contrastarlo.

La task-force di Infantino e Vinícius Jr arriva proprio per questo. Vuole dire basta alle iniziative di facciata ed introdurre seri provvedimenti contro un fenomeno tanto deleterio quanto profondamente radicato nel calcio. Innanzitutto, l’obiettivo sarà identificare i responsabili degli insulti razzisti tanto negli stadi quanto sui social. Successivamente, verranno intraprese delle azioni legali contro questi “criminali” (così li ha correttamente definiti Infantino).

Il big della Fifa ha poi ribadito la responsabilità degli ufficiali di gara nell’interrompere la partita in caso di episodi razzisti o di odio. Un imperativo a cui bisognerà attenersi con fermezza per contrastare efficacemente questi episodi e tenere lontani i razzisti dagli stadi. Attraverso adeguate e severe misure disciplinari e sanzioni sarà dunque possibile trasformare il clima all’interno degli stadi dove in passato odio e violenza hanno frequentemente avuto la meglio.

Quando sarà abbastanza?”: è arrivata l’ora di sradicare il razzismo dal calcio

Nella storia del calcio maschile sono innumerevoli gli incidenti di natura razzista. Infantino si è mostrato consapevole che sia giunto il momento in cui le autorità calcistiche si assumano le proprie responsabilità:

È un problema legato al calcio e non dobbiamo cercare scuse del tipo: ‘È un problema della società, quindi nel calcio va bene’.

In passato, minacce, cori razzisti, violenza e discriminazione all’interno degli stadi sono stati fin troppo giustificati. Anzi, sembra quasi vi sia una sorta di “normalizzazione” di tali condotte, ritenute mezzi appropriati per sostenere la propria squadra del cuore. Perché odio e denigrazione vengono da molti considerati una via preferenziale per “contrastare” l’avversario? La risposta è semplice: il razzismo rappresenta una piaga sociale estremamente profonda per cui non viene riconosciuto per quello che è, un crimine. Per contrastarlo, infatti, risultano necessarie, al di là delle sanzioni, anche campagne di sensibilizzazione ad hoc che lo stesso neo-comitato potrebbe predisporre.

Il comitato antirazzismo della Fifa può rappresentare una svolta decisiva nello sforzo di contrastare ogni forma di discriminazione nel mondo calcistico. Grazie al coinvolgimento di giocatori quali Vinícius Jr. e all’enorme rete ed influenza di un ente come la Fifa, è possibile continuare a lottare per un calcio (e per un mondo) senza razzismo.

Caterina Platania

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