Le autorità di Cipro si trovano davanti una nuova ondata di arrivi via mare, che fa seguito a quella di due settimane fa: negli ultimi giorni, almeno sette imbarcazioni provenienti dal Libano, che trasportavano un totale di circa 500 richiedenti asilo, hanno toccato terra o sono state intercettate dalla guardia costiera cipriota a largo della costa sud-orientale dell’isola. A fronte di questo arrivo di migranti siriani sono state prontamente avviate le operazioni di soccorso, tuttavia non mancano le preoccupazioni riguardo all’aumento del numero di richiedenti asilo e rifugiati.
Le preoccupazioni di Cipro per l’arrivo di migranti siriani
Cipro è lo Stato membro dell’UE che si trova più a oriente, la piccola isola dista infatti solo 160 km dalla Siria e dal Libano. Vista la drammatica situazione mediorientale, non sorprende quindi che gli arrivi di richiedenti asilo provenienti da questi due paesi siano notevolmente aumentati nell’ultimo periodo: alcuni dei cittadini siriani arrivati di recente a Cipro sono partiti dalla Siria, ma altri erano già sfollati in Libano prima di decidere di intraprendere il viaggio.
A fronte degli sbarchi registrati in pochi giorni e l’arrivo di migranti siriani, il Presidente cipriota Nikos Christodoulides non ha fatto mistero della sua preoccupazione.
Durante una conferenza stampa presso il Joint Rescue and Coordination Centre (JRCC) con la Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, Christodoulides ha dichiarato:
«Il numero di migranti siriani provenienti dal Libano è aumentato costantemente nelle ultime settimane, il che è profondamente preoccupante. Comprendo pienamente le sfide che il Libano sta affrontando, ma esportare migranti verso Cipro non dovrebbe essere la risposta e non può essere accettato. A tal fine, l’UE dovrebbe anche sostenere Cipro in modo tangibile».
La situazione del Libano
Secondo l’ONU, il Libano ospita circa 800.000 rifugiati siriani registrati, ma si stima che il numero effettivo sia molto più alto: si tratterebbe infatti di 1,5/2 milioni di persone. Di questi, l’UNHCR riporta circa il 90% si trova a vivere al di sotto della linea di estrema povertà. Le autorità libanesi sono state infatti accusate di agire in modo discriminatorio nei confronti degli sfollati ospitati all’interno dei suoi confini.
Oltre a questo, il Libano si trova attualmente ad affrontare una pesante crisi economica e la destabilizzazione della striscia di Gaza non ha fatto che peggiorare la situazione per i rifugiati. Una combinazione esplosiva, che ha riaperto le rotte via mare verso il suolo europeo. Alla luce di questo, Cipro sta portando avanti delle richieste nei confronti dell’UE, volte ad alleviare la pressione migratoria sul suo territorio.
Stabilire nuove ‘zone sicure’ in Siria
Nicosia chiede all’Unione Europea di considerare la possibilità di dichiarare alcune parti della Siria come ‘zone sicure’, il che consentirebbe il rimpatrio dei richiedenti asilo che arrivano nei paesi vicini. Una richiesta alquanto discutibile, dal momento che la Siria si trova in stato di guerra da più di 10 anni.
Dopo lo scoppio delle proteste contro il governo del Presidente Bashar al-Assad, il paese ha attraversato una sanguinosa guerra civile, che ha poi visto l’intervento di attori esterni quali la Russia, l’Iran e gruppo armato libanese Hezbollah. Nonostante ad oggi Al-Assad abbia riconquistato il controllo di due terzi del paese, le zone settentrionali della Siria rimangono sotto l’occupazione delle forze turche. Per questo motivo riportare i richiedenti asilo che fuggono dalla guerra in un paese estremamente destabilizzato, dove le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno, sarebbe un errore criminale.
In programma un accordo dell’UE con il Libano
La risposta europea alla crisi che Cipro sta attraversando sembra effettivamente orientata in un altro senso. Alla fine di marzo la Commissaria europea Margaritis Schinas ha annunciato che Bruxelles spera di concludere un accordo sui migranti con il Libano, sulla stessa linea del recente accordo con l’Egitto.
Durante una visita a Cipro il 22 marzo, Schinas ha infatti dichiarato che: “Abbiamo lavorato con l’Egitto per un bel po’ di tempo, ma ritengo che sia assolutamente realistico muoversi in modo corrispondente con il Libano”. Un accordo di questo tipo contribuirebbe a ridurre gli arrivi di migranti in paesi come Cipro, alleviando quindi la pressione migratoria accusata da Nicosia nell’ultimo periodo.
Nonostante le differenze tra la situazione in Libano e quella in Siria, è legittimo interrogarsi se continuare su questa strada sia realmente nell’interesse dei richiedenti asilo e se Beirut sia disposta a implementare misure volte a migliorare le condizioni dei rifugiati sul suo territorio.
Elena Miscischia
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