Vi ricordate tutti che qualche mese fa sono stati tolti i famigerati voucher? Se non ve lo ricordate faremo una sintesi velocissima. La CGIL aveva ottenuto le firme necessarie per indire un referendum popolare per togliere i voucher, che era il santo grall del lavoro precario. Visto che il referendum con molta probabilità avrebbe avuto gli esiti che il governo voleva scongiurare i governanti hanno pensato bene di andare in contro alle richieste del sindacato. Quindi via i voucher e referendum scongiurato. Poi dal cappello magico della classe governante escono dei nuovi voucher e sperando che nessuno se ne accorgesse li hanno chiamati PrestO ( abbreviazione di Prestazione Occasionale) e Libretto Famiglia. Silenzio che forse non se ne accorge nessuno. E invece no se ne sono accorti tutti di questo affronto alla democrazia, questo imbroglio mascherato da innovazione. In sostanza i nomi sono cambiati e i problemi sono rimasti. All’interno della manovra correttiva di 3,4 milioni di euro richiesta da Bruxelles approvata ieri c’è stata la presentazione ufficiale dei nuovi nemici. Il professore del diritto del lavoro all’università di Bologna Federico Martelloni spiega in maniera più autorevole questa grande proposta “Strumenti parzialmente diversi rispetto a quelli abrogati nel marzo scorso, ma che presentano ugualmente evidenti storture. E che soprattutto ripropongono lo stesso sostanziale paradosso: creano, cioè, una forma di contratto con tutele minime per coprire delle tipologie di lavori per i quali i contratti già ci sono, dal part-time al lavoro a chiamata, e sono anche quelli già abbastanza precari”. Da quello che intuisco da persona un po’ ignorante è la precarietà. Il fatto certo che in questo paese la precarietà è una cosa che manca e doveva essere inserita. Il Libretto Famiglia consiste in un tagliando telematico di 10 euro più 2 di contributi e può essere utilizzato solo all’interno di lavori domestici. Per quanto riguarda il PrestO è un mini contratto occasionale con una paga di 9 euro l’ora e il 33% di contributi a carico del datore di lavoro, prevede anche l’assicurazione per l’infortunio e la malattia professionale. Possono usufruirne solo le aziende con meno di 5 lavoratori subordinati a tempo indeterminato. Ma come ci insegna in professor Martelloni “Il che significa includere la stragrande maggioranza delle attività che compongono il nostro tessuto imprenditoriale”. Si sono abbassati i limiti che sono fino ad un massimo di 5 mila euro di prestazione lavorativa, se questa soglia viene superata c’è l’obbligo di assumere. Anche le ore di collaborazione sono cambiate e non potranno essere inferiori a 4 ore. Ci sono dei paletti in più nei nuovi voucher ma nulla che possa fermare la protesta della CGIL che denuncia l’oltraggio alla democrazia.
Domani la CGIL ha indetto una manifestazione per il lavoro per la democrazia e per la costituzione. Si terrà a Roma. Alle 9 ci saranno due concentramenti uno a Pizza della Repubblica e uno a Piazzale Ostiense. I due cortei confluiranno a Piazza San Giovanni dove Susanna Camusso concluderà dal palco la manifestazione. Intanto il sindacato sta raccogliendo delle firme “Il 28 maggio volevi esprimerti sul referendum per l’abrogazione dei voucher. Questo diritto ti è stato negato! I voucher prima cancellati sono riemersi. Rispondi a questa offesa, firma l’appello su www.schiaffoallademocrazia.it”. Consiglio vivamente di fare un salto sul sito e leggere tutta la spiegazione eloquente sul perché apporre la vostra firma e alla fine firmare.
Claudio D’Adamo