In arrivo entro la prossima primavera le B61-12: bombe nucleari di nuova generazione che sostituiranno quelle già presenti sul suolo europeo.
Si tratta di una violazione del Trattato di Non Proliferazione?
La nuova bomba nucleare prenderà il posto delle B61-3, B61-4 e B61-7.
Si tratta dell’ultima fase del piano di rinnovamento dell’arsenale atomico statunitense su territorio europeo, nell’ambito del “nuclear sharing“.
Il piano prevede la condivisione di ordigni atomici anche tra alleati che non hanno sviluppato questo tipo di arma, al fine di aumentare la deterrenza.
B61-12: cosa sono le nuove armi nucleari in arrivo in Europa
Nel 2013, il Dipartimento della Difesa ha stanziato 11 miliardi di dollari per la sostituzione delle vecchie bombe termonucleari con il modello B61-12.
Si tratta di armi tattiche, ossia pensate per colpire un’area delimitata.
La B61-12 ha una potenza esplosiva che va da 0,5 a 50 chilotoni, ma può anche essere azionata sottoterra, con una detonazione superficiale che raggiunge i 1.250 chilotoni (83 volte la potenza della bomba che distrusse Hiroshima).
La nuova bomba sarà installata sui nuovi aerei F-35, che sostituiranno i vecchi Tornado. Inoltre, sarà dotata di un nuovo sistema di “coda guidata” progettato da Boeing, che la renderà più manovrabile e precisa.
La bomba sarà dispiegata in cinque Paesi: Belgio, Germania, Olanda, Italia, Turchia.
Nonostante la drastica diminuzione del numero di armi atomiche presenti sul suolo europeo dopo la Guerra Fredda, sono ancora 150 gli ordigni presenti.
Tra questi: 20 in Belgio, Germania e Olanda, 50 in Turchia e 40 in Italia (presso Ghedi e Aviano).
Proprio a Ghedi, lo scorso giugno, è arrivato il primo F-35 con incarico operativo e di addestramento per i piloti che passeranno dall’utilizzo dei Tornado ai nuovi mezzi.
Rete italiana Pace e disarmo: violazione del Trattato di Non Proliferazione?
In merito al dispiegamento delle bombe B61-12, il coordinatore delle Campagne della Rete italiana Pace e disarmo, Francesco Vignarca, ha parlato di una possibile violazione del Trattato di Non Proliferazione (TNP).
Non si tratta semplicemente di sostituire le vecchie testate con modelli nuovi dalle medesime capacità ma di un vero e proprio miglioramento tecnologico.
Questo potrebbe essere visto come una violazione del Trattato di non proliferazione da parte di tutti i Paesi firmatari, Italia inclusa, che dovessero ospitare queste armi. Inoltre ogni passo per ammodernare il proprio arsenale nucleare non fa altro che erodere il tabù verso l’utilizzo di queste armi
Il Trattato di Non Proliferazione venne firmato il 1 luglio 1968 a Londra, Mosca e Washington, sulla base di un accordo ONU per scongiurare la catastrofe di un disastro nucleare.
Secondo l’Articolo 1 di questo accordo:
Ciascuno degli Stati militarmente nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non trasferire a chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi [..] si impegna inoltre a non assistere, né incoraggiare, né spingere in alcun modo uno Stato militarmente non nucleare a produrre o altrimenti procurarsi armi nucleari […]
Secondo l’Articolo 2, inoltre:
Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi […] si impegna inoltre a non produrre né altrimenti procurarsi armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, e a non chiedere né ricevere aiuto per la fabbricazione […]
La Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, Ican (Premio Nobel per la Pace 2017), prosegue spiegando che, anche se si tratta di armi tattiche e circoscritte, qualsiasi minaccia dell’utilizzo di armi nucleari rischia di alzare la tensione fino all’escalation.
Inoltre, se queste nuove armi nucleari dovessero essere utilizzate, verrebbero impiegati aerei militari europei pilotati da cittadini europei.
Insieme alla mancanza di trasparenza sulla condivisione delle armi nucleari, questo evento solleva domande sul fatto che i cittadini degli Stati ospitanti accetterebbero di essere complici di una eventuale escalation
Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari: sempre più Paesi vogliono aderire
Da oltre un decennio, Ican promuove l’adesione al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw).
L’obiettivo è quello di fornire “una potente alternativa ad un mondo in cui si permetta alle minacce delle armi di distruzione di massa di prevalere”.
Il trattato proibisce agli Stati di sviluppare, possedere, usare o minacciare di usare gli armamenti nucleari; di permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio; e di assistere, incoraggiare o indurre altri Paesi all’utilizzo di armi nucleari.
Inoltre, impone agli Stati di impegnarsi a distruggere i propri arsenali in accordo con un piano definito nel tempo e legalmente vincolante.
Ogni Stato firmatario, infine, dovrà fornire assistenza a coloro che hanno sofferto come risultato dell’uso e del test di armamenti nucleari, prendendo misure utili a risanare i territori contaminati.
Il Trattato è stato negoziato il 7 luglio 2017, presso il Palazzo di Vetro dell’ONU di New York, ed è entrato in vigore il 22 gennaio 2021, diventando il riferimento normativo internazionale per il disarmo nucleare.
Il Trattato è stato firmato da 84 Stati, ed è in procinto di entrare in vigore per un quarto della comunità internazionale. (Tutti Paesi extraeuropei e non in possesso di ordigni nucleari).
Secondo un sondaggio promosso da Ican, L’87% dei cittadini italiani, il 68% dei tedeschi, il 77% dei belgi e il 78% degli olandesi sarebbero favorevoli ad aderire al Tpnw.
Questo, nonostante siano Paesi NATO.
Come spiega Vignarca, infatti, al Trattato possono aderire legalmente anche i membri dell’Alleanza Atlantica.
La Nato in teoria non è un’alleanza ‘nucleare’ ma ‘con capacità nucleare’.
Se a prima vista sembra un dettaglio trascurabile ha in realtà una grande importanza in quanto permetterebbe ai Paesi aderenti di unirsi al Tpnw senza abbandonare il Patto atlantico
Le nuove armi nucleari B61-12 giungeranno in Italia e nel resto d’Europa entro i prossimi mesi, mentre le tensione internazionale si alza.
Nel frattempo, sono sempre di più i cittadini che invocano la proibizione delle armi nucleari.