Un governo femminile e progressista
Nuova Zelanda smoke free entro il 2025: questo l’ambizioso obiettivo della Prima Ministra progressista Jacinta Ardern. Eletta nel 2017 per il secondo mandato consecutivo è stata la più giovane donna Prima Ministra del mondo, dal partito dei laburisti presiede il parlamento più politicamente corretto -nel suo significato più puro- di sempre: ben il 55% dei deputati laburisti è donna e 16 deputati sono di origine maori. Dopo la sua schiacciante vittoria la Ardern ha adottato una politica progressista, rivolta al futuro e al rispetto dell’ambiente.
Nuova Zelanda smoke free, l’ultima proposta
L’ultima proposta di legge riguarda il divieto di fumo. Infatti il prossimo obiettivo del governo neozelandese è di rendere la Nuova Zelanda libera dai fumatori. La proposta è di aumentare gradualmente l’età legale per fumare e di vietare la vendita di tabacco a quelli nati dal 2004 in poi, rendendo di fatto illegale il fumo per tutta questa generazione.
Il ministro della salute Ayesha Verrall ha specificato al Guardian che “circa 4.500 persone muoiono ogni anno a causa del tabacco”, per questo motivo è essenziale rendere la Nuova Zelanda smoke free entro il 2025.
L’intenzione è migliorare le aspettative di vita
Le sigarette provocano un decesso su quattro nella popolazione neozelandese e quasi mezzo milioni di persone ha il vizio del fumo. La maggior parte dei fumatori sono di origine maori: il cancro è la causa principale di morte per i maori donne e la seconda per gli uomini. Si sta anche valutando una significativa riduzione della nicotina nelle sigarette insieme alla limitazione dei luoghi in cui è possibile fumare e vendere sigarette.
Tremano i venditori di tabacco
I più preoccupati sono i piccoli venditori di tabacco, che si vedono portare via la possibilità di guadagno. Certo, il fumo uccide la maggior parte delle volte per cui l’obiettivo neozelandese, oltre ad essere molto ambizioso, risulta molto nobile. La destra invece è perplessa per due motivi principali: il rischio che prosperino mercato nero e crimine organizzato, un rischio che è stato ammesso dallo stesso governo. Sempre secondo la destra la riduzione della quantità di nicotina nel tabacco potrebbe invogliare le persone a fumare di più.
Nuova Zelanda smoke free: contro la libertà individuale ?
La Nuova Zelanda è conosciuta e stimata in tutto il mondo per molti motivi, uno dei quali -forse il più importante- è la grandissima libertà individuale di cui godono i cittadini neozelandesi. Libertà di esprimersi, lavorare, professare la propria religione e il proprio credo politico in una democrazia reale e rispettosa dei cittadini. Vietare la vendita di sigarette a un’intera generazione e impedire gradualmente alle generazioni precedenti di fumare e acquistare tabacco può essere una grande limitazione della libertà individuale. D’altra parte però, la dipendenza da nicotina è una delle più gravi e diffuse nel mondo, senza contare le morti annuali, non solo in Nuova Zelanda. Dal punto di vista della salute non fumare è senza dubbio la scelta migliore, ma chi può e deve scegliere per la nostra salute?
Storicamente, inoltre, il proibizionismo non ha mai avuto risvolti positivi. Anzi, quasi sempre ha incentivato il popolo a trovare escamotage per procurarsi illegalmente i prodotti proibiti aprendo la piazza a mercato nero e criminalità organizzata. Al di là di questi “effetti collaterali” l’interrogativo principale resta: fin dove la legge può spingersi alla limitazione della libertà personale ?
Quanto si può limitare la libertà individuale ?
In Italia i limiti sono molto chiari, soprattutto costituzionalmente, in Nuova Zelanda invece il sistema giuridico non ha definizioni nette dei limiti entro cui la legge può operare per la limitazione della libertà personale. Questo implica che una legge come quella che si sta discutendo ora nel Parlamento neozelandese, può passare anche solo come legge volta alla tutela della salute dei cittadini neozelandesi. Se certamente le sigarette fanno malissimo alla nostra salute e in tal senso sarebbe preferibile che nessuno fumasse, quanto sarebbe giusto impedirlo anche dal punto di vista giuridico?
Virginia Maggi