In Germania entra in vigore la nuova legge sul cambio di genere

nuova legge sul cambio di genere germania transessualità

Protest for Trans Rights, Humphrey Building, Washington, DC USA

In Germania è entrata in vigore una nuova legge sul cambio di genere, segnando un importante passo avanti per i diritti delle persone transgender e non conformi al genere. Questa normativa innovativa consente a chiunque di dichiarare la propria identità di genere attraverso un semplice atto anagrafico, indipendentemente dal sesso assegnato alla nascita. L’approccio inclusivo e rispettoso della diversità umana introduce un sistema di riconoscimento noto come self-ID, che permetterà agli individui di adattare la propria identità di genere alle esperienze della loro vita.

Nuova legge sul cambio di genere di genere con self-ID e nuove opzioni per i neonati

Il primo novembre in Germania è entrata in vigore una delle leggi sul cambio di genere più avanzate a livello mondiale, segnando un importante passo avanti per i diritti delle persone transgender e non conformi al genere. Questa nuova normativa, che si inserisce in un contesto globale di crescente riconoscimento delle identità di genere, consente a chiunque di dichiarare la propria identità di genere attraverso un semplice atto anagrafico. Ciò avviene indipendentemente dal sesso assegnato alla nascita, una disposizione che riflette un approccio inclusivo e rispettoso della diversità umana.

La legge tedesca, simile alla Ley Trans adottata in Spagna, introduce una modalità di riconoscimento di genere conosciuta come self-ID. Questo sistema innovativo consente agli individui di autodeterminare la propria identità di genere e di effettuare eventuali revisioni o modifiche della scelta annualmente. Ciò significa che una persona non è vincolata a una decisione presa in un determinato momento, ma può adattare la propria identità di genere alle proprie esperienze e al proprio percorso di vita. Questa flessibilità rappresenta un elemento cruciale per il benessere delle persone, poiché riconosce che l’identità di genere può evolversi nel tempo.

In aggiunta alla possibilità di autodeterminare il proprio genere, la legge tedesca offre un’ulteriore novità significativa: la possibilità di attribuire ai neonati uno dei quattro generi disponibili. Le opzioni comprendono maschio, femmina, nessuno/a o diverso/a, il che consente di prescindere dal sesso biologico. Questa libertà di scelta non solo rappresenta un cambiamento radicale nel sistema legislativo tedesco, ma introduce anche una visione del genere estremamente fluida, in cui le etichette tradizionali non limitano più le identità individuali.

Self-ID a partire dai 14 anni con il tribunale come garante

La normativa prevede che il self-ID sia accessibile ai minori dai 14 anni; qualora le famiglie si opponessero alla scelta del minore, questo può fare appello al tribunale per vedersi riconosciuta la propria volontà. Questa clausola si propone di offrire ai giovani l’opportunità di autodeterminarsi, anche in casi di conflitti familiari.

Abolizione del sesso legale e sanzioni per la violazione dell’identità di genere

Secondo le critiche, la nuova legge tedesca rappresenta un’abolizione del concetto di sesso come caratteristica stabile. Sostituito con la libera espressione dell’identità di genere, il sesso biologico cede il passo a un’identità che può variare nel tempo. Per chi non rispetta l’identità scelta, ad esempio continuando a rivolgersi a una persona con pronomi o terminologie legate al sesso di nascita, sono previste sanzioni fino a 10.000 euro.

Reazioni e allarme dalle attiviste femministe

L’approvazione della legge, fortemente sostenuta dalla coalizione di centrosinistra, ha suscitato reazioni accese da parte delle attiviste femministe, in particolare dalla rete Lasst Frauen Sprechen (“Lasciate parlare le donne”). La rete accusa la legge di non aver tenuto conto delle richieste di revisione e di essere stata approvata con scarsa trasparenza e informazione da parte dei media tedeschi, che hanno trattato la novità come una semplice riforma.

La relazione di 17 pagine inviata da Reem Alsaleem, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, al Parlamento tedesco ha esposto i possibili rischi per la sicurezza e per la privacy delle donne, portando alla luce criticità come l’accesso agli spazi femminili per chi si identifica come donna, inclusi sport, penitenziari e rifugi. La legge, tuttavia, è stata difesa dal governo come conforme ai regolamenti europei e internazionali sul concetto di genere.

Mobilitazione globale in segno di protesta

In risposta all’entrata in vigore della legge, Lasst Frauen Sprechen ha lanciato una mobilitazione globale che ha trovato sostegno da parte di associazioni femministe internazionali. Oggi, alle 12:00 ora di Berlino, in numerosi paesi, tra cui Islanda, Kenya, India, Stati Uniti, Australia, Giappone e Taiwan, si terranno presidi di protesta. In Italia, l’evento è stato organizzato da Radfem Italia, che ha convocato un presidio davanti al consolato tedesco di Milano.

Exit mobile version