Nuova generazione X,Y e Z… non sono variabili aritmetiche ma le divisioni per fasce d’età con cui si etichettano i nuovi candidati ad essere adulti. Innovativo modo per fare di tutta l’erba un fascio. Dove il singolo si perde in questo grande gruppo di luoghi comuni e sentenze emesse senza processo.
Di questa nuova generazione si tende a sottolineare difetti e criticità che non li rendono sbagliati ma umani in crescita. Menzioni secondarie sono, come titoli di coda di un film che nessuno è interessato a leggere: la passione che dimostrano; l’amore per il pianeta; la voglia di investire le proprie energie e la mentalità caratterizzata da una colorata apertura agli altri.
Bisognerebbe dare la possibilità alla fresca ventata di cui sono portatori di pervadere la società italiana, stantia come una vecchia casa chiusa da tempo. Certo è che questa brezza va accolta ma anche guidata e orientata. Giovani e teneri menti faticano a reggere sulle spalle un mondo più grande di loro. Spesso si tende invece a pretendere senza incoraggiare, chiedere senza sforzarsi di capire e giudicare senza comprendere che le colpe imputate sono ereditate non scelte.
Si dice abbiano meno difficoltà dei loro predecessori. La realtà è che queste vi sono anche se non le stesse. Ogni generazione paga lo scotto di stare al mondo, ognuna in modi e forme proprie e diverse. A problemi del passato risolti nel tempo se ne aggiungono altri neanche immaginabili 50 anni fa, la cui novità si fa beffe dell’evoluzione e ne ostacola il superamento.
Dai ragazzi di Glasgow ai giovani protagonisti della pandemia. Tutti sono membri della nuova generazione che scende in campo personalmente per cambiare davvero quel mondo di cui non è responsabile, consegnatogli alla nascita con una salata multa da pagare. Una strana responsabilità quella che gli viene addebitata a cui non hanno contribuito ma per cui sono condannati.
E’ bene dare fiducia ai nuovi protagonisti dei libri di storia non ancora scritti, anche a botte di Tik Tok e Instagram stories. Tanto discussi e mistificati per quanto delle volte con giuste argomentazioni, chi dice che la recensione possa essere solo negativa? Non sono altro che neutri strumenti, sta all’utilizzatore direzionarli verso il giusto fine.
Esempi positivi di una generazione che non si identifica nelle critiche qualunquiste e superficiali, sono i 30 ragazzi che hanno ricevuto l’onorificenza di Alfiere della Repubblica. Conferita dal Capo dello Stato ogni anno ad un gruppetto di giovani sul territorio nazionale, distinti per aver lasciato il segno in un ambito della partecipazione comune. Ciascuno spicca per impegni e meriti diversi, nessuno recita copioni già scritti ma emerge per la capacità di affermare i propri interessi e la propria personalità, per aver tenuto fede a se stesso.
Andrea Centonze è uno dei ragazzi selezionati di quest’anno per il suo impegno nel sociale. Ci racconta la sua esperienza e il mondo dal suo punto di vista
Andrea, sei esponente di una categoria molto discussa. Siete spesso criticati e descritti come svogliati e viziati. Tu e gli altri ragazzi siete 30 buone ragioni per confutare quest’opinione, visione ormai statica di partecipazione. Se ti chiedessero una definizione della generazione di cui fai parte cosa diresti?
Purtroppo a volte è vero che la nostra generazione è svogliata e pigra anche a causa dei social, che possono essere una schiavitù e una forma di dipendenza. Tuttavia dire soltanto questo è riduttivo perché non sempre e non solo. Gli stessi social network possono essere utilizzati in molti modi. Possono essere strumenti per mandare messaggi positivi. Pensiamo al volontariato. La comunicazione è fondamentale per consentirne la diffusione e in questo la tecnologia è un validissimo supporto.
Un esempio possono essere le raccolte fondi che vengono svolte interamente tramite piattaforme telematiche come Instagram. Si sono diffuse proprio durante il più serrato lockdown e ora sono una realtà concreta che ha ricevuto anche il sostegno di celebrità ed influenzer. Per promuovere il programma a favore del volontariato nella lista scolastica di cui faccio parte, whatsapp è stato un elemento chiave. Anch’io nel mio piccolo ho avuto bisogno di questi strumenti per far si che il messaggio solidale arrivasse più lontano possibile.
Esistono ormai due esistenze parallele: reale e virtuale. Sopra tutto dopo la pandemia questa dimensione bipolare si è incrementata. Mesi e mesi nelle proprie abitazioni, senza poter socializzare nelle piccole realtà quotidiane, come per voi la scuola a distanza fino a poco tempo fa. Spesso è stata proprio la tua generazione, nonostante ne avvertisse il peso, a dare un esempio positivo di tenacia e resistenza, affrontando il periodo delicato con speranza verso il futuro. Cosa nutre il vostro acceso entusiasmo?
Quello virtuale e quello reale sono due mondi completamente diversi. Il primo può essere simile al secondo ma solo fino ad un certo punto. Fortunatamente grazie ai mezzi che sono oggi disponibili siamo riusciti a gestire un periodo così difficile, sarebbe stato impensabile in altri momenti storici. Il programma scolastico è stato ultimato e molte attività proseguite nonostante l’isolamento. Ad occupazioni che possono comunque essere svolte digitalmente se ne affiancano altre per cui questo è impossibile.
Ciò che contraddistingue noi giovani è uno spiccato spirito di adattamento. In più siamo stati certamente avvantaggiati perché abituati all’uso degli strumenti digitali, ne conoscevamo già il funzionamento anche se abbiamo dovuto potenziarlo. Bisogna sempre cercare di prendere il meglio da ciò che accade. Il mondo virtuale ha indubbiamente molti risvolti negativi da risolvere. Nonostante questo non trascuriamo tutti i lati postivi che esistono e che lo rendono così prezioso.
Un’onorificenza importante quella per cui sei stato selezionato. Tra poche settimane sarai insieme ai tuoi compagni davanti al Presidente Mattarella in veste di Alfiere della Repubblica. Un traguardo di cui essere davvero fiero! Spesso le aspettative nutrite nei confronti dei giovani sono molte e sproporzionate. Tu avverti la responsabilità del ruolo che ricopri?
Sono ancora incredulo ed emozionato. Cercherò di continuare a mettermi in gioco indipendentemente da questo riconoscimento che non è un punto d’arrivo ma solo di partenza. E’ il frutto di un cammino di impegno che, non solo io ma anche gli altri 30 ragazzi scelti, abbiamo percorso fino ad ora. Penso fermamente che sia importante dare il massimo in tutto quello che si fa, sopra tutto se si tratta di qualcosa in cui si crede molto. Sento la responsabilità del ruolo ma so di aver dato tutto me stesso e continuerò a farlo.
Cosa ti ha portato ad interessarti a materie come il volontariato e la solidarietà? Chi o cosa ha condizionato le tue scelte e segnato il tuo percorso?
Sin da piccolo ho preso parte ad iniziative che avessero ad oggetto la solidarietà. Anche nella mia realtà cittadina c’erano delle attività di questo tipo, come ad esempio la cena di beneficienza durante il periodo natalizio o la raccolta di viveri per le persone in difficoltà.
Nel percorso scolastico sono sempre stato affiancato da docenti che mi hanno stimolato e grazie alle quali mi sono interessato a questi progetti. Fondamentale è stata la mia professoressa Silvia Quarta Serafino, che ha reso possibile le iniziative di volontariato presso il Liceo Banzi. Tutto ciò mi ha motivato nel continuare, tanto da inserirlo come punto per la candidatura di rappresentante d’istituto. Sarà organizzato un corso formativo nel quale si sperimenteranno varie forme di volontariato oltre a quella classica della raccolta fondi. La partecipazione è limitata a 30 persone ma ci siamo assicurati che non fosse questa una preclusione. Il compito dei partecipanti sarà infatti, al termine delle attività, di trasmettere quanto imparato a chi non vi abbia preso parte.
Ti sei messo direttamente in gioco iniziando da semplici attività fino ad impegnativi progetti scolastici. Nulla di più lontano da una generazione che non guarda al futuro, a detta di molti. In un mondo complesso come quello attuale quali sono i tuoi sogni e le tue aspirazioni?
Fatico a dare una risposta perché sono ancora tanti i punti di domanda. Ho molti sogni nel cassetto che vorrei realizzare. Mi piace sperimentare e mettermi alla prova sempre, in tutto quello che faccio. Sicuramente l’interesse per il volontariato è qualcosa che porterò avanti, nel mio piccolo. Si parte sempre dal piccolo per costruire qualcosa di più grande. L’onorificenza di Alfiere mi motiva ancora di più e mi conferma che quella intrapresa sia la direzione giusta.