Dopo oltre sette mesi di difficili negoziati, cinque partiti belgi hanno finalmente raggiunto un accordo per formare un nuovo governo in Belgio. A guidarlo sarà Bart De Wever, il leader del partito conservatore N-VA, che diventerà il primo nazionalista della regione fiamminga a ricoprire la carica di primo ministro del Belgio. Questo risultato segue una lunga e complessa serie di trattative, che si sono svolte dopo le elezioni di giugno che non avevano prodotto una maggioranza chiara.
Il difficile negoziato del governo in Belgio
Il governo in Belgio si presenta come una coalizione di destra e centro-destra, un accordo che include sia partiti di lingua olandese, sia di lingua francese. Sebbene l’accordo sia stato raggiunto, i dettagli devono ancora essere formalmente approvati dai membri dei partiti coinvolti.
De Wever, che ha guidato il processo negoziale, ha espresso il suo entusiasmo pubblicando un messaggio sui social media, citando Giulio Cesare con la frase “Alea iacta est”, accompagnata da una foto che lo ritrae mentre stringe la mano al re Philippe di Belgio. Con questa mossa, De Wever ha ufficializzato la fine di un lungo periodo di incertezze politiche.
Il governo in Belgio, infatti, è stato segnato da una spaccatura tra le comunità fiamminghe e vallone, che ha reso il sistema politico del paese particolarmente complesso. Questo ha comportato numerosi e lunghi periodi di trattative per formare una coalizione, come nel 2010-2011, quando la formazione di un governo impiegò ben 541 giorni. L’attuale situazione, sebbene meno estenuante, ha comunque visto i partiti coinvolti lottare per raggiungere un accordo, soprattutto in relazione alle questioni economiche.
Un tema centrale nei negoziati è stato il bilancio del paese, che nel 2023 ha visto un deficit pari al 4,4% del PIL. Questo ha spinto De Wever a proporre tagli ai benefici sociali e riforme al sistema pensionistico, misure che hanno già suscitato forte opposizione da parte dei sindacati.
Nonostante la pressione crescente, De Wever ha insistito per un accordo definitivo e ha minacciato di abbandonare le trattative se non fosse stato trovato un compromesso entro venerdì. Alla fine, un’ultima e intensiva sessione di negoziazioni, durata 60 ore, ha permesso di risolvere le divergenze e siglare l’intesa.
Il ruolo di De Wever nel governo in Belgio
La nuova coalizione belga è composta da tre partiti fiamminghi: il partito N-VA di De Wever, i centristi del CD&V (Cristiano-Democratici) e i progressisti di Vooruit (Avanti). A questi si aggiungono due partiti della regione vallona: Les Engagés, un partito centrista, e il Movimento Riformista, di centro-destra. In totale, la coalizione dispone di una maggioranza di 81 seggi sui 150 del Parlamento belga, un risultato che garantisce la stabilità politica necessaria per governare.
La formazione del governo in Belgio arriva in un contesto economico difficile. Il paese è infatti uno dei sette membri dell’Unione Europea che sta affrontando azioni disciplinari per un deficit superiore al 3% del PIL, una violazione delle regole fiscali europee. Questo dato evidenzia ulteriormente la difficoltà del compito del nuovo governo, che dovrà affrontare non solo la gestione interna della politica, ma anche le sfide economiche e fiscali che derivano dall’adesione alle normative dell’Unione Europea.
De Wever, che ricopre anche il ruolo di sindaco di Anversa dal 2013, ha da tempo espresso il desiderio di diventare primo ministro del Belgio. Durante la sua carriera politica, ha sostenuto idee nazionaliste, ma recentemente ha moderato le sue posizioni sull’indipendenza delle Fiandre, una questione che ha sollevato diverse polemiche in passato. La sua ascesa al governo è un segnale del cambiamento politico in corso nel paese, con una crescente influenza della destra fiamminga.
Il governo in Belgio avrà anche il compito di succedere all’attuale primo ministro, Alexander De Croo, che aveva guidato una coalizione di sette partiti tra il 2019 e il 2020. La sua amministrazione aveva impiegato 493 giorni per trovare un accordo di governo, ma De Croo è rimasto in carica come leader ad interim dopo le elezioni di giugno.
La formazione del governo in Belgio segna una svolta dopo mesi di trattative difficili. Con Bart De Wever come primo ministro, il paese entra in una nuova fase politica, con la speranza che la coalizione trovata possa portare stabilità e affrontare le questioni economiche urgenti. Tuttavia, resta da vedere come le riforme proposte, in particolare quelle riguardanti il sistema pensionistico e i benefici sociali, saranno accolte dalle varie fazioni politiche e dalla popolazione.