Spopola una nuova challenge tra i giovani, si tratta della “sex roulette”, per la quale le ragazzine devono avere più rapporti sessuali non protetti e chi rimane incinta perde. La società giovanile è di nuovo in pericolo.
La nuova challenge della “sex roulette” è nata su tiktok, come molte di queste sfide. A prenderne parte sono soprattutto ragazze molto giovani, tante frequentano ancora le scuole medie. L’obbiettivo della sfida è quello di avere più rapporti sessuali possibili non protetti, chi rimane incinta perde. Ovviamente i bambini non vengono tenuti dalla madre, perciò si ricorre sempre all’aborto.
I rischi di questa nuova challenge sono palesi. Oltre al rischio della gravidanza indesiderata ce ne sono molti altri, come le malattie sessualmente trasmissibili. La procura di Brescia sta indagando e sta organizzando diversi incontri nelle scuole per portare informazione e consapevolezza tra i giovanissimi. A quanto pare però gli incontri nelle scuole non sono mai serviti a molto per abbattere queste sfide pericolose.
Challenge pericolose
- “Blue whale”, la challenge che ha portato diversi ragazzi alla morte. La cronaca italiana si era occupata di alcuni casi accaduti nel 2017. Consisteva in 50 sfide in 50 giorni fino ad arrivare all’ultima, la più pericolosa, il suicidio.
- “Cicatrice francese” ovvero la sfida che chiede di procurarsi un livido in volto per dimostrare onore e coraggio. Questa sta spopolando in questi mesi anche qui in Italia.
- “Benadril challenge”, consiste nell’assumere più pasticche possibili di Benadril fino a sentirsi male.
Ce ne sarebbero molte altre, altrettanto pericolose. Queste sfide sono il segno che internet è un posto pericoloso per i ragazzini, soprattutto se non viene insegnato loro come usarlo e come proteggersi.
Scatta un campanello d’allarme
Molti hanno parlato di cyberbullismo per spiegare queste nuove e pericolose sfide, ma in realtà non c’entra niente. La società moderna si trova spiazzata davanti a queste sfide e non riesce a spiegarle, per questo vengono usati termini di nuovo conio per dare un nome al problema. Questa nuova challenge dimostra come il bullismo via internet non sia affatto legato a questi fenomeni. I ragazzi non sono minacciati o costretti a partecipare a queste sfide, lo fanno di loro iniziativa, forse per dimostrare una sorta di appartenenza al mondo dei ragazzi “fighi”. Se prima dell’avvento di internet e dei social i ragazzi, per dimostrare il loro potere, fumavano o saltavano la scuola ora la situazione è di gran lunga peggiorata.
Da sempre i ragazzini hanno il bisogno di sentirsi superiori, di sentirsi adulti e dimostrare che possono sfidare il mondo. Ecco che si spiega perché molti ragazzi partecipano a queste sfide malsane. Tutta l’informazione del mondo non riuscirà a fermarli. Crediamo che la società si sia modernizzata, l’educazione sessuale è svolta nelle scuole e anche grazie a internet i ragazzi sono più consapevoli dei rischi di avere rapporti non protetti. Questo è tutto vero ed è per questo che la sfida è così adrenalinica per loro, perché sono consapevoli dei rischi. D’altronde non si può aver paura di qualcosa se non si conoscono le conseguenze.
Non rischia solo chi perde la challenge
La nuova challenge mette in luce un altro problema sociale. La conoscenza del sesso tra i più giovani. Se prima i ragazzi iniziavano a fare le prime esperienze negli anni delle scuole superiori, ora l’età minima si è abbassata ai 12 anni, se non meno. Spesso i ragazzini si approcciano al sesso in maniera sbagliata, a causa di disinformazione e poca consapevolezza. Molti argomenti nelle famiglie sono ancora tabù e i ragazzi scoprono la loro sessualità attraverso internet. È vero che sin dalle medie a scuola viene insegnata l’educazione sessuale, ma non nella maniera più appropriata. I ragazzini si vergognano di parlare in pubblico di argomenti così intimi e gli esperti non aiutano di certo a sdoganare gli imbarazzi. Quindi gli ex bambini crescono con l’unica idea che il sesso sia divertente e che il rischio più grande siano le gravidanze.
Nessuno ha paura delle malattie e spesso non si conoscono neanche. Sarebbe utile parlare di queste piuttosto che di come funziona la riproduzione. Organizzare incontri con chi ci è passato, sentire con le proprie orecchie cosa vuol dire convivere con malattie come l’AIDS. Fornire il quadro completo ai ragazzi è fondamentale e questo va fatto a scuola e in famiglia. Ci definiamo una società tanto moderna, ma poi quando si tratta di argomenti seri ecco che rispuntano i tabù dell’anteguerra.
Le soluzioni possibili
I social network sono arrivati in fretta nella nostra società, gli adulti non li capiscono e i giovani ne sono fin troppo dipendenti. Informare e divulgare consapevolezza tra i giovani sui rischi di questi social non basta. Loro sanno già cosa troveranno su internet, conoscono il cyberbullismo meglio di chi gliene parla. L’informazione viene fatta troppo tardi. I vari incontri con le scuole si effettuano con ragazzi che frequentano le medie e le superiori, ma ormai ci sono già dentro da tempo.
Come tutti gli strumenti utili ma pericolosi, internet va spiegato sin dalle elementari. I ragazzi di oggi già a due anni usano il telefono, a volte meglio dei loro genitori. Quando i ragazzi arrivano ai 12 anni ormai è tardi per insegnargli cosa devono e cosa non devono fare con i loro cellulari. Un’educazione incentrata sui rischi dei social va impartita sin dall’infanzia tramite la scuola e le famiglie. Molti genitori si illudono che non permettendo ai figli di usare i social network li terranno lontani dai pericoli, ma non è così. Nella nostra società va tutto molto veloce, i ragazzi cercano il loro io e sono costantemente in sfida con loro stessi e con gli adulti. Nessuno impedirà a un ragazzino di 13 anni di andare su tiktok. Educare all’uso dei social sin dalla tenera età è l’unico modo per far sì che la consapevolezza che chiediamo ai giovani sia una realtà.
Helena Rori