“Nulla due volte accade nè accadrà. Per tal ragione si nasce senza esperienza, si muore senza assuefazione.”
Wisława Szymborska
Nulla accade due volte. Ed è vero, è verità. E facciamoci avanti tutti, tutte. Qualsiasi pensiero filosofico, qualsiasi corrente letteraria e artistica, qualsiasi orientamento politico e appartenenza religiosa, lo ammetterebbe: niente, accade due volte. Tutto, pur ripetendosi come situazione, come fenomeno, come emozione, cambia di volta in volta.
Lo insegnano le albe: il giorno non è mai stato introdotto per due volte dagli stessi colori, dalle stesse tonalità, dalla stessa intensità di luce.
Lo insegnano le onde del mare: ognuna porta in sè una forza, un messaggio, un bacio lanciato all’ orizzonte e caduto, poi, arreso, nel mare.
Lo insegnano le stelle: anche nel cadere, ognuna ha il suo stile, il suo tempo, la sua traiettoria e il suo desiderio. E anche se mi è sempre piaciuto pensare che cadendo, fermandosi, tutte si ritrovino nello stesso punto, comunque, ognuna conserva il suo modo di procedere verso la destinazione.
Lo insegna il vostro stesso sguardo: non avete mai guardato altri occhi o una bocca o un corpo o una foto o la luna o un girasole o una giostra che gira o il sole che cala nello stesso modo. Ogni volta, i vostri occhi hanno fissato, ammirato, goduto in modo diverso. Per questo, non ci si stanca mai… di ciò, di chi si adora guardare, non ci si stanca mai.
Lo insegnano gli orecchi: quante volte avete ascoltato la stessa canzone, la vostra canzone che vi ha fatto ridere e che vi ha fatto piangere, che vi ha fatto sognare e che vi ha rattristati, rattristate. La stessa canzone, quella che, paradossalmente, cantate di meno, proprio perché è difficile gestire tutte le emozioni che vi fa vivere: ogni volta diverse, simili solo nella puntualità. Loro, le emozioni, non tardano mai.
E lo insegna il cuore, lo insegna il respiro, lo insegna la pelle, lo insegna tutto quello che siamo: niente è come la prima volta, come la volta precedente. Ché se così fosse, la vita sarebbe solo un accenno di tutto e di niente. Per questo, chi guarda, chi ama come se fosse sempre la prima volta, perde i particolari, le piccolezze nascoste, i misteri lenti a svelarsi: ogni volta, diversa da quella precedente, è un passo in più verso la scoperta dell’altro, dell’altra. Se così non fosse, sarebbe una noia. E lì dove c’è la noia, non può crescere l’amore: è anche lo stupore a ravvivare l’entusiasmo di conoscersi, sempre meglio e sempre di più.
Non c’è niente da fare. Niente accade due volte.
Non hai bussato per due volte a quella porta con la stessa trepidazione e non l’hai aspettata, aspettato per due volte con la stessa impazienza; non hai pianto per due volte le stesse lacrime e non hai accusato il colpo per due volte allo stesso modo; non hai stretto i pugni per due volte con la stessa forza e non hai lasciato andare due persone con la stessa malinconia. Non hai commesso lo stesso errore, per due volte, con la stessa intenzione e non hai scritto la stessa poesia, andando a capo nello stesso punto in cui l’hai fatto la prima volta.
Anche quando ricordi, lo fai sempre, ogni volta, in modo diverso: e a volte ti emozioni (e non negarlo perché gli occhi lucidi non sanno mantenere i segreti), a volte sorridi, a volte ti arrabbi e a volte dici che non ti va di ripassare tra tutto quello che la memoria conserva. Tra tutto quello che, ogni volta, è accaduto in modo diverso, perché diverso, diversa, eri tu. Ed è quella diversità che rende unici, uniche, non solo nel tempo e nello spazio universali, ma anche all’interno della storia personale. Sempre nuovi, sempre nuove.
Perché, come dice la splendida Szymborska: la vita è esperienza, e non assuefazione.
Esperienza di se stessi, di se stesse, senza anticipare nulla con un noioso ed annoiato: “Tanto, lo so già”.
Anche il Sole conosce bene la Luna e le sue abitudini. Eppure, ogni sera, da millenni ormai, il Sole resta fino all’ ultimo istante, per vedere in che modo la Luna lo sostituirà.
Deborah Biasco