L’interesse per il ritorno dell’interesse al nucleare in Italia sta crescendo, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dal gas e abbassare i costi energetici per imprese e cittadini.
L’Italia guarda nuovamente al nucleare come fonte di produzione di energia elettrica, alimentata dall’urgenza di diversificare e stabilizzare i costi energetici, soprattutto per le imprese. Il governo sta prendendo iniziative concrete, tra cui la nomina di un esperto per valutare la fattibilità del progetto e l’annuncio di una legge delega. Tuttavia, il percorso è irto di sfide, in primis quella di superare l’opinione pubblica che, in passato, ha espresso un netto rifiuto verso questa forma di energia in due distinti referendum.
La necessità delle rinnovabili in attesa del nucleare
In parallelo al ritorno al nucleare, l’Italia deve continuare a investire nelle energie rinnovabili per ridurre la dipendenza dal gas, ancora determinante per il prezzo dell’elettricità nel Paese. Il costo dell’energia rimane infatti elevato rispetto alla media europea, incidendo pesantemente sulle spese di cittadini e imprese. Le PMI italiane in particolare affrontano una competitività sempre più stringente, con costi energetici che superano in alcuni casi il 30% dei costi di produzione.
L’interesse per i mini reattori modulari (SMR)
Oggi, il settore energetico globale sta spostando l’attenzione verso i reattori nucleari modulari di piccole dimensioni, noti come SMR (Small Modular Reactors). Questi impianti, molto più piccoli dei reattori tradizionali, presentano diversi vantaggi: occupano uno spazio ridotto (meno della metà di un campo da calcio) e dispongono di sistemi di raffreddamento automatici che aumentano la sicurezza, senza richiedere un intervento diretto degli operatori. La produzione dei moduli SMR avviene in stabilimenti industriali e può essere trasportata nei luoghi di installazione.
Tra le aziende coinvolte nel progetto figura Enel, con esperienza nel settore grazie alla gestione di centrali nucleari all’estero. Collaborano anche altri partner strategici come Ansaldo e Leonardo, specializzati in tecnologie nucleari. L’obiettivo è creare una filiera italiana per la produzione di SMR, una scelta che potrebbe posizionare il Paese come esportatore di questi impianti in Europa e oltre.
I vantaggi economici dei mini reattori e i piani di sviluppo
L’installazione di circa 30-40 mini reattori in Italia richiederebbe investimenti stimati intorno ai 40 miliardi di euro, garantendo una produzione energetica continua a costi competitivi. Un SMR, con una potenza di circa 300 megawatt e un costo di costruzione di circa un miliardo di euro per impianto, può funzionare tutto l’anno, senza le interruzioni tipiche delle energie rinnovabili come il fotovoltaico.
La produzione elettrica complessiva dei reattori SMR potrebbe raggiungere fino a 16 gigawatt, pari a un decimo della capacità di generazione attuale italiana. Tale capacità renderebbe questi reattori adatti soprattutto alle attività produttive che richiedono una fornitura costante, come le industrie e i data center, settori in espansione in Italia. Infatti, Enel ha recentemente ricevuto interesse da parte di grandi operatori tecnologici, tra cui Google e Amazon, desiderosi di costruire data center in Italia alimentati da energia nucleare affidabile.
SMR e AMR: il futuro del nucleare è modulare
In Europa, anche altri Paesi stanno esplorando il potenziale degli SMR. La Francia, ad esempio, sta sviluppando il progetto Nuward e prevede di renderlo disponibile nel 2030, mentre in Regno Unito Rolls-Royce è già al lavoro su una propria tecnologia. Negli Stati Uniti, operatori come GE Hitachi, NuScale Power e Westinghouse stanno sviluppando soluzioni avanzate che potrebbero attrarre l’interesse italiano per la loro competitività e stato di avanzamento.
L’attenzione è rivolta anche alle tecnologie emergenti degli AMR (reattori avanzati modulari), che utilizzano sistemi di raffreddamento a piombo e combustibili alternativi. Questi reattori promettono una significativa riduzione delle scorie, in quanto capaci di “bruciare” combustibile esaurito da altri impianti, offrendo così una soluzione più sostenibile nel lungo periodo. Tuttavia, si prevede che gli AMR non saranno commercialmente disponibili prima di 15 anni.
Fusione nucleare e intelligenza artificiale
Il vero sogno del settore nucleare è però la fusione nucleare, una tecnologia che potrebbe fornire energia pulita e priva di scorie, anche se non sarà disponibile prima del 2050. Enel, in collaborazione con la start-up californiana TAE e con il supporto di Google, sta esplorando nuove vie per accelerare l’innovazione nella fusione nucleare grazie all’intelligenza artificiale.
Il futuro energetico dell’Italia: una strategia diversificata
L’Italia sta definendo una strategia energetica che affianca nucleare, rinnovabili e nuove tecnologie. Gli investimenti nei reattori SMR e, in prospettiva, nelle tecnologie avanzate come AMR e fusione nucleare, potrebbero trasformare il Paese in un polo produttivo e innovativo nel settore energetico, migliorando la competitività delle imprese e contribuendo alla sostenibilità economica ed ecologica a lungo termine.