Il governo è pronto per la norma riders, Di Maio anticipa le nuove condizioni previste ma i rider non si fidano.
Il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato che la norma riders è pronta e troverà posto nel decreto crescita oppure nella legge sul salario minimo:
La norma sui rider è pronta. Sarà inserita nella legge sul salario minimo che è in discussione in questi giorni al Senato.
Il ministro del Lavoro ha specificato che è auspicabile l’inserimento della norma nel decreto crescita, per accelerare l’iter che la renda legge a tutti gli effetti. Di Maio tuttavia avverte che i tempi del decreto sono molto stretti e si rischia di non fare in tempo aspettando che i presidenti delle Camere autorizzino l’inserimento della norma riders. Per dimostrare l’urgenza con cui il Governo tratta le condizioni di lavoro dei fattorini, il leader M5s ha aggiunto di aver tentato in precedenza di far rientrare la norma riders nel decreto sul reddito di cittadinanza, senza successo a causa dell’estraneità della materia. Infine, sempre Di Maio: “Un disegno di legge ad hoc richiederebbe troppo tempo“.
Impossibile l’accordo tra aziende e associazioni rider
Definire la norma non è stato facile, soprattutto a causa dell’impossibilità di raggiungere l’intesa fra tutte le parti interessate: “Purtroppo la norma riders non è stata varata subito – spiega Di Maio -, perché prima di approvarla abbiamo voluto provare in tutti i modi la strada della concertazione: siamo riusciti a far sedere attorno ad un tavolo le aziende di food delivery, le associazioni dei rider e le parti sociali, ma alcune divergenze incolmabili non ci hanno permesso di approdare alla sottoscrizione di un accordo“.
Cosa prevede la norma riders e le reazioni dei rider
In ogni caso è fondamentale che la norma sia stata finalmente approvata, le nuove condizioni prevedono la copertura Inail per gli infortuni, una migliore contribuzione Inps che supera la gestione separata e il divieto di retribuzione a cottimo. La reazione dei rider non è stata però positiva, Tommaso Falchi ha parlato in qualità di portavoce dei Riders Union Bologna e di tutta la categoria: “Il governo non ha mantenuto le promesse, noi non abbiamo fiducia, siamo in ritardo per una legislazione nazionale. Sappiamo che siamo in campagna elettorale, finché non vediamo non crediamo“. I rider sono convinti che le dichiarazioni del vicepremier Di Maio corrispondano a una strategia politica in vista delle elezioni europee e non sono disposti ad abbassare la voce, saranno in piazza infatti il primo maggio a protestare contro il governo.